Too Cool for Internet Explorer

Bilancio di previsione di un Comune – Parte II: le Entrate

31 Maggio 2010 da sgur_di_tri

Continuiamo nella composizione del nostro Bilancio di previsione di un Comune e parliamo delle Entrate, che per legge sono suddivise in sei grossi raggruppamenti detti “TITOLI”, a loro volta suddivisi in categorie a seconda della diversa tipologia. Le Entrate, in parole povere, sono i soldi che si prevedono di introitare (o comunque si pensa di poter disporre) per far fronte alle Spese.

TITOLO I – Entrate tributarie
Questo Titolo comprende tutte le Entrate derivanti da imposte e tasse comunali come ICI, addizionale Irpef, imposte sulla pubblicità e sulle affissioni, ecc.

TITOLO II – Entrate derivanti da trasferimenti
In questo Titolo troviamo i fondi (soldi) che lo Stato, la Regione o la Provincia trasferiscono al Comune in via continuativa o straordinaria per le l’esercizio delle sue funzioni istituzionali.

TITOLO III – Entrate extratributarie
Questo Titolo comprende le rette, le tariffe, i canoni, gli affitti, le sponsorizzazioni, i rimborsi e i proventi diversi che il Comune percepisce per le varie attività che svolge e per i servizi che eroga.

TITOLO IV – Entrate derivanti da accensione mutui e prestiti
In questo Titolo finiscono le Entrate derivanti da alienazioni (vendita) di beni mobili ed immobili di proprietà del Comune, oneri di urbanizzazione, concessioni cimiteriali, ecc. che sono vincolati agli investimenti.

TITOLO V – Entrate derivanti da accensioni di mutui e prestiti
In questo Titolo troviamo le Entrate derivanti dall’emissione di prestiti obbligazionari o quando il Comune stipula un mutuo. Questi fondi sono generalmente vincolati per destinazione agli investimenti.

TITOLO VI – Entrate da servizi per conto terzi
Sono Entrate che il Comune trattiene su questo Titolo per conto di soggetti terzi (lo stesso importo lo troviamo nell’omonimo Titolo delle Uscite). Si tratta essenzialmente delle trattenute sugli stipendi che il Comune effettua come sostituto d’imposta (Inpdap, INPS, ecc.).

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
Nelle Entrate vengono indicati sotto la voce Avanzo di Amministrazione i soldi avanzati alla chiusura del Bilancio relativo all’anno precedente, che possono derivare da maggiori entrate o minori spese rispetto a quanto previsto. L’Avanzo di amministrazione può essere utilizzato per effettuare spese di investimento (vedasi l’Art. l’Art. 187 – TUEL – Decreto Legislativo 18.8.2000, n. 267 )

Adesso proviamo ad inserire i Titoli nella parte sinistra (Entrate) del nostro prospetto di Bilancio.

Entrate Uscite
Titolo I – Entrate tributarie
Titolo II – Entrate derivanti da trasferimenti
Titolo III – Entrate extratributarie
Titolo IV – Entrate da alienazione e trasferimenti di capitale
Titolo V – Entrate derivanti da accensione di mutui e prestiti
Titolo VI – Entrate da servizi per conto terzi
Avanzo di amministrazione

Nel prossimo post parleremo delle Uscite, cioè delle risorse (i soldi) che il Comune intende impegnare (spendere) per lo svolgimento delle sue funzioni istituzionali e per eventuali investimenti.

Fratelli d’Italia – Parte VIII: cos’è la Massoneria?

26 Maggio 2010 da sgur_di_tri

Dopo il post (Fratelli d’Italia. Parte VI) sull’origine della parola Massoneria, proviamo ora a rispondere ad una domanda apparentemente semplice, ma che da sempre ha assillato, e ancora oggi assilla, non solo gli storici, ma anche gli stessi massoni: cos’è la Massoneria?

