Dopo il post di Emilio (“Centrale a biomasse? No, grazie”), pienamente esaustivo della posizione del blog sulla questione della centrale a biomasse a Belgioioso, vorrei qui parlare di quello che ritengo sia l’essenza del problema, e cioè l’eco-sostenibilità di una centrale a biomasse.
Se stiamo a quanto ci dice un documento dell’ISDE – International Society of Doctors for the Environment (Medici per l’Ambiente):
“Affinché una centrale a biomasse possa definirsi eco-sostenibile deve avere un bilancio di CO2 pari a zero: la quota prodotta nel processo di incenerimento (cui va però aggiunta quella della fase di estrazione e di trasporto delle biomasse) deve essere bilanciata da quella “assorbita” dagli alberi durante il loro ciclo vitale.
In pratica, una centrale che voglia rispettare i canoni appena descritti dovrebbe avere una potenza non eccedente gli 0.5 MWe (Mega Watt elettrico) e un bacino di approvvigionamento di circa 10 km di raggio.”.
Questa affermazione ci porta dritti ad un’altra domanda: chi ci potrebbe garantire nel tempo l’eco-sostenibilità di un impianto a biomasse?
Per questo ci viene in aiuto Legambiente di Pavia, la quale ci dice che per avere garanzie circa l’eco-sostenibilità di un impianto a biomasse sarebbe necessario determinare alcuni requisiti verificabili, per cui suggerisce una certificazione da parte del CSQA – Certificazioni srl (organismo di certificazione indipendente).
Come potete capire da queste poche righe, l’eco-sostenibilità di un impianto a biomasse è, a nostro parere, una questione importante, che, riguardando la salute delle persone, meriterebbe un confronto serio, approfondito e libero da pregiudizi.
E invece a Belgioioso cos’è successo? E’ successo che, solo il 29 marzo scorso, i belgioiosini hanno appreso, dalla stampa locale, della volontà dell’Amministrazione comunale di realizzare una centrale a biomassa. In questo articolo, il capogruppo di minoranza Dr. Giuzzi pone il problema del passaggio di camion utilizzati per il trasporto di materiale verso la Centrale, e ci fa sapere che la società con la quale ha avuto un incontro, ne prevede “almeno un paio al giorno per portare circa quotidianamente 300 quintali di materiale” (non è detto però se sabato e domenica sono esclusi!). Sarà vero? Domanda legittima perché, da un progetto di una Ditta costruttrice (vedi qui), leggiamo che per alimentare un cogeneratore a biomasse da 1 Mgwe “si prevede il transito di 6/8 camion al giorno escluso sabato e domenica.”. La differenza fra le due situazioni dipende forse dal tipo di camion utilizzato?
Due giorni dopo, esattamente il 31 marzo 2012, la Giunta del Prof. Zucca approvava la Delibera n. 49, avente per oggetto: “Realizzazione e gestione di impianto alimentato a biomassa”.
La Delibera ed il relativo bando venivano poi esposti all’Albo Pretorio il 4 aprile 2012 (nel bando si invitano le Ditte costruttrici a presentare domanda entro il 19 aprile 2012).
Una velocità a dir poco sorprendente, non trovate?
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Per chi volesse approfondire l’argomento, propongo di seguito alcuni utili link.
– Beppe Grillo – Centrali a Biomasse (tratto da un suo spettacolo)
– Report – Puntata del 31.10.2010 dal titolo “Biomasse di massa” (edizione integrale)
– Direttiva CEE 77/2001 sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità.
– DECRETO LEGISLATIVO 29 dicembre 2003, n. 387 – Attuazione della direttiva 2001/77/CE – Promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell’energia e che modifica la direttiva 92/42/CEE.
– DECRETO LEGISLATIVO 8 febbraio 2007, n. 20 – Attuazione della direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione.
– Integrazioni al decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20 di attuazione della direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile sul mercato interno dell’energia, e modificativa della direttiva 92/42/CE.
– Autorità per l’Energia e il gas
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