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Lotta contro il cancro: botta e risposta

7 Giugno 2010 da sgur_di_tri

Rinfreschiamoci la memoria.

20 marzo 2010 – Il Presidente del Consiglio durante il comizio a Piazza San Giovanni:
«…. Vogliamo anche vincere il cancro che ogni anno colpisce 250 mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini…» (vedi qui).

5 giugno 2010 – Dal sito internet del’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica):
«La manovra finanziaria abbasserà la qualità di cura per i malati oncologici italiani» (vedi qui il testo completo del comunicato).

Cucù, il federalismo non c’è più

3 Giugno 2010 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – http://www.alessandrorobecchi.it/

Resta soltanto un dubbio, a proposito del federalismo. Avrà un funerale di stato come Mike Bongiorno, oppure si terrà una cerimonia funebre di tipo celtico con il druido, un’ordalia di polenta e lo sbudellamento dei capitribù che hanno fallito? Secondo gli umoristi della Lega, Calderoli in testa, il federalismo si farà. Ma, come sa bene il capo del governo, Giulio Tremonti, le risorse per realizzarlo ammontano al momento a un peperone, due pomodori e mezza cipolla: un po’ poco per una riforma dello Stato.

I gloriosi celti, fieri e indomiti, saranno costretti a fare i conti con un bilancio piuttosto magro: decenni di appoggio a un satrapo danaroso, voti a favore di leggi buone per coprire le terga al suddetto, alleanze con i ladroni di Roma, per incassare un pugno di mosche. Bell’affare, si dicono oggi affilando i forconi. E ora? Ora i padani si interrogano su chi infilzare per primo. Le cerimonie longobarde prevedono in questi casi procedure piuttosto dolorose, che culminano con la fusione di un bassorilievo in bronzo da inserire (immaginate voi come, io mi vergogno) all’interno di chi non ha mantenuto le promesse. A chi toccherà la terribile tortura? Al piccoletto prestanome che si finge il capo del governo Tremonti? Ai capipopolo della Lega che ci sono cascati come polli? Ai nuovi gloriosi governatori leghisti che si vedono tagliare i fondi come uno statale qualunque?

Comunque vada, sarà un successo, il sogno federalista muore come tutte le altre promesse del pensionato a cui è intestato il governo Tremonti: puf! Cucù, il federalismo non c’è più! Come nelle migliori pièces dell’assurdo il finale è aperto: forse le masse padane si rivolteranno come bisce scoprendo che per dieci anni Silvio li ha menati per il naso. Forse invece si scoprirà che del federalismo, in realtà, non gliene frega niente a nessuno, tranne a chi ci ha fatto carriera: capi padani, molto romani, i soliti barbari tutti chiacchiere e distintivo.

Essere leghisti oggi (a Belgioioso e non solo) – parte IV

1 Giugno 2010 da sgur_di_tri

Il Bossi (l’Umberto) da qualche tempo tace. L’avevo segnalato sul blog qualche giorno fa (vedi qui), riportando un dialogo avuto con un leghista di Belgioioso, che proprio ieri ho rivisto.

Non faccio a tempo a chiedergli (provocatoriamente) se l’Umberto (come lo chiama lui) avesse diffuso il suo “verbo” che, visibilmente preoccupato, mi dice:Qui se l’Umberto non parla, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Non è da Lui! Qui mi sa che col federalismo si sta mettendo male, e se non ci diamo una mossa rischiamo tra un po’ di chiudere baracca e burattini.

Prima di qualsiasi commento, devo dire che il “mio” leghista di riferimento sembra avere delle antenne particolarmente sensibili per captare anche i più flebili segnali che arrivano dall’universo della politica nazionale (e della Lega Nord in particolare), e quindi, se manifesta evidenti segnali di nervosismo, vuol dire che – specie in ambito leghista – qualcosa non gira come dovrebbe.

Gli faccio osservare che, in effetti, la manovra di Tremonti e Berlusconi da 24 miliardi di euro (o forse anche di più) sembrerebbe mettere a rischio l’idea stessa di federalismo, e gli dico pure che questa opinione è sostenuta perfino dallo stesso Formigoni (di cui peraltro la Lega Nord è alleato di ferro in Regione Lombardia), il quale ha affermato che se la manovra non subisse modifiche, almeno nella parte in cui si prevedono forti riduzioni delle risorse a disposizione di Regioni, Province e Comuni, lui stesso avrebbe forti dubbi sulla prospettiva del federalismo.