Cercando nei siti ufficiali delle tre maggiori Logge italiane una definizione sintetica che spieghi cos’è la Massoneria, ho trovato, nel sito della Gran Loggia d’Italia (vedi qui), questa frase che mi è sembrata congeniale al nostro caso e che cito testualmente:Nelle pagine che seguono cercheremo di dare un’idea di ciò che la Massoneria ha rappresentato e rappresenta sia sul piano storico che simbolico, consapevoli che la complessità del fenomeno rende pressoché impossibile rappresentarne la portata in poche righe scritte.

E sì, anche una delle maggiori Logge italiane, pragmaticamente, non se la senta di dare una definizione breve (ha bisogno di più righe, afferma), perché la Massoneria ha varie sfaccettature, la si può guardare da varie angolazioni e per capirne la portata è necessario toccare argomenti diversi, per cui, secondo me, racchiuderla a tutti i costi in una definizione breve sarebbe fuorviante. Volete una controprova?. Eccola.

Quando vi capiterà di entrare in una libreria ben fornita, provate a chiedere in quale comparto potete trovare libri che parlano di Massoneria. Ebbene, sono certo che potreste trovarne qualcuno nel comparto di storia, qualcun altro in quello che comprende l’esoterismo, altri nel settore delle religioni (più o meno occulte), in quello di filosofia, o anche in quello dell’attualità politica, e potreste trovarne anche nel settore musica o in quello di architettura, e così via.

Questo perché la Massoneria abbraccia un po’ tutte queste tematiche. Allora, che dobbiamo fare per spiegare cos’è la Massoneria, se non abbiamo disponibile una definizione pronta all’uso? Occorre, secondo me, aggirare l’ostacolo e chiedersi semplicemente : chi sono i Massoni?

Chi sono coloro che entrano a far parte della Massoneria? Da quali ceti sociali provengono? Da cosa sono attratti? Quali sono gli ideali che condividono? Quali sono i loro obiettivi? Qual’è lo “spirito” (il “comune sentire”) che li pervade?

Ovviamente dovremo partire parlando dei Massoni di ieri per arrivare, attraverso tre secoli di storia della Massoneria, a parlare di quelli di oggi ed avere modo di vedere, nel contempo, come i Massoni abbiano fatto sentire il peso della loro presenza nella vita politica, sociale, culturale ed economica prima dell’Europa, e poi del mondo.

Come avete capito la Massoneria è un modo variegato e complesso, per cui conoscendo i Massoni avremo modo di capire l’evoluzione (e in certi casi le deviazioni) di questo moderno e controverso fenomeno sociale. Al prossimo post.

———- @ @ @ ———-

Per far comprendere l’attualità dell’argomento, propongo di seguito l’interessante intervista di Corrado Augias a Ferruccio Pinotti, autore del libro “Fratelli d’Italia” (di cui abbiamo parlato anche sul blog – vedi qui) e all’Avv. Gustavo Raffi, attuale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.

L’intervista (divisa in tre parti) è andata in onda su Raitre nel settembre 2009.

Intervista – Parte prima – Chi sono i liberi muratori;
Intervista – Parte seconda – Chi sono i liberi muratori;
Intervista – Parte terza – Chi sono i liberi muratori.

E poi vogliono chiudere Santoro!

24 Maggio 2010 da bsìa

Molti sanno che non amo guardare la TV e che cerco di assumerla a dosi ridotte: solo qualche film in prima visione (ormai rari come la celeberrima “mosca bianca”), qualche serie televisiva e poco altro. Di conseguenza certi spettacoli televisivi me li sono persi, per cui manco sospettavo esistessero. Oggi, andando a guardare un video dal sito di Beppe Grillo, ne ho scoperti una serie che mi hanno letteralmente lasciato allibito. Non tanto per quello che vi si vedeva, ma perché sono riprese trasmesse dalle cosiddette TV generaliste.

