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Nuova Unione dei comuni: alcune considerazioni

5 Ottobre 2009 da Emilio Conti

A spron battuto si è realizzata la nuova Unione dei Comuni “Terre Viscontee” tra i Comuni di Filighera, Linarolo, Torre de’ Negri e Belgioioso, fuorusciti dall’Unione del Basso Pavese.
Gli scissionisti hanno motivato il distacco affermando che l’Unione del Basso Pavese, così com’era, non era funzionale per la vastità del territorio e per non ben definiti “problemi nella gestione di alcuni servizi”.
Motivazioni che ritengo piuttosto deboli per spingere ben quattro Comuni all’unisono a sfasciare la vecchia Unione. Non era forse meglio – mi chiedo – impegnarsi e lavorare insieme per migliorare i servizi finora erogati piuttosto che “rovesciare il tavolo”?
Mah! Forse, le vere ragioni sono da cercare altrove.

Per avere un quadro di sintesi delle Unioni di Comuni in Italia, ed in Lombardia in particolare, ho disaggregato alcuni dati dell’ANCI (Associazione Nazione Comuni Italiani) aggiornati al maggio 2009.

Come si può vedere dalla Tabella 1, sono relativamente poche le Unioni dei Comuni finora realizzate in Italia dal 2000, anno di emanazione della Legge 267.
Quindi non tutti i piccoli e medi Comuni, nonostante gli incentivi regionali, si associano, anzi la stragrande maggioranza di essi non lo fa, e i motivi possono essere vari: dalla convinzione che non sia conveniente unirsi al timore di perdere rendite di posizione, dalla mancanza di fiducia nel progetto in sé all’egoismo campanilistico, dal timore di non superare problemi organizzativi ed avere poi ricadute negative a, perfino, contrasti personali fra i Sindaci.

Per quanto riguarda la Lombardia, gli abitanti sono complessivamente 9.032.554, distribuiti in 1546 Comuni, il 71,02% dei quali ha una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.
Anche qui la situazione delle Unioni di Comuni già avviate non è del tutto confortante (vedi la Tabella 2), nonostante che la Lombardia abbia un buon sistema incentivante di aiuti economici a sostegno delle Unioni. Dai dati in Tabella la Provincia di Pavia appare comunque la più virtuosa sia per numero di Unioni che per Comuni associati.
Per chi voglia studiare più a fondo il fenomeno lombardo, suggerisco una recente indagine (Luglio 2009) dell’IReR (Istituto Regionale di Ricerca) avente proprio come tema ”
Lo stato delle forme associative tra enti locali in Lombardia”.

Tornando infine alla costituenda Unione “Terre Viscontee” che ci riguarda più da vicino, a questo punto non possiamo fare altro che aspettare e vedere come verranno gestite le funzioni assegnatele, per cui è necessario che i cittadini vigilino attentamente, tenendo sotto stretta osservazione i prezzi e la qualità dei servizi erogati.

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Tabella 1 – Situazione generale delle Unioni di Comuni (dati ANCI/maggio 2009)
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Numero dei Comuni Italiani: 8.101
Numero dei Comuni associati: 1.368
Numero delle Unioni dei Comuni finora realizzate: 291
Numero degli abitanti dei Comuni associati nelle Unioni: 4.877.842
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Tabella 2 – Situazione delle Unioni di Comuni in Lombardia (dati ANCI/maggio 2009)
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Provincia (totale dei Comuni) Unioni Comuni Ass. Abitanti dei Comuni Associati
Milano 139 2 4 9.275
Como 162 5 9 29.092
Lecco 90 3 12 13.949
Bergamo 244 4 5 41.510
Lodi 61 1 2 1.761
Cremona 115 9 11 53.929
Mantova 70 2 8 12.066
Brescia 206 6 19 33.859
Sondrio 78 3 8 12.058
Varese 141 2 12 36.573
Monza Brianza 50
Pavia 190 19 62 57.884
Lombardia 1546 56 152 301.956

FAQ SULLE UNIONI DEI COMUNI

Premesso che le Unioni di Comuni sono regolate da specifiche norme di Legge nazionali e regionali (a cui si deve sempre far riferimento – vedi sotto alcuni utili link), per capire almeno qualcosa in più su cosa sono le Unioni di Comuni, ho predisposto – ad uso dei frequentatori del blog – queste brevi informazioni (che ovviamente non pretendono di essere esaustive, anzi sono gradite eventuali integrazioni o aggiustamenti).

Cosa sono le Unioni di Comuni?
Le Unioni di Comuni sono Enti a tutti gli effetti (chiamate anche Enti locali di secondo livello, al pari delle Comunità Montane), dotate di personalità giuridica e quindi con una propria struttura autonoma (presidente, giunta, consiglieri, impiegati, proprio statuto e un proprio bilancio).

I Comuni che si uniscono dovranno poi fondersi in un unico Comune?
No. L’Unione di Comuni non è finalizzata alla fusione dei Comuni che si sono associati, come era invece previsto dall’art. 26 della Legge 142/90 (abrogata).

Perché i Comuni si dovrebbero unire?
Scopo dell’Unione di Comuni è ottenere risparmi di risorse attraverso la gestione associata delle funzioni che i Comuni aderenti decidono di conferire all’Unione.

I Comuni sono obbligati a formare Unioni di Comuni?
No. L’Unione di Comuni è solo su base volontaria e, di norma, avviene tra Comuni limitrofi e di piccole o medie dimensioni.