Io parlo, ma noto che il “mio” leghista manco mi ascolta! Ormai i suoi pensieri vanno oltre le normali vicende umane (almeno delle mie), corrono avanti e così, cambiando repentinamente argomento, continua:E poi, se l’Umberto mi tace anche sulla Legge delle intercettazioni telefoniche sarebbe davvero troppo!– mi dice alzando leggermente il tono di voce –Dovrebbe parlare. Dovrebbe dire che non va assolutamente bene mettere il bavaglio alle intercettazioni, perché, secondo me, vuol dire smentire clamorosamente tutta la nostra politica sulla sicurezza.
Come si fa a sostenere che siamo per la lotta alla criminalità se poi, noi al Governo, limitiamo il campo di manovra delle forze dell’ordine! Non sta in piedi! Non ci siamo! L’Umberto deve dirci cosa ne pensa. Se no qui andiamo a sbattere!.

Il suo ragionamento non fa una piega. Allora provo ad incalzarlo: “Scusa, sono passati appena due mesi dalla vostra strabiliante vittoria elettorale e già mi parli che rischiate di chiudere e di andare a sbattere. Puoi spiegarmi cosa succede?” Non mi risponde, bofonchia qualcosa, non trova le parole giuste. Alla fine inforca la bicicletta e se ne va assorto in chissà quali pensieri.As védam, ciau.

To be continued…

Il momento è propizio!

22 Maggio 2010 da bsìa

Sottotitolo: “Per l’inculata”

C’è chi dice che il Berluskaz (ehilà, l’ha sdoganato – il termine – il Bossi dei bei tempi, indi per cui non rompetemi il cazzo) abbia una fortuna fottuta. Io ho sempre creduto, invece, che, oltre ad essere un tipetto piuttosto pericoloso per la democrazia italiana (che, tra parentesi, è sempre stata alquanto stitica), sia un volpone matricolato. “Volpitudine” che, esercitata a scapito di un popolo come il nostro, risulta “dote” piuttosto facile da conseguire. Ma andiamo con ordine.

Per due anni il suddetto Berluskaz, con contorno di manutengoli vari, ci ha ammannito le amenità di una “crisi inesistente”, “la crisi è frutto dei partito dell’odio”, “chi dice che c’è la crisi è in malafede”, e via col dileggio. Poi c’è stata la fase due: “sì, vabbè, la crisi c’è, ma noi siamo messi meglio degli altri, ne usciremo prima”, “sì, vabbè, la crisi c’è, ma non è poi così grave come dicono, dai spendete un po’ di soldi e vedrete che così ne usciamo alla grande”. Adesso siamo alla fase tre: “cazzo, siamo in piena crisi, occorre fare sacrifici”.

I maligni sostengono che l’aver negato la crisi per due anni sia stata  la prova dell’assoluta ignoranza e inettitudine del “nostro” premier. Quale errore strepitoso di valutazione quando si ha a che fare con il caimano! Sì, perché tutto è stato calcolato! 👿 Se, infatti, la crisi si fosse nel frattempo risolta, ecco che avremmo avuto un raggiante e gongolante Berluskaz bofonchiare borioso: “Visto? Cosa vi dicevo? La crisi l’abbiamo superata, grazie allo straordinario lavoro a cui mi sono dedicato. Il “popolo” dovrà essermi grato”. Se invece, com’è successo, la crisi non si risolveva e, anzi, peggiorava? Niente paura, il tipetto ha previsto pure questa eventualità e sa già come comportarsi.

Ho ancora nelle orecchie lo “sclacsonare” becero dell’imbesuito popolo bauscia-nerazzurro di domenica scorsa causa vittoria dello scudetto della Beneamata! I vittoriosi a cianciare dello “strepitoso” evento e a prendere per il culo gli avversari; i quali, come consuetudine, intenti a cercare scuse, le più varie e improbabili, per giustificare l’insuccesso. Risultato? Una settimana a parlare e ad accapigliarsi sul nulla! Ma intanto qualcuno stava già tramando: ma cosa vuoi che gliene freghi all’imbesuito? “Sì, vabbè, stanno per tagliare sanità, stipendi e pensioni agli statali: embè?”. Oggi il solito imbesuito popolo bauscia-nerazzuro è tutto in fibrillazione per la finale di “champions” di stasera. Mentre gli imbesuiti avversari a fare scongiuri e organizzare il tifo contro. Benissimo, intanto Tremonti è salito al Quirinale… Ma chissenefrega. Che cos’è il Quirinale? E poi che cavolo c’è andato a fare? “Dai, non facciamoci tante seghe mentali: stasera c’è la finale! Vuoi mettere?!”. Vada come vada, altra settimana di spensierata e imbesuita discussione. E intanto il membro è già turgido. E poi?

