Too Cool for Internet Explorer

Cara Provvidenza, può smettere di mandarci i suoi uomini? Grazie

30 Novembre 2014 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – www.alessandrorobecchi.it

Ora cercate di capire, non mi intendo di queste cose così grandi, e dunque sono in imbarazzo. Ma volendo scrivere una letterina alla Provvidenza, come si fa? Gentile signorina Provvidenza… mi pare troppo intimo e informale. Egr. Dott.ssa Provvidenza potrebbe andar meglio? Fare l’amicone con un Cara Provvidenza? Insomma, penseremo all’intestazione. Quando al testo, breve, conciso, diretto, l’avrei qui pronto:
“Gentile signorina Provvidenza, ma la potrebbe smettere, una buona volta, di mandare uomini suoi quaggiù?”. Ecco fatto, due righe, poi vediamo che succede. Perché qui, in effetti, saremmo un po’ stufi di ‘sta faccenda degli uomini della Provvidenza. La inventò un papa, questa formula un po’ ardita, era Pio XI e parlava di Benito Mussolini, il che apre due scenari: uno, si sbagliava di brutto (assai probabile); due, ‘sta signorina Provvidenza fa degli scherzi da prete mica male. Dopodiché, siccome non è che qui si brilla di fantasia incontenibile, abbiamo avuto decine di uomini della Provvidenza, tutti chi più chi meno, portatori di consistenti disastri. In un eccesso di sadismo, per dire, la Provvidenza ci mandò Berlusconi, uno tra l’altro che andava in giro a dire fregnacce meravigliose come unto dal Signore e cose così. Benissimo. Il fatto è che tutta la letteratura sacra e profana sulla Provvidenza dice che poi alla fine, quando le cose si mettono male, ci pensa lei. Invece qui, nella vita reale, tocca pensarci noi, e gran parte del lavoro consiste nel convincere tutti che l’ultimo uomo della Provvidenza non era poi così provvidenziale.
Ora che ci troviamo di fronte a un nuovo uomo della Provvidenza, il Renzi del partito pigliatutto, dovrebbe, a rigor di logica, prevalere la prudenza. Insospettisce questo ossessivo parlare al futuro, per esempio, mentre il presente incombe piuttosto minaccioso. Oppure constatare che dove ci sono eventi negativi, dai fiumi esondati alle crisi industriali, lui non c’è mai, mentre invece salta su come un Misirizzi non appena c’è qualcosa di bello da annunciare. Niente tweet sulle botte in piazza, per dire, o sul territorio ferito, ma un bell’hurrà per l’atterraggio sulla cometa. Una specie di Provvidenza sfiga-free, diciamo. Naturalmente in una truffa le parti sono due, e spesso c’è un concorso di colpa. Insomma, sbaglierà la signorina Provvidenza, ma anche quelli che ci credono ogni volta un po’ se lo meritano. All’uomo della Provvidenza due-punto-zero, per esempio, nessuno fa seriamente opposizione se non, si direbbe, la realtà delle cose. Spesso la distanza tra questi uomini provvidenziali e la realtà è piuttosto ampia, ed essi hanno tutti un tratto in comune: tendono a vedere le cose meglio di come non siano, o a negare le difficoltà, o a indicare luminose prospettive, ma dopo, se li lasceranno lavorare. E vabbé, uno aspetta, manzonianamente, la Provvidenza. Ma poi, ci si chiede: non si potrebbe a un certo punto tirare una riga e fare due somme? Per dire, che so, un anno, due, e poi confrontare le promesse fatte con le cose successe? Per esempio, che so: tutti i diritti per tutti che devono arrivare, come il sussidio di disoccupazione, o “lo Stato che ci pensa lui” quando uno perde il lavoro, esattamente quando arrivano? Sei mesi? Un anno? Si metta una scadenza (“Mantenere le promesse entro…”) e poi si valuti se la Provvidenza ci ha mandato, per caso, quello giusto. Da consumatori abituali, avere la data di scadenza sulla confezione dei futuri uomini della Provvidenza sarebbe già qualcosa.

