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Fuggi fuggi

23 Settembre 2014 da Emilio Conti

La notizia di oggi, sulla stampa locale, ci dice che sette comuni hanno deciso di uscire dal Distretto del Commercio Terre Viscontee.1 In verità, la notizia proprio nuova non è perché, in diverse occasioni, qualche anticipazione c’era stata, sempre sulla stampa locale, riferita al singolo Comune. Adesso però sembra che la scissione sia stata “ufficializzata”.

Importate è che finalmente viene ufficializzato anche il motivo per cui si è giunti alla rottura, vale a dire per l’ineguale ripartizione dei fondi erogati dalla regione Lombardia. Il sindaco di Monticelli, Enrico Berneri, accusa, neanche troppo velatamente, l’ex sindaco di Belgioioso comune capofila dell’ente, di questa ripartizione non equanime.

Non ho prove che quanto affermato dal sindaco di Monticelli corrisponda a verità, dico, però, che avendo la fortuna di conoscere personalmente diversi sindaci della Bassa, questa voce l’avevo già sentita circa un anno e mezzo fa. Ovviamente il nostro ex sindaco, adottando la solita tecnica, “azione denigratoria”, “attaccamento alla poltrona” (senti chi parla), rifiuta ogni addebito per concludere con una frase che, ancora una volta, mette in mostra la sua assoluta refrattarietà alla logica: “Mi risulta che intenda (il sindaco Berneri [N.d.R.]) entrare nel distretto di San Martino”. Al che uno pensa: ” ma se uno non si trova più bene in una certa associazione, sarà ben libero di aderire ad un’altra!” O no?

Conoscendo alcuni sindaci della Bassa e, soprattutto, conoscendo l’ex sindaco di Belgioioso, sono portato, in mancanza di prove documentali, a credere alla versione del Berneri.

Concludendo: adesso vedrete che, a poco a poco, salterà fuori l’eredità lasciata, lasciataci, dal sig. Zucca.

  1. Sette Comuni lasciano il distretto” – La Provincia PAVESE – 23.09.2014 – pag. 24 []

Coglioni eravamo e tali siamo rimasti

18 Settembre 2014 da bsìa

Ieri grande summit presso la sala consiliare del comune di Belgioioso del gotha del “sindachismo” della Bassa.1 Che le nostre strade siano in uno stato pietoso è cosa arcinota, che adesso anche i sindaci sembrino “incazzarsi” potrebbe sembrare cosa buona e giusta: solo che la soluzione che hanno proposto è quella del marito che si taglia i cosiddetti per far dispetto alla moglie. Sì perché il presidente della Provincia, al secolo sua_inanità, accompagnato dal suo assessore ai lavori pubblici, alias sua_nullità, ha chiesto l’aiuto dei sindaci. Avete letto bene: i sindaci s’incazzano per i lavori che DEVONO ESSERE FATTI dalla Provincia e costui chiede aiuto ai sindaci! So anch’io che è un renziano! Ma la cosa più allucinante è che i sindaci, anziché prenderlo a calcioni, vorrebbero sforare il patto di stabilità per asfaltare le strade che è un compito che non spetta loro. Mè cojoni! E perché? Perché lui è corso a dare soldi al Renzi per i famosi 80 euro (che 80 non sono per tutti). Non solo, ma tra poco ci obbligheranno alle gomme da neve o alle catene, terrorizzando il povero coglione con la minaccia di multe stratosferiche, deportazioni a Guantanamo o consegna all’Isis.

Cosa ancor più sconcertante è che più volte costoro (presidente e assessore) si siano giustificati per i mancati interventi affermando che “è tutta colpa dell’amministrazione che li ha preceduti”. E non sfiora manco il loro “cervello” che, MAGARI, qualcuno li ha votati PROPRIO perché quelli precedenti non avevano fatto un beato cazzo. Bravi loro e coglioni noi.

Risultato di tutto ‘sto can-can? Vedi il titolo del post.

Ma mi sgorga una domanda: ma non sarebbe possibile fare una class action contro la Provincia per i rischi a cui sottopone gli automobilisti? La salvaguardia del cittadino non è compito delle autorità preposte? Boh …

P.S. Come dicevo sopra, erano presenti tutti i sindaci della Bassa. Anzi no, proprio tutti no, ne mancava uno: il sindaco di Belgioioso. Ci sarà stato forse il vice sindaco? Ma che cazzo dici. C’era, in sua vece, il più famoso assessore al bilancio di tutta la Bassa.

