Too Cool for Internet Explorer

Ciao Margherita

30 Giugno 2013 da Emilio Conti

Per il ricordo di una grande Donna utilizzo il pensiero di un amico della lista tecnica. “Big Fava” non ne avrà a male sicuramente.  😉

Ha tagliato la corda la Hack.
Mi rode abbastanza il culo; pensavo fosse eterna o giù di li’.
Pensare che contemporaneamente, invece, continuano a campare, e sprecare risorse, individui ed individue ignobili, comincia a pesarmi.

Dio avrà il suo daffare a tenerla buona….

È la rete, bellezza!

14 Maggio 2013 da Emilio Conti

Questo blog è nato nel 2007 e da allora una delle critiche che maggiormente sono state rivolte è stata quella di consentire la pubblicazione di post in forma anonima (firmati con nickname). Le argomentazioni portate a sostegno della critica sono state sostanzialmente due: è inaccettabile scrivere qualcosa senza “metterci la faccia” e “è difficile dialogare con chi non si conosce”. Critiche che, per chi conosce veramente la rete, sono completamente infondate anche perché l’anonimato serve, tra l’altro, a far concentrare chi legge su quello che è scritto e non si chi l’ha scritto. Per quanto riguarda il dialogo non si capisce perché sia indispensabile conoscere chi scrive.

Questo argomento, l’anonimato, e balzato agli onori della cronaca qualche giorno fa quando il giornalista Enrico Mentana, ha reso pubblica la sua decisione di chiudere il suo account su Twitter perché non sopportava più gli insulti nascosti dietro, guarda un po’, l’anonimato.

Ieri su Punto Informatico è apparso un bel articolo che tratta proprio la questione dell’anonimato e non solo. Tutti coloro che in questi anni hanno criticato questo blog (ma anche, con più o meno velate critiche, su Facebook) sono pregati di leggere con attenzione l’articolo cliccando qui.

La rete ha le sue regole che non coincidono con quelle con le quali abbiamo convissuto finora. O si accettano così come sono o si rifiutano, e allora in rete non ci si va. In conclusione: leggete il fottuto manuale! 😆

W il prete!

25 Gennaio 2013 da Emilio Conti

Per Roberto

10 Settembre 2012 da Emilio Conti

In ricordo di un amico

Scomparsi?

30 Luglio 2012 da Emilio Conti

Qualcuno si sarà chiesto cosa stava succedendo al blog. Come mai da più di dieci giorni non veniva pubblicato niente: eppure di argomenti da discutere ce ne sono stati diversi. E allora?

Allora è successo che, a causa di una lieve indisposizione dell’amministratore del sito (ovverosia il sottoscritto) il blog non è stato aggiornato. Forse qualcuno sperava, ma quel qualcuno rimarrà deluso.

Sono tornato e adesso recupereremo il tempo perduto.

Stiamo allegri!

15 Giugno 2012 da Emilio Conti

Un’incantevole passeggiata – seconda parte

2 Maggio 2012 da Emilio Conti

La prima parte potete leggerla qui.