Qui sotto ve ne propongo qualcuno. Guardateli con attenzione e poi ditemi se avete per caso sentito qualcuno tra i nostri pretoni o politicanti lamentarsi e/o chiedere la chiusura per simili spettacoli. Si consiglia la visione a maggiori di quattordici anni. 😐

Bilancio di Previsione di un Comune – Parte I: concetti generali

24 Maggio 2010 da sgur_di_tri

Ogni anno, entro il 31 dicembre, tutte le Amministrazioni Comunali, come previsto dalla Legge,1 devono redigere ed approvare il Bilancio di previsione per l’esercizio (anno) finanziario successivo,2 ed il Bilancio pluriennale di previsione3 per il periodo minimo di tre esercizi successivi.

Il Bilancio di previsione è predisposto dal Sindaco e dalla Giunta comunale,4 viene poi sottoposto alla valutazione dl Collegio dei Revisori Contabili5 ed infine portato all’approvazione definitiva del Consiglio comunale.6

Con il Bilancio di previsione un’Amministrazione comunale indica quali risorse finanziarie (cioè quanti soldi) intende raccogliere (Entrate) e come intende usarle (Spese). Il Bilancio di previsione ci dice, in sostanza, quanto un Comune prevede di incassare e come prevede di spendere quanto ha introitato.

In allegato al Bilancio di previsione, l’Amministrazione comunale redige anche un documento in cui chiarisce da dove reperirà i soldi e in che modo pensa di spenderli. Questo documento si chiama Relazione previsionale e programmatica.7

Ad approvazione avvenuta, da parte del Consiglio comunale, il Bilancio di previsione diventa vincolante: non possono cioè essere attivate fonti di finanziamento diverse da quelle in esso previste, né possono essere utilizzati i soldi in maniera diversa da quella indicata. Per fare delle modifiche occorre una “variazione” di Bilancio (cioè un atto ufficiale della Giunta comunale).

Il Bilancio di previsione è, quindi, uno strumento di programmazione con cui si regolano i rapporti tra la Giunta e gli Uffici comunali, con cui la Giunta indica agli Uffici comunali quali sono le risorse (soldi) da reperire e come utilizzarle per lo svolgimento delle attività amministrative del Comune.

Il Bilancio di previsione di un Comune, come qualsiasi altro Bilancio (sia esso famigliare o aziendale) è organizzato secondo lo schema classico delle Entrate e delle Uscite.

Entrate Uscite

Nel prossimo post parleremo delle Entrate e cioè dei soldi che il Comune pensa di introitare.

  1. Per quanto riguarda i principi e la struttura del Bilancio di previsione vedasi dapprima il Decreto Lgs. 25 febbraio 1995 n. 77, e poi la successiva Legge 15 marzo 1997 n. 59 con cui si è dato il via al trasferimento, a Costituzione invariata, di molte funzioni strategiche gestite dallo Stato e da altri Enti Pubblici nazionali verso Regioni, Province ed altri Enti locali fra cui i Comuni.
    Fondamentale infine il Decreto Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 – Testo Unico delle Leggi sull’ordinamento degli Enti Locali – TUEL. e successive modificazioni, con cui si giunge al riordine delle funzioni come oggi le conosciamo []
  2. L’esercizio finanziario è il periodi di durata del Bilancio che per tutti i Comuni va dal 1° Gennaio al 31 Dicembre – anno solare []
  3. Il Bilancio pluriennale di previsione viene allegato al Bilancio di previsione annuale ed è redatto dal Comune in relazione al Bilancio pluriennale della Regione di appartenenza e deve essere non inferiore a tre anni – vedasi Art. 171 del TUEL 267/2000 []
  4. La Giunta comunale è l’organo esecutivo del Comune, è presieduta dal Sindaco ed è composta da un numero di Assessori variabile secondo le dimensioni del Comune []
  5. Il Collegio dei Revisori Contabili è un organismo indipendente che viene nominato dal Consiglio comunale ed ha funzioni di controllo sull’attività amministrativa con poteri di ispezione e di verifica, dà pareri, vigila sull’attività contabile e finanziaria, ecc. – vedasi al riguardo gli Artt. 234-241 del TUEL 267/2000 []
  6. Per il 2010, l’approvazione è stata prorogata al 30.06.2010 – vedasi Decreto Ministero Interno del 29.04.2010. Se l Bilancio di previsione non è approvato dal Consiglio comunale nei tempi previsti dalla Legge viene attivata la procedura di scioglimento del Consiglio comunale e il Comune viene sottoposto alla gestione provvisoria []
  7. La relazione Previsionale e Programmatica è un atto con cui si indicano per le Entrate le fonti di finanziamento e per le Uscite i programmi e gli eventuali progetti con l’indicazione degli obiettivi da raggiungere – vedasi al riguardo l’Art. 170 del TUEL 267/2000 []

Solo un incosciente?