Ma ingenuoni! POI CI SONO I MONDIALI!!!!!! E a quel punto la turgida protesi si infilerà, senza neanche troppa fatica, nell’ormai sfondato deretano italico. Chi pagherà per la crisi? Ma il solito povero pirla che ha sempre pagato le tasse fino all’ultimo centesimo! Cosa vuoi che importi all’imbesuito se nel nostro paese gli evasori fanno saltare la bellezza di 120 MILIARDI di euro all’anno; che la corruzione ci costi 50 MILIARDI di euro all’anno e che 80 MILIARDI se ne vadano in sprechi vari: totale 250 MILIARDI di euro a uffo: DIECI VOLTE LA MANOVRA CHE HANNO IN MENTE DI RIFILARCI!! All’imbesuito frega il “balòn”.

Che poi, il pallone, qualcuno glielo infili su per lo sfintere anale poco importa: sempre pallone è! 👿

Essere leghisti oggi (a Belgioioso e non solo) – parte III

14 Maggio 2010 da sgur_di_tri

“Abbiamo vinto le elezioni regionali poco più di un mese fa, ma sembra passato un secolo. Quasi non mi ricordo nemmeno se sono andato a votare”, così mi dice, con una “battutina” e un sorriso a mezza bocca, il leghista belgioiosino, volendo parlare di attualità politica.

“Nei dibattiti televisivi, i miei capi continuano a dire che dal momento che la gente ci ha votato, noi dobbiamo chiedere il federalismo fiscale, ma tra Fini che si smarca, la crisi economica che continua (anzi sembra peggiorare), i miliardi di Euro che si danno alla Grecia e chissà cosa altro ancora ci sarà, mi sa che qui il federalismo ce lo sogniamo!”

Questo è il polso del popolo leghista in questa primavera che non arriva più, ma l’orgoglio “padano” ha il sopravvento, e allora continua: “Il Bossi (Umberto) tace, ma vigila, e non si farà fregare di sicuro. E poi, sai cosa ti dico, che i nostri Governatori  faranno vedere loro come si fa a far funzionare a dovere una Regione, saranno di esempio per tutti”.

Ecco quindi un nuovo tasto su cui il leghista doc potrà far sentire la sua voce, come nuovo argomento da spendere per rinnovare la propria identità: le Regioni governate dalla Lega Nord, come modello di buon governo! Vedremo.

Oppure si organizzano assurde manifestazioni come la “Crociata” della Lega Nord a Piacenza per la liberazione delle Regioni rosse (vedi qui), con un azzardato collegamento con la Prima Crociata del 1095, che lo storico Franco Cardini ha stroncato con queste parole: “brutto folklore senza cognizione della storia” (vedi qui).

Oppure, anche se non sono più di stringente attualità, ci sono sempre altri temi pronti all’uso, come la sicurezza, la lotta alla clandestinità, il crocefisso, la pillola RU486, il dialetto, ecc.. E allora, avanti slogan!

To be continued…

Caro ministro, non si dimetta

4 Maggio 2010 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi http://www.alessandrorobecchi.it/

Egregio ministro Scajola, forse la stupirò: io non chiedo le sue dimissioni, e nemmeno chiedo che lei vada in Parlamento a discolparsi. Anzi, le chiedo il contrario, non ci vada. Lo spettacolo di Lei che balbetta la Sua versione davanti a pochi oppositori mogi che leggono il giornale, almeno quello, me lo risparmi. E mi risparmi (sono sicuro che lo farà) un gesto clamoroso come le dimissioni: le diede già una volta. e il Suo potere è rinato più forte di prima. Quel che vorrei comunicarLe anzi è il messaggio di tener duro, di resistere. Ministro Scajola, resti al suo posto. Con la sua casa di 180 metri quadri vista Colosseo che sostiene di aver pagato un terzo del prezzo di mercato, la sua presenza in questo governo del fare non è soltanto giusta, ma necessaria, direi addirittura didattica, esemplare. Per parafrasare certi western e certi film di spionaggio, caro ministro, Lei ci serve vivo, al suo posto, ben visibile.