Un giorno infrasettimanale agli inizi di settembre 2011

Ore 8.50
Usciamo allo svincolo di Brig Zentrum e ci avviamo al parcheggio sotterraneo che si incontra sulla destra della strada, appena prima di arrivare nel centro di Briga. Entriamo e posteggiamo. Il parcheggio è ben illuminato e videosorvegliato e non costa neanche troppo, soprattutto se paragonato ai parcheggi di Pavia: 0,60 CHF1 all’ora, vale a dire mezzo euro!! Calziamo gli scarponi da trekking, ci mettiamo in spalla gli zaini e usciamo. Il parcheggio si trova a non più di cento metri dalla piazza principale, dove troviamo un’insolita animazione. Imbocchiamo la Bahnhofstraße, lunga non più di trecento metri, e alle 9.00 siamo davanti alla stazione da dove parte l’autopostale delle 9.18 per Blatten (ma non solo quello, ovviamente). Con il passare dei minuti la folla degli escursionisti continua ad aumentare, neanche ad agosto c’era così tanta gente. Appena dopo le 9.10 arriva l’autopostale. Gli escursionisti ordinatamente iniziano a salire e a fare il biglietto. Io intanto mi chiedo come cavolo riusciremo ad entrarci tutti. Ed infatti … Ed infatti, ad un certo punto, ecco spuntare un elvetico energumeno che si piazza davanti all’ingresso dell’autopostale e, sbraitando qualcosa in tedesco, blocca l’accesso al bus. Renzo ed io ci guardiamo, nessuno dei due ha capito una mazza. E mo’?  Mi guardo attorno e vedo gli altri escursionisti, che come noi non sono riusciti a salire, starsene tranquilli e beati. La mia preoccupazione è che gli autopostali fanno coincidenza con le partenze (ed arrivi) delle funivie. Dovremo perdere una mezz’ora aggiuntiva (intervallo che intercorre tra una corsa e la successiva della funivia)? Niente paura, gente, siamo in Svizzera! L’autopostale delle 9.18 parte con un paio di minuti di ritardo e non si è ancora immesso sulla strada principale che ecco spuntarne un altro con in bella mostra la scritta Blatten. Si ferma e carica quelli che erano rimasti. Saliamo anche noi e facciamo il biglietto: solo andata a Blatten 5,80 CHF.2 Il nostro bus parte alle 9.28. Il tempo per raggiungere Blatten è di circa 20 minuti.

Ore 9.50
Nessuna fermata intermedia. Arriviamo a Blatten proprio all’ora in cui dovrebbe partire la funivia. Niente paura anche in questo caso, gli addetti sanno già tutto e hanno ritardato la partenza. Dobbiamo fare i biglietti con andata Blatten-Belalp ma con ritorno Riederalp- Mörel. Il costo è di 21,40 CHF (si può pagare anche in euro). La cabina è stracolma, siamo pigiati come delle sardine. Reggera? 🙄

Ore 10.10
Eccoci a Belalp. All’uscita dalla stazione della funivia verifichiamo se l’abbigliamento va ancora bene. Siamo partiti, infatti, dai 678 metri di altitudine di Briga e siamo arrivati a 2094. Fa un po’ più fresco, ma niente di che, l’abbigliamento va bene così. Ci incamminiamo per la strada sterrata che porta all’Hotel Belalp dietro il quale ha inizio il sentiero. L’hotel dista un paio di chilometri che percorriamo tranquillamente discorrendo del più e del meno, e guardando il panorama (Briga, Rosswald, il passo del Sempione).

Ore 10.40
Siamo arrivati alla terrazza naturale che si trova dietro all’Hotel Belalp (con la sua caratteristica chiesetta che sarà visibile lungo tutto il percorso) che permette la vista sul ghiacciaio dell’Aletsch, lo Sparrhorn, l’Aletschhorn, l’Eggishorn e Riederfurka, e dove inizia il sentiero. Scattiamo qualche foto e partiamo.

— §§§ —

Il sentiero, all’inizio, è molto ampio ma va percorso con un minimo di attenzione perché a destra c’è il vuoto. Siamo per sempre in montagna. Ma chi dovesse soffrire di vertigini non deve preoccuparsi, basta tenersi a sinistra a ridosso della montagna. Si perde rapidamente quota fino ad oltrepassare un “canalino“, dopo di che la discesa diventa più dolce e meno esposta. Rimane solo un punto esposto e  dove il sentiero non è molto largo. Ma qui sono state poste della catene che servono da “corrimano” per coloro che hanno qualche problema con il vuoto. Comunque il tratto non è più lungo di dieci metri. Si arriva ad un bell’alpeggio con varie baite e una cappella dove, solitamente, gli escursionisti fanno una prima breve sosta per uno spuntino e dove si possono fare strani incontri. Il sentiero continua senza più alcuna difficoltà.

Ore 12.30
Dopo quasi due ore di cammino eccolo finalmente il famoso ponte sospeso in tutto il suo splendore. Lo vediamo dall’alto e ci occorrerà ancora un quarto d’ora per raggiungerlo.

