Too Cool for Internet Explorer

“Te ciàpet la barchéta, te ciàpet el camél e te tùrnet a cà!”

29 Dicembre 2009 da sgur_di_tri

Saranno vere le accuse che i giudici muovono all’Assessore Regionale ai Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza della Regione Lombardia Piergianni Prosperini, arrestato qualche giorno fa e rinchiuso nel carcere di Voghera? Mah?! Chissà chi lo sa!

Certo è che se fossero confermate le indiscrezioni dell’Espresso del 18.12.2009 sarebbe proprio uno scandalo. Nell’articolo non si parla solo di tangenti per Odeon TV, ma anche di sostanziose mazzette per la vendita di pescherecci al Governo dittatoriale eritreo (puoi vedere qui anche la video-inchiesta del giornalista Fabrizio Gatti de “L’Espresso” sui rapporti tra Italia ed Eritrea, in cui Prosperini parla del suo amico Isaias Afaweki Presidente eritreo).

Oppure, siamo ancora una volta di fronte ad una giustizia “ad orologeria” agli ordini della sinistra giustizialista, e ai soliti “giudici massimalisti”, che fanno politica e vogliono ribaltare il voto degli italiani e che, guarda caso, compiono arresti proprio alla vigilia delle elezioni regionali, per condizionare il voto dei lombardi? Staremo a vedere.

Per ora vi garantiamo che seguiremo gli sviluppi della vicenda con grande disinteresse.     Nel frattempo “godiamoci” (si fa per dire) una serie delle “migliori performance” televisive del nostro “paladino della fede”, “baluardo della cristianità”, nonché “indomito difensore della croce”.

Lurido fascismo

21 Dicembre 2009 da bsìa

Si stanno cagando addosso! Leggete qui:

http://punto-informatico.it/2776165/PI/News/se-online-un-aggravante.aspx

Ma la rete li distruggerà! Fanculo!! 👿

Il partito dell’amore? RIDATEMI CICCIOLINAAAAA!!!!! 😎

Non è un Paese per cinquantenni!

17 Dicembre 2009 da sgur_di_tri

Si parla tanto dei giovani che non trovano lavoro, che sono loro le vittime principali di questa crisi. Su questo siamo tutti d’accordo, ma accanto ai giovani io ci metterei anche quei cinquantenni che, pur non avendo ancora raggiunto i requisiti per la pensione, vengono letteralmente “sbattuti” fuori dal mondo del lavoro, senza la prospettiva di un loro reinserimento. Dalla parte dei giovani almeno c’è il fatto, secondo me non tanto banale, di essere giovani, cosa che consente loro di guardare al futuro ancora con un certo grado di ottimismo, quell’ottimismo che invece un cinquantenne fa fatica ad avere ancora.

A questo proposito, vorrei parlarvi di un incontro che qualche giorno fa ho avuto con una mia vecchia conoscenza (e stavolta, credetemi, è tutto vero), per far capire il dramma che le persone di quest’età e in queste condizioni stanno vivendo.

Sono al supermercato. Incrocio A.B. (cinquantacinque anni) che non vedevo da una decina d’anni.  Ebbene, tutte e due, con il carrello della spesa, ci salutiamo quasi all’unisono, con il classico “Oh! E’ da un po’ che non ci si vede. Come stai?”. Al mio “Abbastanza bene, e tu”. Lui mi risponde: ”Di salute abbastanza bene anch’io, ma è il resto che non va bene!” – e subito intuisco che vuole quasi sfogarsi – “Ho fatto l’impiegato presso la D.H. (sigla di fantasia) fino a tre anni fa. La fabbrica, come saprai perché ne hanno parlato tutti i giornali, ha chiuso, e, dopo il solito periodo di cassa integrazione, mi hanno messo “in mobilità”, cioè sono disoccupato (non si ha neanche più il coraggio di chiamare le cose col proprio nome). E ora non riesco più a trovare lavoro! Ho cercato dappertutto. Ho lasciato pure il mio nome in tutte le agenzie per lavoro interinale di Pavia. Aspetto che mi dicano qualcosa. Bah! Vedremo” – e mentre mi parlava abbassava lo sguardo e scuoteva la testa – “Per il momento non c’è niente da fare, tutti mi dicono che sono troppo vecchio, che se solo avessi avuto qualche anno in meno, forse… Non posso neanche sperare di andare in pensione perché, nonostante abbia cominciato a lavorare da quando avevo 16 anni, mi mancano cinque anni di contributi che un mio vecchio datore di lavoro non ha mai pagato. Spero proprio che qualcosa cambi presto, se no la vedo dura”. Tira un sospiro, e poi continua: “Tu per caso non conosci qualcuno che magari ha bisogno, che so, di pulire il giardino o altro .….sono disposto a fare qualsiasi lavoro. Scusa se te lo chiedo, ma non potresti segnarti il mio numero di telefono”. Cosa che faccio subito. “E se ti capita qualcosa, ti chiederei per cortesia di farmelo sapere. Mi faresti un grosso favore. Ti ringrazio” e mi stringe la mano con forza, quasi a voler siglare un patto tra di noi.