 

Bsiàte – settantottesima puntata

30 Novembre 2014 da bsìa

Notizia: “BELGIOIOSO – «Strade sconnesse dopo le piogge – Bisogna intervenire»”1

Commento: OK per l’intervento, ma la causa NON è la pioggia, ma le estese coltivazioni di cucurbitacee! 😈

  1. La Provincia PAVESE – 30.11.2014 – pag. 21 []

Riqualificazione: la nuova parolina magica del politico italiano

25 Novembre 2014 da Emilio Conti

Il vocabolo riqualificazione, che ormai sta diventando, come spesso accade se usato dai politici nostrani, inflazionato,  indica l’azione del riqualificare. Ma il verbo riqualificare che significato ha? Vi sono, secondo il Dizionario Treccani, vari possibili usi del verbo (vedi qui), tra i quali, per quanto concerne l’urbanistica, è sinonimo di risanare. Ma risanare significa portare allo stato di salute qualcuno o qualcosa che è ammalato o deteriorato.

Una doverosa premessa perché il “nostro” Comune è intenzionato, in base alla delibera 174 del 14/11/2014 (vedi qui) alla riqualificazione della piazza principale del paese, la Vittorio Veneto. Domanda: chi ne sapeva qualcosa? Seconda domanda (ancor più importante): riqualificarla come? Chi lo sa? Della serie “Al cittadino non fare sapere quanto è abile il potere”? Trattandosi della piazza principale credo (ma notoriamente, per certi cervelloni, il sottoscritto sbaglia) che del progetto ne sarebbe dovuta essere informata tutta la cittadinanza. Discuterne insieme, anche perché, visti gli ultimi cervellotici interventi sugli alberi, si potrebbe evitare di commettere l’ennesima triste cavolata. Ma questa amministrazione, che come la precedente farebbe della trasparenza la sua ragion d’essere, pare scordarsene. Toh, che sbadati.

I commercianti che sulla piazza hanno i loro esercizi, ma anche nelle zone limitrofe, sono molto preoccupati (ma non solo loro aggiungo: tutti i cittadini di Belgioioso dovrebbero esserlo) proprio perché nulla si sa. Hanno deciso quindi di inviare una lettera alla nostra amministrazione per chiedere un incontro chiarificatore.

Ma c’è un altro aspetto che preoccupa: piazza Vittorio Veneto è così malandata da aver bisogno di essere riqualificata? A me sembra proprio di no. Ma quando sento un politico parlare di riqualificazione mi balza subito alla mente un detto dialettale che recita: ” Fà e däsfà lè tüt un laurà” (traduzione: fare e disfare sempre lavoro è) che a un keynesiano come me potrebbe anche andar bene se a pronunciare il fatidico vocabolo non fosse il suddetto politico italiano. Perché, molto spesso in Italia, con il verbo “laurà” ne fa rima un altro.

Dopo questa piccola digressione a livello nazionale, tornando al locale, ci si trova ancora una volta con un’amministrazione che mette i cittadini di fronte al fatto compiuto (e ai relativi costi).1

  1. E’ vero, il progetto è subordinato all’approvazione della regione Lombardia e quindi, si spera, non ancora esecutivo. []

Il solito, clamoroso, silenzio

19 Novembre 2014 da bsìa

Mi è sempre piaciuta la frase “un clamoroso silenzio” proprio per l’apparente contrapposizione tra il clamore e il silenzio. Ma penso che a molti gonzi brüsacrist non solo la suddetta frase non voglia dir niente, ma manco sanno che esiste. Sia come sia, oggi ne abbiamo avuto l’ennesimo esempio. Sulla stampa locale, infatti, viene riportata la notizia di un’iniziativa di tanti comuni contro l’ampliamento dell’inceneritore di Corteolona,1 iniziativa consistente nella distribuzione di un questionario, da restituire in forma anonima,  ai propri cittadini per verificare il grado di conoscenza dei pericoli a cui andrebbero incontro nel caso il progetto di ampliamento dell’inceneritore andasse in porto.

