Lotta all’evasione fiscale: dalle parole… ai fatti?
4 Settembre 2011 da sgur_di_triIl tema della lotta all’evasione fiscale è (come si dice) di scottante attualità, e da più parti si sostiene che questa lotta debba essere intensificata (lo ha ribadito anche il Presidente della Repubblica nel suo recente intervento al meeting CL di Rimini).
Detto questo però, penso che sia arrivato il momento di passare dalle parole (e dagli spot televisivi!) ai fatti. E per fatti intendo che si comincino ad emanare leggi severe da mettere a disposizione delle Autorità competenti!
Ci sarà davvero la volontà di farlo? Saranno varate norme incisive per battere questo fenomeno? Non lo so! Lo posso solo sperare! Per il momento, però, a me il dubbio rimane, specie dopo aver letto una norma contenuta nel recentissimo “Decreto Sviluppo 2011” (Decreto Legge 70 del 13 maggio 2011, poi convertito, con modificazioni, nella Legge 106 del 12 Luglio 2011.
Si tratta dell’Articolo 7 dall’ammiccante titolo di “Semplificazione fiscale”. Mi riferisco in particolare al Comma 1 lettera a che, inizialmente passato sotto silenzio, ora sembra stia accendendo il dibattito fra gli addetti ai lavori (vedi qui, qui e qui). Ma vediamo di cosa si tratta.
Art. 7 – Semplificazione fiscale
Per ridurre il peso della burocrazia che grava sulle imprese e più in generale sui contribuenti, alla disciplina vigente sono apportate modificazioni così articolate:
a) Esclusi i casi straordinari di controlli per salute, giustizia ed emergenza, il controllo amministrativo in forma d’accesso da parte di qualsiasi autorità competente deve essere unificato, può essere operato al massimo con cadenza semestrale, non può durare più di quindici giorni.
Gli atti compiuti in violazione di quanto sopra costituiscono, per i dipendenti pubblici, illecito disciplinare.
Codificando la prassi, la Guardia di Finanza, negli accessi di propria competenza presso le imprese, opera, per quanto possibile, in borghese;
b) (… omissis …)
Oibò! Ora, passi pure che il controllo amministrativo presso un’impresa debba essere unificato e che (specie per le PMI e le microimprese) non duri più di 15 giorni, ma non vi suona alquanto singolare che:
– il controllo (esclusi i citati casi straordinari per salute, giustizia ed emergenza) possa essere operato al massimo con cadenza semestrale?
– qualora l’incaricato acceda ad un’impresa prima della scadenza dei sei mesi dall’ultimo controllo, questo atto possa costituire un illecito disciplinare per il dipendente pubblico?
– la Guardia di Finanza, negli accessi di propria competenza alle imprese, debba operare, per quanto possibile, in borghese (sic!)? Il legislatore si è forse accorto che il color grigio antracite della nuova uniforme dei Finanzieri (entrata in vigore solo da marzo 2011) potrebbe arrecare danno alle capacità visive dell’imprenditore controllato? Boh?!
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Ciò detto, è chiaro che stiamo parlando di una noma che potrebbe avere un notevole impatto sul fronte dei controlli non solo fiscali (pensiamo, ad esempio, al mondo del lavoro), per cui mi chiedo: siamo proprio sicuri che è con norme come questa che si intensifica la lotta all’evasione fiscale?
Sono forse io che sono rimasto uno dei pochi ad essere convinto che, quando c’è un crimine diffuso, i controlli vadano aumentati, e non diminuiti?
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