  1. Strade con le buche – I sindaci insorgono «Sforiamo il patto»” – La Provincia PAVESE – 18.09.2014 – pag. 22 []

Nei giorni paro o quando piove: la Tasi non è una scienza esatta

18 Settembre 2014 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – www.alessandrorobecchi.it

Sembra passato un secolo (magari ci siamo distratti ed è veramente passato un secolo) da quando Silvio buonanima faceva il diavolo a quattro sull’Imu. Per togliere l’Imu, che di colpo sembrava una cosa peggio di ebola, si decise di aumentare l’Iva. Così si tolse l’Imu, bene, ma si bloccarono i trasferimenti ai comuni, male. Così si disse ai comuni che dovevano pensarci loro, male, fissando però un tetto massimo, bene. E in caso di tetto massimo (3,3 per mille, male), almeno lo 0,8 per mille dev’essere destinato alle detrazioni per le fasce meno abbienti, bene. E questa sarebbe la Tasi. Tutto chiaro? Beati voi.
Per complicare un po’ le cose, ecco dunque le scadenze: qualcuno ha scelto il 16 settembre, altri il 16 ottobre, in certi casi si pagherà in novembre e in alcuni comuni prima di Natale. Nei comuni della provincia di Rieti si pagherà solo nei giorni di pioggia, in Trentino non prima delle prime nevicate, a Macerata i cittadini verranno chiamati agli sportelli in ordine alfabetico. Interessante il caso del comune vicino a Nuoro in cui si pagherà per sorteggio: il fortunato vincitore pagherà la Tasi per tutti e poi girerà casa per casa a farsi ridare i soldi. In provincia di Sondrio sarà esentato chi trova più funghi in un pomeriggio, ad Agrigento chi sa sbucciare i fichi d’india a mani nude. Tutto chiaro? Benissimo.
Poi ci sono le detrazioni, e qui la cosa si fa divertente, perché ogni comune si inventa le sue (per dire: Modena ha undici diverse misure di detrazione, Asti nove) e questo scatena una entusiasmante creatività. Pagherà meno in generale chi ha due figli, uno dei quali si chiama Ferdinando e va male a scuola. Chi ha solo figlie femmine pagherà il due per mille in meno, al contrario di chi ha un cane di taglia media. Ci sono comuni che prevedono esenzioni sulla Tasi se l’immobile è occupato da famigliari, altri che prevedono riduzioni se quando nonna fa il ragù riesce a diffondere un delizioso profumo per le scale condominiali, altre ancora per chi non ha il citofono e chiama i congiunti dalla strada, alle sei del mattino svegliando tutti. I cognati biondi del padrone dell’immobile potranno detrarre il due per mille solo se ciechi da un occhio. Poi ci sono gli immobili di lusso, quelli normali, quelli scrausi, quelli crollati perché c’era la frana e quelli abusivi, che non esistono e quindi la Tasi non la pagano per niente. Poi ci sono le rateazioni, ovvio. Sempre a seconda del comune dove abita, uno può pagare tutto subito, oppure metà subito e metà a Natale, oppure un terzo subito, un terzo giovedì e un terzo domenica mattina, ma solo se non va a messa, nel qual caso la scadenza sarà lunedì. Poi ci sono comuni che ti mandano a casa il bollettino già compilato, che è una comodità, altri che ti spediscono un modulo F24, così fai tutto col computer e altri che scrivono l’importo sul tovagliolo di carta del bar, col dito, usando come inchiostro il ripieno della pasta. Insomma, la Tasi si prospetta come una grande festa italiana, un’occasione per dispiegare la fantasia per cui siamo famosi nel mondo. In tutto questo, forse un giorno si saprà quanto abbiamo pagato. C’è chi dice (l’Anci) che più o meno si pagherà quanto si pagava di Imu, ma divertendosi un mondo, e chi (Confedilizia) dice che si pagherà di più. Vai a sapere, mica è una scienza esatta, no? In ogni caso, bisogna apprezzare il fatto che non c’è più l’Imu, ovvio. Ma sì, dai, l’Imu, ricordate? Quella tassa sulla casa che abbiamo scambiato per un punto in più di Iva…

In ricordo di un amico

10 Settembre 2014 da Emilio Conti

Ciao Roberto