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L’Italia e la corruzione: ancora peggio!

27 Ottobre 2010 da sgur_di_tri

Ne avevamo già parlano lo scorso anno nel post “Corruzione: l’Italia è peggio di Cuba!” e oggi torniamo sull’argomento perché Transparency International ha diffuso i dati relativi all’indice CPI (Corruption Perceptions Index) riferiti al 2010 per i 178 Paesi censiti.

E c’è poco da stare allegri: l’Italia viene collocata al 67° posto (scendendo di 4 posizioni rispetto al 2009 – vedi qui).

Un esito, questo, che non dovrebbe sorprenderci più di tanto, se consideriamo che nel corso dell’anno sono emersi episodi di corruzione non di poco conto a tutti i livelli (tant’è che numerose inchieste sono ancora in corso).

E dov’è finito il “Decreto anticorruzione” tanto “strombazzato” qualche mese fa dal Governo “B&B” (Berlusconi & Bossi)?

Ah, ho capito…mi stanno dicendo che quando si attuerà il federalismo fiscale, la corruzione non ci sarà più! Vabbé, allora aspettiamo!

Nostalgia balilla

3 Ottobre 2010 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – www.alessandrorobecchi.it

Pancia in dentro, petto in fuori! At-tenti! Finalmente una buona notizia per la scuola italiana: i professori vengono licenziati a mazzi, i soffitti cascano in testa, le strutture fanno schifo e compassione, ma in compenso possiamo tutti tirare in aria i berretti e gridare hurrà per il solenne protocollo d’intesa firmato tra la ministra Gelmini, beata ignoranza, e il sor La Russa, il colonnello alla parata militare. In alto i cuori! Il protocollo d’intesa si ammanta di notevoli paroloni, roba forte qui nel Berlusconistan, come ad esempio “conoscenza e apprendimento della legalità e della Costituzione”.

Ma questa è la teoria, roba da comunisti. E’ la pratica che è più interessante, e prevede: “cultura militare”, “arrampicata”, “tiro con l’arco e con la pistola” (ad aria compressa, aggiunge pietoso il documento), senza contare “nuoto e salvamento” e “orienteering”. Insomma, una specie di incrocio tra i littoriali, il sabato fascista e i film con Alvaro Vitali, il tutto sotto l’occhio vigile di La Russa e della sciura Gelmini, eletta dalla lobby dei cacciatori nella patria della Beretta, pistola italiana. Protocollo d’intesa denominato “Allenati per la vita”, che insegna tra le altre cose anche il “pernottamento in luoghi ostili”, cosa che potrebbe tornare utile alle ragazze che restano bloccate nottetempo nei cessi di Palazzo Grazioli.

Non basta. A coronare il virile cimento arriverà alla fine una “gara pratica tra pattuglie di studenti” che varrà come credito formativo. “Mamma, non rompere che c’ho tre in matematica, perché ho preso ottimo nel passo del giaguaro!”. E’ così che si forma una classe dirigente, imparando a dire signorsì. Non si parla di bombe a mano e di sommergibili rapidi ed invisibili, ed è una notevole pecca dell’iniziativa (forse mancano i fondi), ma siamo certi che qualcuno porrà rimedio. Il tutto agli ordini di un centinaio di ufficiali in congedo, consapevoli che, dalle strutture alle finalità, dalle scale alle camerate, un liceo può somigliare perfettamente a una caserma. Il tutto, manco a dirlo, sponsorizzato da enti pubblici e privati, il che significa che l’ora di attività ginnico-militare (sic!) o la visita al poligono saranno finanziate dall’illuminata industria italiana: perché avere cittadini quando si possono avere soldati semplici?

L’intesa è per ora regionale (Lombardia) e riguarda le scuole medie superiori, ma non disperiamo: la nostalgia è una brutta bestia e la tentazione di vestire da Balilla anche i più piccoli si farà strada presto. Scritta in un esilarante burocrat-militarese, la circolare che informa la popolazione pare di suo un capolavoro satirico. Ed addirittura strepitoso è il passaggio teorico in cui si spiega che tanto dispiego di mezzi di aria, di cielo e di terra (e di pistole ad aria compressa) ha tra le altre finalità “il contrasto del bullismo”. Insomma, qualcosa tipo: “Mamma, c’era un bullo, ma l’ho fatto secco”. Molto educativo.