Ci siamo fermati ancora un attimo parlando d’altro, ma nel frattempo, non potevo fare a meno di pensare a quello che mi aveva appena detto, alla compostezza ed alla dignità che trasmetteva mentre mi parlava. Sembrava una persona umiliata, ferita nell’orgoglio, di una ferita che non sanguina (ma sappiamo tutti che sono queste le ferite che fanno più male). Pareva vergognarsi del suo “essere disoccupato”, di cui non riusciva a capirne le ragioni (lui che aveva lavorato sempre), assalito da un malcelato e opprimente “senso di colpa”. Alla fine, al momento di salutarci, mi augura Buon Natale. E sì, perché, ad essere sinceri, mi ero completamente dimenticato del Natale!

Devo ammettere che questo incontro mi ha lasciato una profonda tristezza che, a distanza di qualche giorno, mi tiro ancora dietro e faccio fatica a scrollarmi di dosso. Perché ritengo che situazioni simili siano più numerose di quando si pensi, e tutto sommato ancora poco visibili, ma che la necessità spinge, sia pur a fatica, ad uscire dal chiuso delle case, dove sono ancora vissute con pudore e compostezza. Penso inoltre che, se non si dovessero trovare soluzioni a breve, non solo ho il timore che la crisi possa estendersi fino ad investire anche i quarantenni, ma che possano aprirsi scenari di povertà diffusa nella nostra società.

So che questa storia poco si adatta al clima luccicante da Natale televisivo a cui ci hanno abituati, ma se ho voluto condividere con voi un episodio così personale, l’ho fatto perché ho pensato fosse doveroso ricordare, specialmente in questo periodo così pieno di luci, buoni sentimenti (dichiarati) e canzoncine melense, che succede anche questo nell’Italia di oggi.

Io ti amo

16 Dicembre 2009 da Emilio Conti

Veltroni è un coglione.

Veltroni è un miserabile.

Giuliano Amato, l’utile idiota che siede a palazzo Chigi.

Prodi? Un leader d’accatto.

La Bindi e Prodi sono come i ladri di Pisa: litigano di giorno per rubare di notte.

Prodi è la maschera dei comunisti.

Prodi è un gran bugiardo pericoloso per tutti noi.

Il centrosinistra? Mentecatti, miserabili alla canna del gas.

Lei ha una bella faccia da stronza.

Le nostre tre I: inglese, Internet, imprese. Quelle dell’Ulivo: insulto, insulto e insulto.

I Ds sono i mandanti delle toghe rosse.

I giudici di Mani Pulite vanno arrestati, sono un’associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell’ordine democratico.

Boicotteremo il Parlamento, abbandoneremo l’aula, se necessario daremo vita ad una resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia.

Il presidente Scalfaro è un serpente, un traditore, un golpista.

O devoluzione o guerra.

Se vinciamo non faremo prigionieri.

Santoro e Vauro sono due sciacalli.

Italia vaffanculo!

Clima d’odio

15 Dicembre 2009 da Emilio Conti

Chi ha detto che chi non vota per lui è un “coglione”?

Chi ha detto che i magistrati sono dei “matti antropologicamente diversi dal resto della razza umana”?

Chi ha detto che gli ultimi tre presidenti della Repubblica sono dei “golpisti”?

Chi ha detto che i giudici costituzionali e i giudici di Milano e Palermo sono dei “fomentatori di guerra civile”?