15 Maggio 2010 da Emilio Conti

Il signore che vedete ritratto nella fotografia è quel signore che ieri, con le proprie dichiarazioni, ha mandato a picco tutte le borse europee (e non solo). Sarà un caso che il suddetto sia di origine svizzera? Oppure che sia il capo della Deutsche Bank, una delle principali (se non la maggiore) banca tedesca? In questi giorni i giornali ci informano che la Merkel era più che riluttante all’intervento per il salvataggio della Grecia e che solo, prima, i pugni battuti sul tavolo da Sarkozy, che ha minacciato il ritiro della Francia dall’Euro, e poi l’intervento di Obama, siano stati in grado di farle cambiare idea. Sarà, dunque, una coincidenza che il capo della maggiore banca tedesca se ne sia uscito con una simile dichiarazione a neanche una settimana dall’accordo raggiunto dall’UE? Solo dietrologia? Forse sarebbe il caso che qualcuno apra un’inchiesta sull’accaduto.

Fratelli d’Italia – Parte VII: Spedizione dei Mille

10 Maggio 2010 da sgur_di_tri

Sono passati 150 anni dallo spedizione dei Mille. E in questi giorni si possono seguire servizi televisivi (per la verità, pochi) che illustrano l’impresa di Garibaldi. C’è però un aspetto di quella vicenda su cui si sorvola (o di cui si fa solo un breve cenno), ed è il ruolo, secondo me non marginale, svolto dalla Massoneria.

Come sappiamo, Garibaldi si avvicinò alla Massoneria1 sin da quando era in Sud America, e inizialmente lo fece perché attratto dal motto massonico “Libertà, Uguaglianza e Fratellanza”; quando poi giunse in Italia continuò a frequentare gli ambienti massonici, anche perché da lì provenivano i più ferventi patrioti (Pisacane, Mameli, Cattaneo, Mazzini) che combattevano per l’unità d’Italia. E massoni erano anche tanti di coloro che in posti di rilievo contribuirono alla realizzazione della spedizione dei Mille. Eccone alcuni.

Nino Bixio, suo luogotenente, era massone, come lo era Giuseppe Cesare Abba (intellettuale e scrittore) e il pavese Benedetto Cairoli; erano massoni Giuseppe Finzi ed Enrico Besana che organizzarono la raccolta delle armi, come pure l’avvocato Francesco Crispi che operava in Sicilia, Antonio Meucci (l’inventore del telefono) che accolse Garibaldi quando andò in America per raccogliere fondi a favore della spedizione, fondi che poi pare fossero custoditi dal massone Ippolito Nievo, e massone era anche il Procuratore della Compagnia Rubattino, Giovanni Battista Fauchè, che diede le navi che partirono da Quarto.

Da più parti si sostiene inoltre che anche la Massoneria inglese (con cui Garibaldi pare fosse in contatto) “agevolò” (non solo finanziariamente) la spedizione dei Mille (non dimentichiamo che l’allora Re d’Inghilterra era il Gran Maestro della Massoneria inglese).

Per capire meglio, andiamo a rivisitare la vicenda dello sbarco a Marsala, così come la descrisse il garibaldino Giuseppe Bandi nel suo libro “I Mille”,2 e che di seguito sintetizzo:

All’arrivo dei Garibaldini nel porto di Marsala, la mattina dell’11 maggio 1860, c’erano anche in zona tre navi borboniche. Ma – guarda caso – proprio lì erano già ormeggiate anche due navi da guerra inglesi, a protezione – così si disse – delle botti di vino marsala, di proprietà di imprenditori inglesi, pronte per l’imbarco.