I comuni coinvolti sono: Miradolo Terme, Badia Pavese, Costa de’ Nobili, Filighera,2 Gerenzago, Inverno e Monteleone, Monticelli Pavese, Portalbera, San Cipriano Po, Santa Cristina e Bissone, San Zenone Po, Zerbo, Chignolo Po, Linarolo e Pieve Porto Morone. Che ne dite? Non trovate che sia una bella schiera di comuni limitrofi? Ovvio! E Belgioioso? Il già-fu-ex-post sindaco, soprannominato anche il supereroe della logorrea (Renzi ha imparato tutto da lui 😆 ), adesso se ne sta quieto e silenzioso? Schiscio-schiscio? 😯 E il neo giovin sostituto non ha niente da obiettare? Ma allora aveva ragione quel menagramo di sgur_di_trì che sosteneva che, cambiato l’ordine dei fattori, il prodotto non sarebbe cambiato! Il clamoroso silenzio regna sovrano!

E quali sono i comuni, oltre al nostro, che non hanno aderito all’iniziativa? Corteolona e Genzone, per i noti motivi (la grana), Copiano, Albuzzano (strano, molto strano), Torre de’ Negri e Valle Salimbene. E di questi ultimi due sappiamo bene il perché! Sudditanza psicologica? 😈 Ad ogni modo, una minoranza.

C’è dunque chi alla salute dei propri cittadini tiene, altri invece, a parole, ci terrebbero, costruendo “giardini”, sterminando viali secolari e piantando peri da fiore! Ovvero, il fumo contro l’arrosto!

  1. Inceneritore, 8mila firme dei cittadini per dire no”  – La Provincia PAVESE – 19.11.2014 pag. 18 []
  2. Primo grande successo nell’aver fatto fuori la Pernice :mrgreen: []

Burocratese potenzialmente pericoloso

8 Novembre 2014 da Emilio Conti

In questi giorni noi belgioiosini abbiamo ricevuto l’avviso di pagamento Tari. Al terzo paragrafo della lettera si legge testualmente: “A TITOLO DI CONGUAGLIO PER L’ANNO 2014” (vedi fig. 1). La lettura di quella frase mi ha lasciato piuttosto stupito, perché usare la parola “conguaglio” anziché “saldo” come doveva evincersi dal precedente avviso di pagamento dove venivamo “pregati” di provvedere al pagamento di due rate della Tari, rate espressamente definite come “acconto” (vedi fig. 2)? Perché la parola “conguaglio” NON è sinonimo di “saldo”. Infatti saldo viene definito, tra l’altro; come “somma che si paga per chiudere un debito”. A maggior ragione se ci si trova a che fare con degli acconti. Ha, quindi, sempre una connotazione debitoria: saldare significa pagare. Il conguaglio, invece, può configurare sia una posizione debitoria che una creditoria. Pensate all’utenza del gas metano: se il consumo periodico viene calcolato per presunzione (consumo presunto) si può verificare il caso che al momento del calcolo effettivo del gas utilizzato le somme che avete già pagato superino quello che effettivamente dovevate pagare e, di conseguenza, il conguaglio sarà a vostro credito (somma che usualmente viene detratta dall’utenza successiva). I due termini, saldo e conguaglio, non sono sinonimi.

Se fosse solo una mera questione di terminologia, ci si potrebbe anche passar sopra. Il fatto è che tutto quanto abbiamo più sopra chiarito ha un impatto sul modello F24 e precisamente alla colonna “rateazione/mese rif.” Se infatti andate a vedere la suddetta colonna dei due precedenti F24 (quelli inerenti alla prime due rate di acconto) vedrete che per la prima rata (chiaramente indicata nella lettera) il valore indicato era “0101” e per la seconda “0201”. Se, allora, quello che abbiamo ricevuto fosse, come io penso, il saldo della Tari ciò doveva essere indicato come terza rata e riportare nella colonna di cui sopra il valore “0301”. E invece? Invece il cosiddetto “conguaglio” viene segnalato come 1a rata (???). E infatti la colonna “rateazione/mese rif.” riporta “0101”.

Probabilmente tutta questa bella confusione (del nostro ente locale, ovviamente) non avrà nessuna conseguenza, ma non vorrei che tra quattro o cinque anni uno zelante impiegato dell’ufficio imposte ci pianti una bella grana. Quindi tenete bene a mente questo post che sarà sempre a disposizione in caso di necessità.

Certo che essere chiari per i nostri burocrati è un’impresa impossibile! Altrimenti come farebbero a prenderci bellamente per i fondelli?

tari1tari2