Chi ha detto che Biagi, Santoro e Luttazzi sono dei “criminosi”?

Chi ha detto a Casini e Follini “mi avete rotto il cazzo”?

Chi ha minacciato i suddetti Casini e Follini “vi faccio attaccare dalle mie tv”?

Chi ha invocato il “regicidio” per rovesciare Prodi?

Chi ha detto che in Italia c’è una “sinistra di merda”?

Chi ha detto che la suddetta sinistra deve “morire ammazzata”?

Chi annunciava “trecento uomini armati dalle valli della bergamasca”?

Chi ha minacciato di “oliare i kalashnikov”?

Chi voleva “drizzare la schiena” a un giudice poliomielitico?

Chi ha detto “siamo veloci di mano e di pallottole che da noi costano 300 lire”?

Chi ha urlato ai giudici europei “dovete morire”?

Chi ha chiamato “assassini” i pm di Milano e Palermo?

Chi ha definito “mafioso” Caselli?

Chi ha definito il suddetto Caselli “mandante morale dell’omicidio di don Pino Puglisi”?

Chi ha fatto pedinare il giudice Mesiano dopo la sentenza per il rimborso a De Benedetti?

Chi ha accusato Dino Boffo di essere gay?

Chi ha accusato Veronica Lario di farsela con la guardia del corpo?

Chi ha accusato Fini di essere un traditore al soldo dei comunisti?

Chi ha seviziato Giancarlo Mascia?1

Chi ha polverizzato la villa della vicedirettrice dell’Espresso Chiara Beria?

Chi ha spedito a Stefania Ariosto una testa di coniglio mozzata?

Chi ha fatto il gesto di mitragliare una giornalista russa?

Chi ha scritto “Siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia”?

Chi ha detto che gli immigrati “vanno cacciati come conigli”?

Chi ha sbraitato in tv che “Maometto era un pedofilo”?

Chi ha detto che i magistrati sono “una metastasi della politica”?

Chi ha detto che la Costituzione è “filosovietica”?

Chi ha detto che gli interventi del Quirinale “fanno ridere”?

Chi ha definito il Parlamento “pletorico, inutile e dannoso”?

Chi ha definito i parlamentari “tacchini”?

Chi a detto a dei contestatori “non avete dignità”, “mi fate pena e disgusto”, “siete dei poveri comunisti”?

  1. Animatore dei comitati Boicotta il Biscione []

Chi semina vento?

14 Dicembre 2009 da Emilio Conti

Ci mancava anche il depresso! Il fatto ormai è noto, lo hanno trasmesso in ogni dove e campeggia sulle prime pagine di tutti i quotidiani: il nostro presidente del consiglio è stato colpito al volto da (dicono) una riproduzione in ceramica del duomo di Milano (oggetto piuttosto pesante) scagliata da un quarantaduenne ingegnere, mentalmente instabile (pare sia in cura da dieci anni). Per fortuna, i danni provocati, pur piuttosto seri, non sono gravi.

Ovviamente scontate anche le dichiarazioni di condanna dell’episodio da parte di tutti i rappresentanti di tutti i partiti, con l’eccezione di Di Pietro che, come suo solito, dice le cose come stanno.

Quello che però ha veramente dell’incredibile sono le dichiarazioni di alcuni massimi esponenti di quello che io fatico a chiamare partito, vale a dire la Lega. Bossi, dimostrando la solita “lucidità” ed “intelligenza” ha parlato subito di terrorismo! Qualcuno si è chiesto se Berlusconi è mentalmente stabile (l’ex presidente della repubblica Ciampi), ci sarebbe da farsi, con maggiore preoccupazione, la stessa domanda sulle condizioni del “leader” della Lega, visto com’è conciato. Anche in considerazione del fatto che è il capo di un partito che condiziona pesantemente la politica dell’attuale governo. Ma la dichiarazione più strabiliante (eufemismo) l’ha fatta, e non poteva che essere così, l’illustre ex-ministro Castellii. Testualmente: “Al di là della doverosa e sincera solidarietà al presidente Berlusconi, non si può non rimarcare che i mandanti morali di questa aggressione sono ben noti, perché responsabili del clima di odio nei confronti del governo nel Paese”.