Il console inglese invitò espressamente il comandante borbonico a “non tirare vicino alla bandiera di Sua Maestà britannica” (così scrive Bandi), per cui solo nel pomeriggio, a sbarco avvenuto e dopo che le navi inglesi si allontanarono, i borboni spararono qualche cannonata, causando pochi danni, ma ormai era troppo tardi per fermare la spedizione.

Davvero una provvidenziale coincidenza la presenza delle navi inglesi a Marsala, non trovate?

  1. Per conoscere i rapporti fra Garibaldi e la Massoneria potete seguire un servizio del Telegiornale del Grande Oriente d’Italia (vedi qui) in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi. []
  2. Il libro “I Mille” di G. Bandi è disponibile per intero on-line (vedi qui). []

La Sacra Sindone: icona o reliquia?

6 Maggio 2010 da sgur_di_tri

Nei giorni scorsi Papa Benedetto XVI ha dichiarato di vedere nella Sacra Sindone “un’icona scritta col sangue, sangue di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso”, simbolo degli orrori del XX secolo (vedi qui). Il teologo Papa Ratzinger utilizzando il termine icona (immagine), decisamente diverso da quello usato invece da Papa Woytila, il quale definì la Sindone una reliquia (resto, residuo), è sembrato accantonare il problema dell’autenticità del Sacro Lino che avrebbe avvolto Gesù quando venne sepolto.

Fermo restando la straordinaria coincidenza delle ferite impresse sul sudario custodito a Torino con le ferite che tradizionalmente sono attribuite al Cristo crocifisso, c’è da dire che la disputa sull’autenticità della Sindone è partita da lontano, e cioè fin da quando apparve per la prima volta, verso metà del 1300.

Al riguardo, ricordiamo che nel 1543 Giovanni Calvino – nel suo “Trattato delle reliquie” –  attaccò la rivendicazione di autenticità dei vari sudari che in quel tempo erano in circolazione in tutta Europa (ne contò fino ad otto). Disputa che continua tutt’oggi, nonostante l’utilizzo dei più sofisticati sistemi di indagine.

Ovviamente, la discussione sull’autenticità non riguarda solo la Sindone, ma anche le numerose altre reliquie legate alla vita terrena di Gesù, che sono gelosamente custodite in diverse chiese di mezzo mondo e sono oggetto di culto da parte di molti fedeli.

Ad esempio, viene venerato il legno della Croce, il cui primo pezzo sarebbe stato trovato da Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, nel 326 d.c. (successivamente se ne sarebbero scoperti molti altri). Lo stesso dicasi per i chiodi1 della stessa Croce, che ebbero il potere di moltiplicarsi, e così per la corona di spine, i cui frammenti sarebbero preservati presso varie chiese di Francia.

In tempi e luoghi diversi sarebbero stati rinvenuti anche la lancia che trafisse il costato di Gesù, i sandali e la tunica che Gesù  avrebbe indossato quando fu condannato da Pilato (questa conservata nella cattedrale di Trier in Germania).

Inoltre alcune gocce del sangue del Redentore apparvero a Roma, in Belgio, in Francia, e anche in un’ampolla che venne recapitata da un Templare in Inghilterra nel 1247. Si arrivò perfino a sostenere di possedere un dente (da latte), dei capelli, delle unghie di Gesù, oppure una sua lacrima (custodita nella chiesa di Vendome, in Francia). Tutti reperti che necessiterebbero di attente e scrupolose verifiche.

——— @ @ @ ———-

Il mondo delle reliquie è indubbiamente un mondo tutto da scoprire, e allora, per chi volesse saperne di più, consiglio il libro di James Bentley dal titolo “Ossa senza pace” (Ed. Sugarco. 1988. 254 pagg.), in cui viene narrata la storia delle reliquie (sacre e profane) di santi e martiri, dall’antichità ai giorni nostri, e ci dice come tali reliquie furono trovate, custodite, comprate, vendute, disputate, frammentate, moltiplicate. Un libro tutto da leggere, molto documentato, che credo appassionerà sia i credenti che gli scettici gettando una nuova luce sulla storia sociale dell’Occidente, dagli albori del cristianesimo ai nostri giorni. Libro da cui ho tratto le brevi informazioni riportate nel post.