Ore 12.45
Siamo arrivati al ponte sospeso. Ci fermiamo qualche minuto a leggere il cartello esplicativo delle caratteristiche del ponte stesso, nonché le informazioni riguardanti il ghiacciaio dell’Aletsch (tra cui spicca la notizia del suo arretramento annuo di 50 metri) e quelle delle foresta che si trova sul versante opposto (che è in graduale espansione). Scattiamo qualche foto e aspettiamo pazienti che una scolaresca accompagnata da due (atletiche) insegnanti, proveniente dalla parte opposta, termini la “traversata”. Incomincio per primo l’attraversamento seguito da Renzo. Mi fermo ad un certo punto e do uno sguardo di sotto: siamo sospesi a 80 metri d’altezza. Quando si attraversa, il ponte oscilla leggermente sia verticalmente (per il peso di chi ci sta camminando sopra) sia orizzontalmente (per il vento) dando la sensazione del beccheggio di una nave! 😆  La traversata non dura molto (sono “solo” 124 metri) e, appena arrivato dall’altra parte, scatto una foto al Renzo in arrivo (in tenuta “olandese”). 😆  Da questo momento cominciamo a salire. Fatti un centinaio di metri, diamo un’ultima occhiata al ponte.

Ore 13.00
Arriviamo al bellissimo e caratteristico Grünsee (lago verde), appena sopra al ponte, segnalato come area pic-nic. Ci fermiamo anche noi, tra i molti escursionisti, perché è ora di divorare qualche panino, addentare qualche frutto e qualche barretta di cioccolato. Durante la “pausa pranzo” discutiamo del più e del meno, sulle impressioni del ponte e del sentiero.

Ore 13.45
E’ ora di incamminarci, per arrivare ad Riederfurka mancano circa un paio d’ore e 450 metri di dislivello. Raccogliamo i rifiuti,  ci ricarichiamo gli zaini in spalla ed eccoci, ben ritemprati, affrontare la salita attraverso l’Aletschwald (foresta dell’Aletsch). Durante la risalita non c’è niente da rimarcare, tranne il bel sentiero ombroso tra i larici.

Ore 15,45
Ce l’abbiamo fatta. La prima cosa che si incontra a Riderfurka è un bar-chalet con terrazzo dove troverete torme di svizzeri assetati tracannare schiumosi boccali di birra. Appena più in là e un po’ più in alto, però, si trova la bellissima villa Cassel, sede del Centro Pro Natura Aletsch. Ancora qualche scatto fotografico al panorama visibile da dietro la villa e poi si incomincia la discesa dei 128 metri che ci separano da Riederalp.

Ore 16.05
Raggiungiamo la stazione della cabinovia di Riederalp e ci “imbarchiamo”.

Ore 16.20
Siamo arrivati a Mörel. Usciamo dalla stazione della cabinovia, attraversiamo la strada e raggiungiamo la stazioncina ferroviaria distante non più di cento metri. Facciamo i biglietti per Briga (costo 5,00 CHF) e aspettiamo il treno delle 16.30 che arriva, manco a dirlo, in perfetto orario.

Ore 16.40
Eccoci di nuovo a Briga. Ci incamminiamo verso il posteggio. Solita animazione. Alle 16.55 partiamo da Briga e alle 19.30 scarico Renzo a Pavia. Alle 19,45 sono a Belgioioso. Gran bella giornata di trekking.

Note
Per chi volesse cimentarsi nell’impresa:

Abbigliamento: buoni scarponcini da trekking (ma c’è anche qualche fuori di testa che usa le scarpe da ginnastica: sconsigliatissime), una giacca antivento, zainetto, un pile di scorta (non si sa mai), copricapo, ombrellino o mantellina per pioggia.

Costi (in franchi svizzeri riferiti all’anno 2011): 5,80 autopostale per Blatten da Briga, 21,40 funivia andata Blatten-Belalp ritorno Riederalp-Mörel, 5,00 treno da Mörel a Briga, circa 6,00 per il posteggio.