Io non so a quali mandanti si riferisca l’illustre ingegnere (che coincidenza, stesso titolo accademico dell’aggressore). Forse a quelli che vogliono affondare i barconi di poveri profughi? Quelli che vogliono utilizzare il tricolore per pulircisi i culo? Quelli che voglio mettere la croce sullo stesso tricolore? (prima o dopo averlo usato come carta igienica?) Quelli che vanno a disinfettare i treni perché trasportano immigrate? Quelli che sfruttano ogni occasione per istigare all’odio razziale? Quelli che continuano a soffiare sul fuoco della paura verso il diverso? Quelli che si sposano con riti celtici? Quelli che insultano il cardinale di Milano? Quelli che difendono la cristianità a furia di bestemmie?

Oppure quell’imprenditore che, sceso in campo da ormai quindici anni, non fa altro che sbraitare “O con me o contro di me”? Che, non più tardi di qualche giorno fa, è andato ad uno scontro violentissimo contro tutte le istituzioni della nostra democrazia? Io di certo non so quali siano i mandanti morali, sicuramente li conoscerà benissimo il suddetto ingegnere.

Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Sicuramente il monarca dei chiaggnifottisti sfrutterà con abilità, e come sempre, anche questo episodio per presentarsi come vittima (si sa, lui è vittima dei magistrati, del Presidente della repubblica, della Corte Costituzionale, della mafia, dei comunisti, delle escort ingrate), guarda caso proprio in un momento in cui nel parlamento si sta formando un’ampia coalizione per fronteggiare la sua deriva dittatorial-populista. Quando si dice la coincidenza!!

La buona notizia (se di buona notizia si può parlare) è che l'”attentatore” è uno squilibrato. Non oso immaginare se un gesto simile l’avessse compiuto qualche esagitato di un qualche centro sociale o un lavoratore precario senza lavoro o in cassa integrazione.

Sia come sia, il barometro segna tempesta.

A da passà ‘a nuttata!

10 Dicembre 2009 da sgur_di_tri

Che non siamo messi molto bene, lo sapevamo già, ma ora ce lo conferma anche il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) nel suo Rapporto 2009 sullo stato di salute dell’Italia, presentato alla stampa nei giorni scorsi. Il Rapporto è molto articolato, con dati e raffronti davvero interessanti, e fotografa la realtà italiana in questo “annus horribilis”.

Nel documento si afferma, con una frase molto significativa, che la società italiana “sta vivendo in apnea”, cioè starebbe col fiato sospeso in attesa che la crisi finisca. In sostanza, gli Italiani aspetterebbero tempi migliori e non sembrano credere molto ai richiami all’ottimismo diffusi a piene mani da esponenti del Governo. Anzi, paiono alquanto scettici di fronte a parole d’ordine del tipo “il peggio è alle spalle”, e lo sono per il semplice fatto che tante aziende, anche quelle che sembravano le più solide, continuano a ridurre il personale o addirittura a chiudere i cancelli.

Nel leggere il Rapporto del Censis, si ha la sensazione che gli Italiani stiano vivendo questa difficile situazione come fosse un dopoguerra, dove una parte dell’economia sembra svanita, e in cui le fabbriche, svuotate delle persone, non sono da ricostruire, ma da far ripartire (che è la cosa più difficile).

Una situazione in cui una famiglia su quattro (c’è anche chi dice una su tre) fa fatica ad arrivare a fine mese, e che, per necessità, è costretta ad attingere ai risparmi accumulati nel tempo, oppure, se può, dilaziona i pagamenti o chiede un prestito. Ormai, si taglia su tutto, si mettono al bando gli sprechi e si ridefiniscono i consumi. Si va nei supermercati alla ricerca delle offerte e dei tre per due, e in cucina si riscopre la nobile arte di riutilizzare gli avanzi più che si può.

Si vive “in apnea”, come si diceva, nella speranza che questa crisi passi al più presto, ma si ha anche il grande timore che ci vogliano anni prima che tutto torni come prima, o, peggio ancora, che  l’economia italiana si assesti su un livello più basso rispetto ad un anno fa, e non faccia più rientrare nel mondo del lavoro quei lavoratori che ne sono stati espulsi in questi mesi.