  1. Le scoperte di reliquie attinenti a Gesù però non sarebbero solo di antica data. Nel marzo scorso, ad esempio, nell’isola di Madeira, all’interno di una tomba in cui erano stati sepolti tre cavalieri Templari, è stato rinvenuto un antico chiodo che, secondo quanto sostiene un archeologo inglese, potrebbe trattarsi, anche in questo caso, di un ennesimo chiodo della croce di Gesù (vedi qui). []

Fratelli d’Italia. Parte VI: massone o framassone?

5 Maggio 2010 da sgur_di_tri

Non si può parlare di Massoneria senza prima sapere qual è l’origine del termine Massoneria. Ebbene il termine riprende la parola francese “Maçonnerie”, che sta a significare “l’arte di costruire edifici”, da cui poi deriva il termine “maçon” (poi tradotto in “massone”) e che in italiano significa “muratore”.

Nel medioevo venivano definiti “maçons” (“muratori”) coloro che facevano parte delle cosiddette Corporazioni dei costruttori (architetti, ingegneri, capomastri), specializzati nella costruzione di grandi edifici, come chiese, cattedrali, palazzi, fortificazioni, ecc.1

Questi “muratori”, quindi, detenevano professionalità e conoscenze non comuni, per cui il loro lavoro era molto richiesto. Essi si spostavano da una parte all’altra dell’Europa, chiamati dalle grandi e ricche famiglie (reali e non) e dalle comunità religiose per progettare e portare a termine l’edificazione di grandi edifici o complessi architettonici.

Per questa loro specializzazione, avevano ottenuto di essere affrancati (esentati, liberati) dal pagamento dei tributi e da obblighi verso l’autorità locale: da qui il termine “franc-maçon”, poi tradotto in italiano “framassone” (o anche “libero muratore“) e in inglese con “freemasons” o con “masonfree” (quindi dire “massone” e “framassone” è la stessa cosa).

Questa di cui abbiamo appena parlato è la Massoneria antica, chiamata anche “Massoneria operativa“, composta cioè da veri costruttori che “operavano” (costruivano).

Dopo la parola Massoneria, passiamo al termine Loggia, che come sappiamo normalmente identifica una struttura o una sede in cui si riuniscono gli iscritti alla Massoneria. L’utilizzo di questo termine è facilmente spiegabile, in quanto la loggia (come portico o galleria) era il luogo in cui sostavano i “muratori”, quando nel medioevo erano impegnanti nella costruzione di una chiesa o di un edificio. Il termine “Loggia” è invalso non solo per indicare il luogo di incontro dei membri di un gruppo massonico, ma anche il gruppo stesso. A volte il termine Loggia viene sostituito con “Officina” (inteso come laboratorio di idee, di pensiero).

E’ quindi dalla specifica attività di costruttori di edifici (muratori) che poi sono stati tratti nomi e simboli per passare, a partire dall’Inghilterra dell’inizio del 1700, alla “Massoneria speculativa” (o filosofica) come oggi la conosciamo (ma di questo aspetto avremo modo di parlare in uno dei prossimi post).

Per approfondire: D. Knoop/G. P. Jones – The Genesis of Freemasonry – Manchester University Press. 1947

  1. Le Corporazioni o Confraternite erano Associazioni normalmente presenti nella società medievale (le cosiddette Corporazioni delle arti e dei mestieri). Ogni Corporazione tutelava i propri iscritti (proprie regole, proprie scuole, ecc) e operava di fatto in regime di monopolio. Entrare in una Corporazione non era facile: si era chiamati (cooptati) o si era presentati da altri membri e si doveva prestare giuramento di fedeltà. Le Corporazioni erano tenute in grande considerazione e protette dal Signore locale. In casi particolarmente urgenti (ad esempio: guerre, assedi), il Signore locale convocava i maggiorenti delle Corporazioni a cui passava le proprie richieste (fortificazioni, armi, armature, archi, lance, ecc.); così facendo, riduceva al massimo i tempi di intervento: le Corporazioni si facevano carico delle richieste e provvedevano direttamente a coinvolgere i propri membri, garantendo così la realizzazione delle opere. []