Naturalmente si sa come andrà a finire. Niente soldi per la benzina del cerchio di fuoco, due proiettili per settecento studenti, corsi di orienteering nel cortile della scuola e – se piove, nevica o tira vento – fornitura di speciali scarponi in cartone pressato, nella più pura tradizione dell’esercito italiano. E fin qui, naturalmente, al netto di incidenti, sempre possibili di fronte a una truppa riottosa e bambocciona come ci si immagina quella degli studenti. “Capitano, me so’ sbagliato… Ho spezzato le reni al prof di greco!”. Triste destino di un popolo imbelle a cui si chiede, “per fare gruppo”, di mettere l’elmetto a scuola. Cosa che del resto chiedono ormai anche le mamme più avvertite. “Mettiti l’elmetto Gino, che in aula ti casca il soffitto sulla capoccia”.

Cronache italiane, insomma. Alalà!

Libertà all’italiana

5 Settembre 2010 da Emilio Conti

Oggi era l’atteso giorno del discorso di Gianfranco Fini a Mirabello!

L’evento è stato trasmesso in diretta dal telegiornale de La7 condotto, come saprete, da Enrico Mentana, l’ex direttore del TG de la 5 (cacciato da Berlusconi).

Dopo appena dieci minuti dall’inizio della trasmissione il segnale del digitale terrestre è saltato! Guarda un po’ la coincidenza. Fortunatamente La7 trasmette ancora in analogico. Segnale del digitale terrestre recuperato appena Fini ha terminato il discorso. Sempre a proposito delle coincidenze!

Adesso però esigo di sapere cos’è successo! Oppure devo pensare male?1

  1. Che tanto faccio peccato ma c’azzecco? []

Un settembre nero

30 Agosto 2010 da Emilio Conti

Com’era piuttosto prevedibile, è incominciato il ritornello del “rientro dalle ferie e dei posti di lavoro a rischio”. Per la verità non è che la previsione fosse così difficile. Oltretutto è un annuncio che da qualche anno in qua si ripete regolarmente ad ogni fine agosto.

Di fronte ad una crisi che sembra non volerne sapere di arrestarsi, assistiamo ad uno spettacolo politico raccapricciante: stampa del premier scatenata su cucine ed appartamenti; il premier che pensa solo ed esclusivamente a non farsi processare e a trastullarsi con “escort” varie; imprenditori che invece di fare il loro mestiere vanno a mungere la “vacca stato” e come contropartita licenziano e delocalizzano; sindacalisti comprati con un piatto di lenticchie; una cosiddetta “opposizione” ridicola. E in tutto questo sfascio gli unici che sembrano avere la forza di reagire sono gli “ultras” del pallone per via della “tessera del tifoso”! 😯 Non i pastori sardi, non gli operai, non i precari della scuola (allo sfascio) e della ricerca, non gli studenti: gli ultras!

Ma stavamo parlando di disoccupazione prossima ventura. Qui sotto trovate una tabella1 che mostra la potenziale perdita di occupazione in alcune delle imprese italiane. La lettura è piuttosto semplice: nelle prime tre colonne abbiamo il comparto si appartenenza, il nome dell’impresa e la località dov’è ubicata. Nella quarta colonna il numero di occupati attuali e nella colonna successiva il numero di quanti potrebbero perdere il posto. Nell’ultima la percentuale di riduzione di organico. Quando la percentuale indicata è 100 significa “chiusura totale” (100% di licenziamenti). Fatevi coraggio.