Cosa verrà dopo la crisi? A questa domanda il Rapporto del Censis risponde così: «Nella psicologia collettiva c’è nel profondo un dolente mix di stanchezza e vergogna per i tanti fenomeni di degrado valoriale, o almeno comportamentale, che caratterizzano la vita del Paese. E c’è, di conseguenza, la speranza di uscirne con una propensione a pensare al dopo, a una società capace di migliorarsi». Non si finisce più di sperare.

La grande bufala?

8 Dicembre 2009 da bsìa

Sarà vero? Altamente probabile! Pensar male …

Combattere il signor B. che è in noi

7 Dicembre 2009 da Emilio Conti

di Lorenzo Fioramonti1

Non è difficile rendersi conto dei danni disastrosi che Berlusconi e la sua cricca di lacchè stanno facendo alla morente democrazia italiana. Una democrazia che era sempre stata parziale, oligarchica ed incompleta e che proprio in virtù delle sue debolezze ha concesso a Berlusconi di trasformarla definitivamente in una «godopoli» senza più regole.

Ma Berlusconi non è soltanto la devianza di un sistema inceppato. C’è qualcosa di più profondo, che consente al Caimano di riciclarsi continuamente e tornare sempre vincitore. Esiste, infatti, un legame atavico tra la filosofia del signor B. e la cultura del privilegio che serpeggia in tutta Italia. Quando Berlusconi giustifica l’evasione delle tasse, una scintilla si accende negli occhi di tanti italiani, anche di quelli che non lo vorrebbero mai. Sono davvero pochi gli indignati che contestano lo scudo fiscale perché distrugge il principio di legalità su cui si fonda il nostro contratto sociale. La maggioranza di coloro che si lamentano lo fanno perché lo scudo privilegerà qualcun altro e non loro. Fosse stato uno scudo per tutti, non si sarebbero levati cori di critiche, ma solo poche voci nel silenzio. Avremmo cominciato a farci i conti in tasca, continuando, magari, ad opporci a Berlusconi in pubblico, ma rallegrandoci in privato dei guadagni che ci avrebbe fatto fare.

Berlusconi rappresenta una logica semplice e chiara: le regole vanno applicate agli altri, non a me. Quanti sono gli italiani a pensarla così? Tanti, tantissimi, di destra, centro e sinistra. Basta guidare dieci minuti in una città del nostro paese per rendersene conto. Le auto in seconda, terza e quarta fila. Ci lamentiamo perché il traffico si blocca, ma domani saremo noi a parcheggiare abusivamente. Questa ambivalenza si applica a tanti settori. Tanti si riempiono la bocca di meritocrazia e trasparenza, ma chi la pratica davvero? Forse quei professori universitari che si scagliano (giustamente) contro i tagli alla ricerca, ma poi continuano a truccare i concorsi? Quegli imprenditori che chiedono di difendere il «made in Italy», ma poi esternalizzano la produzione dove costa meno? Oppure quelli che chiedono sussidi e poi indebitano l’impresa per acquisti personali? Tutti i negozianti che non fanno mai lo scontrino? Tutti quelli che assumono immigrati al nero e poi votano i partiti che dicono di voler combattere l’immigrazione illegale? E che dire dei troppi parlamentari che inneggiano alla questione morale ma poi si godono la bella vita tra stipendi roboanti e festini, pagando una miseria di salario i propri assistenti? Il rispetto delle regole è l’eccezione in Italia, non la norma.

In questo paese vale la logica secondo cui le regole si devono sempre e soltanto appllcare al vicino. Mai a noi. Il privilegio non viene stigmatizzato, ma è visto come uno status symbol. C’è chi può e chi non può. E chi resta fuori non lotta necessariamente per cambiare il sistema che lo esclude. Molto spesso chiede solo di essere invitato al «party». Spera anche lui, un giorno, di diventare un privilegiato. E ci siamo abituati così tanto a questo modo di vivere, che non ce ne accorgiamo più. Abbiamo perso la capacità di indignarci. Davvero.

E’ questa ambivalenza che rende Berlusconi così forte. Certo, la sua comunicazione d’azzardo, la sua retorica da menefreghismo costituzionale ed il suo debole per il bivacco legislativo sono anche derive di una stagione lugubre della nostra vita repubblicana. Ma la sua forza dirompente viene soprattutto dalla collusione (esplicita o implicita) di troppi cittadini. E, quindi, che cosa possiamo fare?