Percorso – Lunghezza del percorso: poco più di 10 Km. Dislivelli: in discesa 500 m., in salita 450 m. e in discesa 125 m. Qui trovate il profilo altimetrico.

Durata: 5 ore circa (più o meno, in dipendenza dal grado di allenamento e senza contare le soste).

Periodo consigliato: da metà giugno a metà settembre.

Consiglio: noi abbiamo fatto il percorso da Belalp a Riederalp. Nulla vieta di farlo al contrario, da Riederalp a Belalp. Io però lo sconsiglio. Infatti da Belalp al ponte il sentiero è quasi completamente allo scoperto; questo significa poter ammirare tutto il panorama circostante in ore ancora relativamente fresche. Dal ponte a Riederalp, invece, il sentiero lo si percorre nelle prime ore pomeridiane ed il caldo è maggiore oltre ad essere in salita: meglio farlo, dunque, all’ombra della foresta dell’Aletsch.  Salire, invece, dalla parte opposta nelle prime ore del pomeriggio sotto al sole e con un dislivello, seppur di poco, maggiore è impresa non molto sensata! O da masochisti. 😆

  1. Franco svizzero []
  2. Ho scoperto successivamente che per ragioni di sicurezza gli autobus non accettano passeggeri che rimangono in piedi, tutti devono essere seduti. []

Un pesce rivelatore

29 Aprile 2012 da Emilio Conti

Noi del blog, quando scriviamo qualcosa, cerchiamo di farlo seriamente e in modo documentato, citando atti pubblici, articoli di stampa, link ad altri blog, ecc. Spesso scriviamo anche in modo “irriguardoso”, “cattivo” e “provocatorio”, ma in quei casi cataloghiamo i post nelle categorie “Satira” oppure “Politica locale con sfottò”. Per cui, il frequentatore del sito difficilmente può fraintendere quello che pubblichiamo.

Ma, sapete com’è, l’età avanza e, con l’età, c’è la tendenza a ritornare bambini.. E i bambini, talvolta, sanno fare degli scherzi birichini. Così, a uno di noi, non facciamo nomi, è venuta una “brillante” idea: “Che ne diresti se facessimo un innocente scherzo ai belgioiosini?” “Purché sia innocente e che si possa intuire che di scherzo si tratta” ho risposto. E così l’abbiamo fatto!

Con il passare del tempo, vedendo che nessuno ci chiedeva spiegazioni, abbiamo pensato che lo scherzetto fosse stato “sgamato”, al che non ci abbiamo più pensato. Fino all’altro giorno, quando ho scoperto, con molta sorpresa in verità, che qualcuno aveva abboccato. Ma di cosa sto parlando. Sto parlando del post Bastian contrari? che è stato un “Pesce d’aprile”. Ma da cosa si poteva intuire? Innanzitutto dalla data in cui il fantomatico comitato dava appuntamento in piazza Della Libertà, vale a dire … il 1° di aprile!!! E poi perché nell’invito all’aperitivo c’era scritto: “Alle 11,30 ci sarà un aperitivo, con degustazione di pesciolini fritti per tutti i partecipanti!” Aperitivo con pesciolini?

Questo episodio, però, mi ha fatto riflettere sul potere di quello che si scrive: se qualcuno, nonostante gli indizi, ha abboccato all’amo dello scherzo, cosa può succedere al cittadino che ha letto il volantino che il sindaco ha distribuito, a difesa della centrale a biomasse, e in cui promette che i belgioiosini non pagheranno l’IMU sulla prima casa (se la centrale si costruirà)?.1 Il fatto è che lo Zucca tratta i suoi concittadini come dei bambini un po’ tonti … e, forse, non ha tutti i torti, visto le voci che stanno circolando in paese: “ci darà la carbonella gratis!”. “Non ci farà pagare l’IMU!”.

Potenza della parola.