L’ottanta per cento degli italiani ha una casa in proprietà. Sa cosa vuol dire andare dal notaio, versare assegni, firmare un rogito. La proprietà di quelle case è stata strappata con i denti a forza di sacrifici, e mutui, e tassi esosi, e banche bastarde, e aiuti delle famiglie che hanno messo da parte due soldi quando Voi non c’eravate ancora. Gli italiani saranno anche smemorati e ipnotizzati dalla propaganda del Suo Capo, ma sanno che quella casa lì, sua o della sua figliola, non so bene, non la paga 610.000 euro nemmeno la Madonna di Medjugorje, che il mercato sarà scemo – io ne sono certo – ma non così scemo.

Resti al suo posto, ministro. Lei è l’emblema vivente di quanto sa osare l’inosabile questa cricca che ci governa, fitta di favori, di scorciatoie, di furbizie private, di trucchi contabili, di soldi facili. Lei è prezioso ministro. E ancor più prezioso è quando piagnucola sull’attacco alla Sua famiglia. La famiglia, il grande valore della destra italiana. La famiglia, bene morale supremo a cui intestare appartamenti, patrimonio di affetti per cui chiedere compiacenze, raccomandazioni, piazzamenti di favore, assunzioni, prebende, candidature, contratti.

Dietro le Vostre famiglie, signor ministro, ci sono le nostre famiglie, che trovano i posti migliori – che magari meriterebbero per merito – sempre occupati, perché le Vostre illustri casate sono arrivate prima, col lampeggiante e la corsia preferenziale. Mai che si trovi qualcuno di Voialtri, ministro, il cui figliuolo fa il manovale nel nord-est, o il precario stagionale, o la sciampista alla Magliana. La vostra rete di potere – dico vostra perché in questi giorni Lei ne è l’emblema – è questo mix medievale di privilegi e sprezzo del popolo, parola con cui vergognosamente Vi baloccate. La figlia di Scajola, i figli di Berlusconi, il figlio di Bossi, il genero di Letta, il pargolo di Pinco, la moglie di Pallino, quell’altro che vuol fare l’attore, i cognati con appalto al seguito, le nuore prestanome: il vostro amore per la famiglia è questo, signor ministro. Tanto che assistiamo in questi giorni sui giornali della destra a un fitto rimproverarsi contratti (pubblici) per mogli e suocere, tutto all’ombra del più grande conflitto d’interessi che il mondo ricordi.

Il pubblico ignaro scambia questo clima da basso impero per un effetto collaterale della Vostra politica, ma si sbaglia: esso è la vostra politica, pura e semplice. Resti al suo posto, ministro Scajola. Lei ci serve per parlare con i nostri amici francesi, inglesi, tedeschi, americani (ne abbiamo, sa?) per spiegare cosa siamo diventati quaggiù. Ci è prezioso per raccontare anche ai vostri entusiasti elettori chi hanno votato veramente. Continui, la prego, a dire di aver comprato 180 metri quadri con vista sul Colosseo a 610.000 euro. Qui non si reclama la giustizia, non si chiamano i carabinieri, non si chiede aiuto alla magistratura, non si fa appello al buon senso, al buon gusto o all’onestà. Tenga duro ministro, non molli. Siamo un po’ confusi tutti, i concetti astratti non ci piacciono più, ci piacciono invece gli esempi concreti. Ogni volta che penseremo a come è immobile, bloccato, arretrato e triste questo Paese penseremo al Suo salotto, al Suo condominio signorile, ai Suoi infissi di pregio acquistati al prezzo di un trilocale marcio in periferia. E’ bello che lo spessore morale di una classe dirigente abbia una faccia, e questa volta – perdoni – è la Sua.

Cordialmente.

Bsiàte – quindicesima puntata

2 Maggio 2010 da bsìa

Notizia: “Scajola: «Non mi dimetto. Ho la coscienza a posto»”

Commento: “Che abbia la coscienza a posto, potremmo anche credergli…se solo pensassimo per un momento che la coscienza ce l’abbia”

Essere leghisti oggi (a Belgioioso e non solo) – parte II

30 Aprile 2010 da sgur_di_tri

Il dissenso di Fini ha di certo spiazzato Berlusconi, ma credo che ancor di più abbia spiazzato Bossi, il quale non ha avuto neanche il tempo di gioire per la “vittoria” elettorale alle Regionali, che si è trovato di fronte ad una situazione inattesa.

Il leader leghista è sembrato sorpreso dalla mossa di Fini e la sua prima reazione a caldo è stata quella di chiederne l’estromissione (vedi qui),  perché a Bossi serve che il Pdl sia saldamente nelle mani di Berlusconi per poter continuare a decidere nelle “cenette a due”.