Ci sono incentivi economici per le Unioni di Comuni?
Si. Le Regioni promuovono le Unioni di Comuni con incentivi economici, definiti da apposite disposizioni (per la Lombardia vedasi il Regolamento Regionale 2/2009).

Da chi sarà composto il Personale della nuova Unione?
Di norma, il Personale dell’Unione dovrebbe essere reperito dal Personale attualmente in servizio presso i Comuni aderenti, salvo specifici accordi o altre necessità.

Quali sono le funzioni/servizi che i Comuni possono o devono trasferire all’Unione?
Per le funzioni trasferibili all’Unione, dipende dalle scelte dei Comuni aderenti e da quanto definito dai Regolamenti regionali. Ad esempio, le Unioni di Comuni lombarde – per poter accedere al sistema incentivante – devono obbligatoriamente esercitare, in gestione associata, almeno quattro delle seguenti funzioni e servizi: sistemi informativi; ufficio tecnico; gestione economico-finanziaria; gestione tributi; urbanistica e gestione e tutela del territorio; organizzazione e personale; polizia locale; servizi socio-assistenziali.

Per chi volesse approfondire, ecco alcuni utili link:

Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 – “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”
Legge 3 agosto 1999, n. 265 – “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonche’ modifiche alla legge 8 giugno 1990, n. 142”
ANCI – Unioni di Comuni
ANCI Lombardia
Regione Lombardia – Regolamento Regionale 2/2009 – Unione di Comuni
Regione Lombardia – Legge Regionale 27 giugno 2008 , n. 19 – Riordino delle Comunità montane della Lombardia, disciplina delle unioni di comuni lombarde e sostegno all’esercizio associato di funzioni e servizi comunali

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La patata bollente

3 Ottobre 2009 da Emilio Conti

Da qualche giorno imperversa sulla stampa la polemica sulle assenze  di parlamentari delle opposizioni in due importanti votazioni, con la pubblicazione dei loro nomi e dei rispettivi partiti di appartenenza. Si tratta di una novità assoluta, per la stampa italiana, e che andrebbe accolta favorevolmente, anzi, c’è da rammaricarsi che questa iniziativa non sia stata adottata tempo fa. E’ molto importante, infatti, che gli elettori, siano essi di destra o di sinistra, vengano a conoscenza dei comportamenti di coloro che hanno contribuito ad eleggere al Parlamento e possano così giudicarli e tenerne conto nelle successive consultazioni elettorali. Non secondario, poi, il fatto che gli assenti “giustificati” si siano sentiti in dovere di rendere pubblico il motivo della loro assenza contribuendo così ad una maggiore trasparenza dei comportamenti.

A questo risultato si è giunti a seguito, come si diceva all’inizio, di due votazioni nelle quali, a causa dell’assenza di diversi esponenti delle “opposizioni”, (ma non solo, come si vedrà) i provvedimenti in discussione sono stati approvati; risultato che poteva essere ribaltato se, appunto, non ci fossero state tali assenze. In sostanza, quelle assenze si sono rivelate determinanti per le approvazioni, ed è stato questo fatto a suscitare l’indignazione e la conseguente reazione da parte di alcuni giornali che hanno parlato di “inconsistenza” dell’opposizione, qualcuno addirittura di “tacito appoggio” al governo.

Ricordando che la prima votazione di cui si sta discutendo riguardava la “Pregiudiziale di costituzionalità” al cosiddetto “Scudo fiscale”, mi sento di dire che la critica al comportamento delle opposizioni sia più che giustificata perché quell’iniziativa era partita proprio da loro. L’indignazione deriva appunto da questo: presentano una pregiudiziale e poi se la fanno bocciare perché ci sono delle assenze senza le quali tale pregiudiziale avrebbe avuto successo. Parlare di masochismo è riduttivo e bene ha fatto la stampa a metterlo in risalto.

Per quanto riguarda il secondo episodio, il voto di fiducia sullo “Scudo fiscale”, rimango più cauto. E’ pur vero che si sarebbe potuto battere il governo, ma sarebbe stata un’opzione veramente auspicabile per le opposizioni? A parte il fatto che bocciare un provvedimento governativo non significa l’inevitabile ricorso alle urne (il Presidente della Repubblica potrebbe assegnare l’incarico di formare un nuovo governo a qualche altro parlamentare della stessa “area” del premier dimissionario), siamo proprio sicuri che questo risultato sia quello auspicato dalle opposizioni? Chi se la sentirebbe di andare a governare il paese in questo momento? In piena crisi economica con le inevitabili tensioni sociali che già da adesso si stanno manifestando e che non potranno che aumentare? Non sarà meglio far “marcire” la situazione a tal punto che anche gli elettori moderati di destra  incominceranno a sentirne le conseguenze e, risvegliandosi  malamente dal rimbambimento mediatico a cui sono sottoposti, incominceranno a trarne le conseguenze e molleranno il “cavaliere”? Certo, se così fosse, sarebbe un calcolo ben cinico, ma in politica ci sta anche questo, anche se le conseguenze le pagano i cittadini (ma non tutti). Meglio lasciare la patata che scotta in mani altrui finché non se le sarà ustionate ben bene.

Nella votazione di ieri non sono mancati solo parlamentari del centro-sinistra ma anche alcuni vicini al presidente della Camera Fini: Roberto Menia, Donato Lamorte, Manlio Contento, Mirko Tremaglia. Anche questo è un segnale che meriterebbe qualche approfondimento.

Dopo gli spaghetti, pizza e mandolino

1 Ottobre 2009 da bsìa

Un’opposizione veramente intransigente

1 Ottobre 2009 da Emilio Conti

lapidePD
Da www.alessandrorobecchi.it