La grande truffa
31 Luglio 2009 da Emilio ContiChe l’affaire Alitalia fosse la più grande porcata che un governo nazionale possa aver fatto era già palese dall’inizio della vicenda. Solo chi non voleva vedere poteva credere a quanto il nostro governo (meglio: il Sig. Berlusconi) stava affermando. Adesso incominciano a circolare le prime cifre e la cosa si fa ancor più divertente. 😈 Per coloro che ancora vivessero nel mondo dei sogni, propongo parti di un articolo di Francesco Piccioni dal titolo “I conti in rosso dei Cai-mani”. Chi, dopo la lettura, dovesse scoprirsi un poco “incavolato” non si preoccupi: è un buon segno! 😎
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[…] forse anche per smentire le voci che danno per drammatica la situazione dei conti Cai, ieri si è riunito il cda della società. Il comunicato finale cerca di descrivere come “migliore delle attese” una situazione non rosea. Le perdite del primo semestre ammontano a 273 milioni, in linea con le “voci” che stimano in 500 milioni la perdita annuale attesa. Non male per una società privata che – caso più unico che raro nella storia – ha potuto acquistare soltanto le attività redditizie della vecchia compagnia, partire con zero debiti (tutti accollati allo stato), scegliersi il personale in barba ad ogni regola vigente, imporre un contratto capestro con l’aiuto del governo, sottopagare i dipendenti e aumentare i loro carichi di lavoro, operare con pianta organica insufficiente. Con in più il vantaggio di partire nel momento in cui il prezzo dei carburanti si dimezzava.
Tra i risultati considerati “semibuoni”, il vertice Cai inserisce il “raggiungimento” della quota del 50% del mercato domestico (le vendite effettuate in Italia per destinazioni nazionali e internazionali) e del 20% di quello internazionale (voli in entrata nel nostro paese). La colpa principale viene attribuita naturalmente al “contesto di mercato globale negativo”. […]
Non smentita invece l’altra voce che parla di una prossima richiesta di intervento da parte della Cassa Depositi e Prestiti. Del resto, che una società privata – controllata al 25% da Air France, a sua volta sotto controllo “pubblico” nel suo paese – possa avanzare una richiesta del genere è uno sproposito. Ma alcuni commentatori fanno notare che, in realtà, nei prossimi mesi la crisi del settore costringerà la Ue ad autorizzare una “rete di protezione generale” per le compagnie aeree. Nessuno potrebbe opporvisi, dopo quel che è stato fatto per salvare le banche. A quel punto, un “aiutino” pubblico potrebbe essere non solo invocato, ma preteso.
La storia di questa privatizzazione, d’altro canto, è un intreccio inestricabile di assurdità economiche e giuridiche, condite da colossali conflitti di interesse. […]