Sicuramente non mollare. Dobbiamo lottare contro il signor B e la sua monarchia del privilegio assurto a filosofia politica. Ma, al tempo stesso, dobbiamo lottare contro il Berlusconi che (magari in dosi diverse) è in tutti noi. Se riusciremo a liberarci di entrambi, avremo davvero compiuto un miracolo. Il miglior antidoto contro il Berlusconi di oggi e contro tutti i Berlusconi che dovessero venire in futuro.

  1. Ricercatore di Scienza della Politica e Relazioni Internazionali, Università di Bologna – Con il suo consenso []

Italia nel mondo

7 Dicembre 2009 da Emilio Conti

Sabato scorso è stata una bella giornata per la nostra nazione. Una manifestazione enorme e viola ha invaso le strade di Roma per chiedere le dimissione del sig. Berlusconi. Questo signore, che sembra la caricatura di un cacicco uscita da una striscia di Jacovitti, o a un bulletto di periferia, non ha fatto altro che renderci ridicoli in Europa e nel mondo (mister Obamaaaa, corna, cucù, kapò, ecc.). Molto spesso leggiamo, naturalmente sulla stampa “comunista”, del disagio dei nostri connazionali all’estero compatiti per avere un capo simile (io stesso ne sono stato oggetto/testimone proprio questa estate durante una delle mie frequenti escursioni in Svizzera). Sabato l’Italia civile si è riscattata, dimostrando al mondo che esistono anche degli italiani per bene e con un alto senso civico.

La minifestazione ha avuto, e non poteva che essere così, eco internazionale. Non solo perché manifestazioni “viola” si sono tenute in varie capitali mondiali (Parigi, Londra, Sidney, ecc.) ma perché l’evento è stato oggetto di un servizio su BBC World (il canale internazionale della BBC visibile in Italia sul digitale terrestre) la sera stessa della manifestazione (vi assicuro che BBC World non è molto prodiga di servizi dal nostro paese, per cui se l’ha fatto significa che la notizia era veramente importante).

La sera del 5 dicembre, la stessa emittente ha mandato in onda anche un altro servizio dall’Italia. No, non si tratta dei “clamorosi” arresti dei due mafiosi (che qualcuno ha definito “ad orologeria”, opinione che condivido per il semplice fatto che non esistono le coincidenze), ma del sequestro dei quadri di proprietà del Tanzi, quello della Parmalat.

Da una parte, quindi, l’immagine di una parte della nazione civile e democratica, desiderosa di riscatto; dall’altra la solita Italia dei furbi e dei truffatori, la più conosciuta all’estero.

P.S. Alcune considerazioni sui due fatti. Il No B-Day è stato, a parer mio, non solo una manifestazione “contro” il signor B., ma anche un sonoro ceffone al cosiddetto partito di opposizione, quel PD che ha passato quindici anni a salvare il sig. B. Un partito di “opposizione”  che sbraita contro l’anti-berlusconismo; che ha avuto la grande opportunità di rinnovarsi (Marino), ma si è spaventato e ha scelto il fantoccio di D’Alema (Bersani), quel signore che di Berlusconi è il maggiore sostenitore, Questo aspetto della manifestazione è stato un po’ “minimizzato”. Per quanto riguarda invece il sequestro dei quadri, scoprire che è stato fatto in base alla trasmissione televisiva Report, fa un po’ impressione e pone una domanda: “Ma le investigazioni sui colletti bianchi chi le dovrebbe fare?”. Domanda che ha un qualche fondamento visto che Beppe Grillo è stato sentito come testimone nel processo perché da anni nei suoi spettacoli denunciava la gestione della Parmalat (vedi qui). E ricordo che il Tanzi, per non dimenticare anche il Cragnotti, appartiene (apparteneva?) a quella categoria di cui fanno parte i Montezemolo, le Marcegaglia, i Colannino (che sta “risanando” Alitalia – con i nostri soldi, bella forza!) e compagnia bella, la quale compagnia dovrebbe risollevare le sorti economiche della nazione (dopo averla mandata a picco). Intanto constatiamo che, in questo momento, la politica la fanno i comici e la rete. Mentre chi la dovrebbe fare veramente sta là a fare il mantenuto.