Comparto Impresa Località Nr. dipendenti Nr. dipendenti a rischio Percentuale
Apparec. elettriche Siemens Milano 1300 350 26,92
Jabil Bergamo 1400 500 35,71
Finmek Padova e Sulmona 2000 2000 100,00
Ritel Rieti 350 100 33,33
Settore casa Saint Gobain Savigliano 2500 450 18,00
Ideal Standard Brescia 1750 650 37,14
Natuzzi Bari e Matera 2700 1350 50,00
Chimica Glaxo Verona 2300 500 21,74
Vinylis Marghera 300 300 100,00
Montefibre Venezia 300 250 83,33
Elettrodomestici Indesit None 500 300 60,00
Riello Lecco 300 150 50,00
Elettrolux Veneto 4500 500 11,11
Sital Casale Monf. e Caserta 900 900 100,00
Merloni Emilia, Marche e Umbria 4000 4000 100,00
Candy Bergamo 3500 200 5,71
Telecomunicazioni Videocon Anagni 1300 850 65,38
Technolab L’Aquila 170 70 41,18
Alcatel Salerno 400 200 50,00
Mezzi di trasporto Bertone Piemonte 1100 1100 100,00
Rieter Piemonte 1600 400 25,00
Fiat Termini Imerese 2000 2000 100,00
Maflow Lombardia 400 400 100,00
Sogefi Mantova 250 250 100,00
Cnh (Gruppo Fiat) Modena 450 450 100,00
Cantieri Massa Carrara 200 200 100,00
Fincantieri Castellamare di Stabia 1800 300 16,67
Ergom Napoli 1800 500 27,78
Atr Abruzzo 800 500 62,50
Moda Mariella Burani Milano, Reggio E. e Arezzo 2500 1500 60,00
Golden Lady Faenza e Varese 3500 350 10,00
Safilo Udine 3000 600 20,00
Distretto di Prato Prato 3500 1500 42,86
Ittierre Isernia 2500 1500 60,00
Adelchi Lecce 800 700 87,50
Legler Nuoro 1200 1200 100,00
Siderurgia Ilva Genova 2000 450 22,50
Lucchini Piombino 3000 500 16,67
Eurallumina e Alcoa Sardegna 1100 360 32,73
  1. Tabella ricavata da un articolo apparso su il Fatto Quotidiano del 18/08/2010 intitolato “LE GRANDI AZIENDE – Quanti posti sono a rischio nei principali gruppi industriali” []

Il golpista

23 Agosto 2010 da Emilio Conti

In una democrazia seria, chiunque si dovesse permettere di definire il RISPETTO DELLA COSTITUZIONE come “formalismi costituzionali” verrebbe immediatamente processato per alto tradimento!

Poste a singhiozzo ed altre amenità

16 Agosto 2010 da Emilio Conti

Bene ha fatto (ogni tanto qualche azione condivisibile) il nostro sindaco ad alterarsi con Poste Italiane per la decisione di chiudere lo sportello di Belgioioso nei giorni 10, 12, 17 e 19 agosto.1

Questa notizia mi offre lo spunto per alcune riflessioni sullo stato delle nostre poste.

Che il servizio offerto da Poste Italiane sia al limite dell’obbrobrio è un dato di fatto ormai assodato. In tutti i paesi (democratici e non) il servizio postale è considerato essenziale al buon funzionamento dello stato stesso. Non per niente le poste sono ancora, nella quasi totalità, a gestione  statale.

In Italia, pur essendo di fatto statali (anche se trasformate in Spa), le poste da tempo hanno abbandonato la loro funzione principale (quella di recapitare la corrispondenza) per fare la banca. La loro “mission” (come direbbero quelli del “marketing”) è quella di far sottoscrivere obbligazioni o fondi di investimento, aprire conti correnti, ecc. In due parole: “fanno banca”! Entrate nell’ufficio di Belgioioso e ditemi quanti sportelli sono adibiti ai servizi postali e quanti ad altro. Non scomodatevi, ve lo dico io: uno sportello ai servizi postali e ben quattro per servizi vari. Questa è la prima anomalia.

Come mai adesso è invalso l’uso di non timbrare con il datario la posta che deve essere consegnata ai domicili dei cittadini? I più anziani ricordano che, anni fa, sulle buste comparivano due timbri: quello con la data di spedizione e quello con la data di ricezione dell’uffizio postale incaricato della distribuzione. Adesso quest’ultimo non c’è più. Per quale motivo è stato abolito? Quante volte abbiamo letto di utenti a cui è stata sospesa l’erogazione dell’elettricità, per non aver pagato la bolletta, che si sono difesi affermando di aver ricevuto in ritardo (o non aver ricevuto affatto) la fattura? E come possono dimostrare le loro ragioni se manca la prova (il timbro postale, appunto) del ritardo? Quanto costa ripristinare questo sacrosanto servizio? Non è che avranno abolito il timbro di ricezione per evitare che gli utenti si accorgano dei tempi biblici che intercorrono tra la spedizione e la ricezione di una missiva?2

E siamo al terzo, e forse più grave, disservizio: com’è possibile che la posta vada persa? Stiamo scherzando? Visto e considerato che il software per la tracciabilità è già funzionante, ma solo per le raccomandate, perché non lo si estende anche alla posta ordinaria? Com’è mai possibile, nell’anno 2010, sentirsi rispondere, a seguito di un mancato recapito, che non è possibile verificare dove la catena della spedizione si è inceppata? Considerando anche il fatto che le tariffe applicate non sono esattamente a buon mercato (vedi qui). Ma ancor più stupefacente è che nessuna delle cosiddette associazioni dei consumatori abbia sollevato il problema. Edesso siamo alle chiusure a turno degli uffici postali. Dire che è uno scandalo è voler essere cortesi.

