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Dopo aver “fatto i conti” ti spezzo pure la rotula. Ma sempre in amicizia

26 Marzo 2016 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – www.alessandrorobecchi.it

“Domani facciamo i conti” è una a frase che ci siamo sentiti dire tutti almeno una volta nella vita. Da mamma quando perdevamo il quaderno di matematica (correva la seconda elementare, credo), dal compagno di classe, forse persino dall’allenatore quando si batteva la fiacca e si veniva minacciati di dieci giri di campo punitivi. Beata gioventù. Poi, crescendo, “domani facciamo i conti” è una frase che non abbiamo sentito più, perché, da adulti, una simile provocatoria arroganza risulta irricevibile: è una di quelle cose che si dicono ai sottoposti, ai succubi e ai sudditi, una sottolineatura di potere che chi ha il potere veramente non userebbe. Pensare che “domani facciamo i conti” fosse l’esergo, la mirabile premessa, di una discussione interna del Pd mette una certa tenerezza a chiunque sappia vedere il lato B dell’arroganza, cioè la debolezza e l’insicurezza. Ma come al solito, è meglio portarsi avanti col lavoro e analizzare le prossime dichiarazioni programmatiche del presidente del consiglio, che è anche segretario del Pd, che è anche l’ispiratore della soave narrazione corrente. Ecco dunque alcune parole d’ordine che guideranno nei prossimi giorni la discussione nel partito di governo.
Ti rigo la macchina. Posizione moderata e interlocutoria rivolta a chi voglia votare (votare sì, ma anche solo votare) al referendum sulle trivellazioni del 17 aprile. Un referendum indetto tra gli altri da alcuni governatori del Pd sul quale il Pd, senza discussione, ha invitato ad astenersi. Annunciato da una serafica e svaporata dichiarazione della Serracchiani, l’ordine del giorno ha aperto un dibattito nella sinistra del partito: andare il taxi, a piedi, o non andare?
Ti metto la trielina nello spritz. Amichevole avvertimento a chi, a sinistra, sta valutando l’ipotesi di non votare i candidati renzisti alle imminenti amministrative. Non si tratta di una minaccia, certo, ma di una forma di pressione politica del tutto legittima della maggioranza del partito rispetto ad elementi fastidiosamente dissidenti. Si spera, con questo argomento denso di sostanza politica, di allineare la minoranza ai voleri della segreteria, vogliosa di ripianare con un sorriso il dibattito interno.
Ti abbandono in autostrada. Altra parola d’ordine per il sereno e costruttivo confronto interno al Pd. Gli hashtag consigliati dai guru della comunicazione per sostenere questo volonteroso invito al dialogo sono #luridigufi, #tisputo e #cosedigulag, parole distensive che dovrebbero – secondo le intenzioni del segretario – invogliare gli elettori riottosi o perplessi a sostenere convinti la segreteria. I membri della minoranza interna valutano l’apertura, apprezzano l’ammorbidirsi del toni e lodano la volontà di mediazione, ma ancora non si fidano del tutto.
Ti rompo una rotula. Finalmente un ordine del giorno della segreteria Pd che dichiara apertamente la voglia di confronto sereno e pacato con la minoranza. Dedicato a chi, all’interno del Pd, storce un po’ il naso per le vicende della famiglia Boschi, per l’accusa di bancarotta fraudolenta al padre della ministra diventato vicepresidente di banca dopo che lei è diventata ministra, una bizzarra coincidenza. Per la discussione, i tempi sono stati severamente contingentati, tutti potranno parlare per tre minuti, ma i membri della segreteria più vicini al premier potranno farlo utilizzando una mazza da baseball. La minoranza interna accetta in dibattito munita di vistose ginocchiere in ghisa.
Al termine di queste articolate discussioni, la direzione del Pd incassa il voto favorevole dei suoi membri e si rivolge alla sinistra interna, di cui ha bisogno per Sala a Milano, Giachetti a Roma e Valente a Napoli, con un appello che distende il clima e rasserena gli animi: “Siamo tutti una grande famiglia, vero, bastardi?”.

Bsiàte – novantesima puntata

26 Marzo 2016 da bsìa

Notizia:Belgioioso, firme per la tangenzialina1

Commento: adesso siamo alla raccolta delle firme e non, badate bene, per la tangenziale, ma per la tangenzialina! 😯  Dov’è finito quel gran signore che, quando noi del blog chiudevamo i post con un perentorio “La tangenziale non la faranno mai”, si appostava dietro gli angoli del paese per intercettare il nostro boss e rinfacciargli “Faremo la tangenziale”? Ah già, che pirla che sono, starà raccogliendo firme! 😈

  1. La Provincia PAVESE – 22.03.2016 – pag. 17 []

Oltre la frutta?

5 Marzo 2016 da Emilio Conti

Prendendo spunto dall’ultima notizia apparsa sulla stampa locale a proposito di una bolletta Enel di importo rilevante1 a carico del nostro Comune, vorrei proporre alcune considerazioni sulla crisi finanziaria in cui esso si dibatte.

Maxi bolletta Enel dunque. Così come viene riportata, la notizia mi sembra un po’ strana. Si parla, infatti, di un conguaglio di 83.000 euro. Ma, da quanto mi risulta, l’Enel è solita fatturare in base alla lettura elettronica dei contatori conteggiando, di conseguenza, il consumo effettivo e questo elimina di fatto qualsiasi conguaglio. I conguagli, solitamente, vengono effettuati per quelle utenze che prevedono i consumi presunti (acqua e gas) per far pagare il consumo effettivo. Ma, come dicevo sopra, l’Enel non fattura i consumi presunti. L’uso della parola conguaglio sarebbe quanto meno errato. Errore dell’articolista?. Forse. Che di conguaglio possa non trattarsi si può desumere anche dalle dichiarazioni di sindaco e assessore: “abbiamo pagato tutto” e “ricorreremo al Tar”. Se fosse effettivamente un conguaglio affermare che si è pagato tutto non vorrebbe dire assolutamente nulla. E’ un conguaglio! E perché ricorrere al Tar per un un conguaglio? Quindi ne deduco che forse non ce la stanno raccontando giusta.

Sia come sia, sta di fatto che sul nostro Comune è piovuta un’altra bella tegola. Con il bilancio conciato come sappiamo ecco un’altra bella picconata. Ma il peggio deve ancora arrivare. Dell’eccezionale aumento delle rette della scuola materna si è già detto. Quello di cui invece non si parla è che quest’anno nelle casse comunali verranno a mancare le entrate derivanti dalla tassa sulla prima casa che, come sapete, è stata abolita dal governo Renzi. Da una parte quindi maggiori spese e dall’altra minori entrate. Una situazione da far tremare i polsi. E non è finita.

Sulla nostra testa incombe una tremenda spada di Damocle chiamata Pizzamiglio che è in causa con il nostro Comune  e che chiede un risarcimento di 4 milioni di euro (per i dettagli di questa vicenda si vedano i post Se due milioni vi sembran pochi e Rifiuti). Possibilità che Pizzamiglio la spunti? Parecchie  anche se, magari, per una cifra inferiore. Mi sembra che affermare che siamo alla frutta sia un eufemismo, qui siamo oltre al caffè e all’ammazzacaffè!!

Quello che però mi lascia interdetto è come possa una persona istruita come il sindaco farsi trascinare in una simile situazione e non accorgersi in che trappola sta finendo. Misteri!

  1. “Maxi bolletta Enel, Belgioioso va al Tar” – La Provincia PAVESE – 3.03.2016 – pag. 18 []