P.S. Non faremo più pesci d’aprile! 😐

  1. Non vi ricorda la stessa mossa fatta dal Berlusconi in campagna elettorale quando promise, in caso di elezione, l’abolizione dell’Ici? []

Centrali a biomassa

11 Aprile 2012 da Emilio Conti

Un’incantevole passeggiata – prima parte

22 Marzo 2012 da Emilio Conti

Per una volta tralascio di scrivere a proposito della politica locale o nazionale, o di economia. Questa volta voglio parlarvi un po’ di trekking e di montagna, e proporvi una “passeggiata” che chiunque, con un po’ (veramente poco) di allenamento è in grado di effettuare. Una passeggiata che permette la visione di panorami bellissimi (ecco alcuni scatti per darvene un’idea:1 terrazza, stele, lago, ghiacciaio) e l’esperienza dell’attraversamento di un “lungo” ponte sospeso, il tutto in una zona dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’U.N.E.S.C.O.

E’ da qualche anno che frequento, durante i mesi estivi, sia le valli dell’Ossola che la parte della Alpi Bernesi nei pressi di Briga (e non solo, ma anche i passi Grimsel e Furka). Ed è durante le escursioni lungo il ghiacciaio dell’Aletsch che mi sono imbattuto, girovagando tra stazioni di funivie e cabinovie, in diversi depliant pubblicizzanti un magnifico ponte sospeso, con tanto di foto, proprio nei pressi del ghiacciaio. Non capendo un accidente di tedesco (nonostante il Canton Vallese sia bilingue – l’altra lingua è il francese – tutto ciò che trovate scritto da quelle parti è rigorosamente in lingua teutonica), ho chiesto informazioni nell’Ossola. Ma tutti coloro che interpellavo nulla sapevano di questo ponte. L’estate scorsa, però, facendo un giro turistico automobilistico sopra Briga, arrivo nel paesino di Blatten e, rovistando tra i depliant della stazione della funivia, scopro che proprio da sopra il paese, precisamente da Belalp, inizia il sentiero che porta al ponte sospeso. Biglietto immediato e salita a Belalp per verificare e, finalmente, ecco scoperto l’arcano.

In effetti il famoso ponte permette di attraversare la gola della Massa mettendo in comunicazione Belalp con Riederalp. Volete che, dopo così tanto “penare”, il sottoscritto non si precipiti all’escursione? Esatto, due giorni dopo ero già con lo zaino in spalla. Il percorso è veramente bello e non particolarmente difficile.

Appena tornato dalle vacanze, ai primi di settembre ricevo la telefonata dell’amico Renzo che vuol sapere com’era andata. Gli faccio un breve sommario delle varie escursioni citando, ovviamente, anche quella del “ponte”. “Allora mi ci devi portare”, sbotta l’alpinista esperto, e così qualche giorno dopo ecco i due “giovincelli” partire per l’impresa.

Quella che segue è la “cronaca” della spedizione. Spero che interessi e serva a qualcuno che voglia cimentarsi nella “passeggiata”.

Un giorno infrasettimanale agli inizi di settembre 2011

Ore 5.15
La sveglia “cicaleggia”. Su dal letto! Rapida “abluzione” e altrettanto rapida vestizione (l’abbigliamento da trekking già pronto dalla sera prima, così come lo zaino e gli scarponi posizionati presso la porta). Tolgo i panini dal freezer (anche questi preparati il giorno prima), li infilo nello zaino assieme a qualche frutto. Esco e scendo al box.

Ore 5.30
Sono davanti al box, guardo il cielo: sfavillio di stelle. Sarà un’ottima giornata per l’escursione? Sembrerebbe, ma il nord delle Alpi può riservare delle spiacevoli sorprese. Non sarebbe la prima volta che, partito senza la benché minima nuvola, devo rinunciare all’escursione perché … al nord c’è NEVE! Sono tranquillo, però, perché corroborato dalla meteo svizzera (che “azzecca” le previsioni al 95%) che dà bel tempo dappertutto. Butto zaino e scarponi nel bagagliaio dell’auto e mi avvio.