Film e verità storica

23 Aprile 2010 da Emilio Conti

Oggi, come ci ha ricordato sgur_di_trì nel suo post,1 incominciano le proiezioni del film Agorà. Va però chiarito che, come spesso accade quando di un fatto ne viene data una versione cinematografica, la realtà storica è stata un po’ diversa da quella raccontata nella versione filmica.

Nella realtà lo scontro con Ipazia (e quello che rappresentava) non era  solo dovuto, come si evincerebbe dall’opera cinematografica, a una contrapposizione tra pagani e cristiani, ma anche da vero e proprio odio covato dal vescovo Cirillo verso la scienziata e, in senso lato, dalla sua sete di potere nel tentare di impadronirsi dell’Egitto. Va ricordato che Alessandria era una città multietnica, multiculturale, multireligiosa, sede di una biblioteca (formata da 700.000 volumi) aperta a tutti, e che per queste sue caratteristiche costituiva un forte ostacolo alla diffusione del cristianesimo in quell’area. Senza contare la notorietà e autorevolezza di Ipazia che era anche diventata amica del prefetto augustale Oreste.2

I monaci non erano dei “fanatici” (il loro comportamento lo farebbe sicuramente credere), ma la loro azione era deliberata: infatti i primi monaci cristiani non erano nient’altro che dei veri e propri “squadroni della morte” che avevano il compito di convertire, con le cattive, i recalcitranti ed erano agli ordini di qualche vescovo. Cirillo ne aveva a disposizione 12.000 (dodicimila) più i 600 parabolani che erano i veri e propri killer.

Ipazia non fu lapidata. Ma, catturata dai parabolani, venne portata nella cattedrale cristiana dove il loro capo, Pietro il Lettore, dopo averla denudata, le cavò gli occhi, che gettò sull’altare, e la diede in pasto ai suoi sgherri che la fecero a pezzi (la smembrarono) con dei gusci di conchiglia affilati, buttarono i pezzi del suo corpo in sacchi che trasportarono esultanti per la città fino al Cinerone, dove vennero bruciati assieme alla spazzatura (vedi qui). L’istigatore della sua morte fu Cirillo (vedi qui).

Per la cronaca: Cirillo è stato proclamato Santo e Padre della Chiesa!

  1. Uccidete Ipazia! []
  2. Per questa sua amicizia, e per la sete di potere di Cirillo, il parabolano Ammonio attentò alla vita del prefetto (lo ferì gravemente), venne processato e fatto morire sotto tortura. Ma il “buon” Cirillo, cambiatogli il nome in Thaumasios, lo fece tumulare in una chiesa. []

Edmondo Berselli: ci ha aiutato a capire l’Italia

13 Aprile 2010 da sgur_di_tri

Adesso sarà molto più difficile capire la politica, in questo passaggio cruciale, senza Edmondo Berselli, così ha scritto Filippo Ceccarelli su “La Repubblica”, per ricordare il giornalista e scrittore recentemente scomparso.

Edmondo Berselli aveva 59 anni ed era un grande editorialista di “Repubblica” e “l’Espresso”. Spirito libero e laico. Parlava di politica, di musica, di sport e di cultura, e finanche di gastronomia. Per chi non lo avesse conosciuto propongo tre lavori:

– il Promo 2009 dell’Opera musicale scritta dallo stesso Berselli con Shel Shapiro (ex leader dei Rockes) intitolata “Sarà una bella società”;

– l’intervista rilasciata a Corrado Augias nella trasmissione “Diario italiano” del 20.10.2008;

– l’ultimo articolo scritto per Repubblica il 17.03.2010 dal titolo “La sindrome del padrone”.