Perché, se a Bossi viene a mancare la compattezza del Pdl, che gli permette di fare sia l’alleato che l’oppositore interno (“partito di lotta e di governo”),  secondo me, corre il rischio di essere percepito per quello che è, e cioè come l’alleato più fedele di Berlusconi.

Quindi, dopo averci pensato qualche giorno, ecco che adesso Bossi misura le parole, frena sulle elezioni anticipate e afferma con tono “responsabile”: «Non vogliamo il voto, ma solo fare il federalismo fiscale», perché senza questa riforma, così dice il Senatùr, l’Italia corre dei rischi «Serve il federalismo fiscale altrimenti l’Italia fa la fine della Grecia, è assolutamente necessario» (vedi qui).

Il “federalismo fiscale” quindi come nuova “parola d’ordine” (semplice ed efficace) che il popolo leghista può “spendere” nelle discussioni; “federalismo fiscale” ancora tutto da scrivere (e da capire), ma buono per l’ennesima campagna strumentale della politica della Lega.

E il “mio” leghista di riferimento (vedi il mio precedente post), di pronta e cieca obbedienza, cosa pensa della nuova situazione? Alla mia domanda risponde prima con un prevedibile (ma breve) attacco a Fini, colpevole di lesa maestà, e poi giù anche lui a declinare (sempre al condizionale) lo slogan leghista del momento: «Bisognerebbe assolutamente fare il “federalismo fiscale”», «Ma sai come si starebbe tutti meglio con il “federalismo fiscale”», «Con il “federalismo fiscale” si ridurrebbero le tasse e anche il sud avrebbe dei vantaggi”, e così via.

Intanto però il Governo, con il convinto ed incondizionato appoggio della Lega Nord (e senza che nel Pdl siano emerse distinzioni fra berlusconiani e finiani), non approva l’allungamento della Cassa integrazione per i lavoratori delle aziende in crisi (vedi qui). Alla prossima puntata.

To be continued…

Bsiàte – quattordicesima puntata

28 Aprile 2010 da bsìa

Notizia: “Napolitano «I magistrati facciano autocritica»”

Commento: Caro Presidente, forse sarebbe il caso che incominciasse Lei a farla!

La solita ipocrisia

26 Aprile 2010 da Emilio Conti

Ci risiamo: puntuali come sempre ecco i soliti benpensanti scandalizzati per le contestazioni avvenute in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. La Polverini non ha potuto parlare: SCANDALO! Contestata la Moratti a Milano: ORRORE! Il discorso del sindaco di Pavia soverchiato da canzoni della resistenza: CHE SCHIFO! (questa però è stata la contestazione più bella 😉 ).

E via con lo “stracciamento” di vesti: è solo colpa di quei poveri derelitti dei centri sociali (poveri derelitti che ogni tanto ci rimettono la pelle accoltellati da qualche democratico di destra) oppure l’altisonante frase “Era il fascismo che non faceva parlare”. Vero. Ma io non accetto che chi mi ricorda cosa faceva il fascismo appartenga a un raggruppamento di partiti di cui alcuni membri non partecipano alle celebrazioni perché dichiaratamente anti unità d’Italia (Lega) o che vietano alle bande di suonare le canzoni della resistenza (Bella ciao), oppure a quello il cui capo fa chiudere le trasmissioni televisive che lui reputa scomode (a proposito di tappare la bocca, vero?) o che vuole impedire le intercettazioni telefoniche per non far sapere agli elettori le sue porcate e quelle dei suoi amici, o che cerca di legare le mani alla magistratura, o che cerca di tappare la bocca alla stampa libera. Dove sta il vero fascismo?

Certo, anch’io preferisco forme di contestazione meno “violente” (ma chi è che diceva che violenza chiama violenza?). Ad esempio adoro una forma di contestazione di origine anglo-sassone (o forse tipicamente scozzese) che consiste nel mostrare le chiappe nude alla persona contestata. Sarebbe bellissimo in futuro vedere un sindaco “democratico” salire sul palco e, quando si appresta a parlare, migliaia di persone voltargli le spalle, calarsi i pantaloni e mostragli le natiche al grido di “baciami il culo”.

Certe persone farebbero meglio a chiedersi cosa succederà quando ai “centri sociali” (o agli “anarco-insurrezionalisti”, altra scempiaggine propagandistica) si uniranno gli studenti di una scuola pubblica martoriata e gli operai ridotti alla fame.  Sarò curioso di leggere e/o sentire quali amenità saranno in grado di inventarsi!