Ore 5.40
Arrivo davanti a casa di Renzo (periferia est di Pavia) che non mi dà neanche il tempo di spegnere la macchina che sta già uscendo. Era già pronto ai blocchi di partenza ed è scattato alla vista dei fari. Rapidi saluti (Ciau siu. Ciau nonu), carico zaino, scarponi e lui; inversione di marcia e ritorno in tangenziale (quella di Pavia) da cui ero uscito per raccattare il tizio. Via verso la statale dei Giovi fino a Binasco e poi autostrada dei Fiori e tangenziale di Milano.

Ore 6.10
Siamo in tangenziale (Milano). Il traffico è già sostenuto, ma ancora ben scorrevole. Impiego dieci minuti ad arrivare al casello della Laghi. Uno dei tratti più “incasinati” è alle spalle.

Ore 7.35
Siamo a Domodossola. Proseguiamo senza uscire dalla superstrada. Abbiamo deciso di fare colazione a Varzo (appena prima del confine con la Svizzera). Arriviamo a Varzo alle 7.50: barettino, cappucci e brioche e alle 8 siamo di nuovo in macchina verso la frontiera.

Ore 8.00
Dogana italiana a Iselle, rallento, i documenti d’identità pronti … ma non si vede l’ombra di un agente di frontiera: si prosegue. Arriviamo a Paglino dove passa il confine tra Italia e Svizzera (e dove una volta le dogane svizzera e italiana coabitavano):2 eccolo il cartello blu con scritto Schweiz in bianco! Nei pressi della dogana di Gondo rallento, le carte d’identità sempre pronte. Qui il doganiere c’è; ci guarda arrivare dal suo “gabiotto” e ci fa segno di proseguire. Ci inoltriamo velocemente nelle gole di Gondo e Iniziamo la salita al passo del Sempione.

Ore 8.10
Il valico del passo del Sempione rappresenta il secondo collo di bottiglia del percorso (il primo è la tangenziale di Milano), per due motivi. Innanzitutto per il traffico pesante, non tanto in salita perché ci sono tratti in cui è presente una terza corsia per il sorpasso, quanto in discesa, perché gli autotreni devono usare il meno possibile i freni (c’è il pericolo che s’incendino) e molto il freno motore, per cui scendono con le ridotte innestate a una velocità massimo di 30 Km/h e in discesa le corsie di sorpasso non ci sono. E se capitate dietro ad un camion in discesa potete anche mettervi il cuore in pace. Secondariamente è da qualche anno che sono in corso dei lavori per la sistemazione di una lunga galleria paramassi che si trova appena dopo lo scollinamento (provenendo dall’Italia) e che viene attraversata a senso unico alternato;  il tempo di attesa al semaforo, se siete i primi ad aver “beccato” il rosso, è di 10 minuti.
Il programma che devo rispettare prevede che si debba arrivare a Briga almeno per le 9. Facciamo la salita senza trovare anima viva e in meno di dieci minuti siamo al passo, ma quello che temevo si avvera. Ecco il maledetto semaforo … ed è rosso! Fortuna vuole, però, che ferme ci siano solo due macchine, niente autotreni. L’attesa è di nove minuti e ne approfittiamo per gustarci il panorama delle Alpi bernesi di fronte a noi. Sebbene le due vetture che ci precedono non siano guidate da “maghi del volante”, la discesa è piuttosto veloce e alle 8.50 arriviamo allo svincolo di Brig Zentrum: siamo in perfetto orario, anzi, persino un po’ in anticipo.

Fine prima parte.

La seconda parte potete leggerla qui.

  1. Le fotografie sono state prese in tempi diversi e questo è il motivo per cui in alcune il cielo è parzialmente nuvoloso, mentre in altre è completamente sereno. []
  2. Poi, per il grande traffico di mezzi pesanti che dovevano disbrigare le pratiche doganali e per il poco spazio per i posteggi, hanno deciso di spostare la dogana italiana a Iselle (tre chilometri prima del confine vero e proprio) e quella svizzera a Gondo (un chilometro dopo). []