Ma forse il mio giudizio è falsato dal fatto che per almeno un mese all’anno vivo a meno di tre chilometri in linea d’aria dalla Svizzera. E in quel paese vado a fare tutte le mie escursioni e che incomincio a conoscere. Un paese dove le poste, oltre a svolgere un servizio impeccabile, gestiscono un servizio di autobus che collega anche il più remoto alpeggio. Servizio di bus, guarda caso, sinergico al recapito della corrispondenza. Adesso aspetto il solito che se ne esca con “ma la Svizzera è la Svizzera”. Già, così come l’Italia è l’Italia! Allora provate ad andare negli altri paesi europei e poi ne riparliamo.

  1. Poste chiuse, scatta la protestaLa Provincia PAVESE – 15.08.2010 []
  2. Su questo punto ritornerò più avanti raccontando un ‘esperienza personale. []

Bsiàte – ventunesima puntata

14 Agosto 2010 da bsìa

La crisi non c’è! Chi dice che c’è crisi è un malfattore o un pessimista … diceva non più di un anno fa il mezz’uomo!1

Vabbè, la crisi c’è, fu costretto a dire il mezz’uomo di fronte allo sfascio internazionale … ma noi ne usciremo prima e meglio degli altri! 😯

A sì? 🙄

Crescita del PIL:

Germania: 2,2%

UE: 1%

Italia: 0,4%

  1. Con tutto il rispetto per gli Hobbit []

Quel sacro territorio, dove accade di tutto

18 Luglio 2010 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – http://www.alessandrorobecchi.it/

Ogni tre parole pronunciate da un leghista una è “territorio”. E’ un dato di fatto, certificato dall’accademia della crusca e dal forum internazionale sulla polenta taragna: la Lega vince perché sta sul territorio. Conosce il territorio. Comunica con il territorio. E naturalmente – tenetevi forte – governa il territorio.

Lo governa e lo conosce così bene che non si è accorta che la ‘ndrangheta è più forte a Milano che a Locri, che addirittura una megacosca si chiamava “Lombardia” (non Padania, che non esiste), che in casa loro abitano 500 affiliati che decidono chi votare, perché, come spartirsi gli appalti, come dialogare con la politica. Niente male come controllo del territorio: la prossima volta di vedetta mettete Ray Charles. C’è voluta la “toga rossa” Ilda Boccassini per fargli aprire gli occhi (sul territorio), ed è subito arrivato Maroni Bobo – ministro dell’interno dello stesso governo di Scajola, Brancher e Cosentino – a prendersi i meriti della riscossa legalitaria. Noi noteremo solo, così en passant e fuor di polemica, che nemmeno un affiliato è stato bloccato da una ronda padana (a guardia del territorio), peculiare caso di inefficienza lombarda. Quanto al supremo senso della legalità del ministro Maroni, lo sappiamo certificato da ogni telegiornale del regime. Dunque ci rivolgiamo a lui per denunciare un furto grave.

Ci hanno già rubato quattro miliardi in sanzioni europee, un altro ce lo ruberanno a breve. Fa un bel gruzzoletto: un quinto della manovra di Tremonti. E questo perché una cricca politica di nome Lega Nord si ostina a difendere alcuni fuorilegge che non vogliono pagare le multe sulle quote latte. Per difendere pochi dei suoi, la Lega e l’amico Tremonti (con apposito emendamento inserito nella manovra) non esitano a penalizzare gli onesti e far spendere miliardi a tutti. Questo si chiama furto. Coraggio, ministro, aspettiamo la retata di questi parassiti padani che campano a spese dello Stato. Per la trionfale conferenza stampa vorrei un biglietto di prima fila, sarà uno spettacolo.

Siamo soli nell’universo?

23 Giugno 2010 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – http://www.alessandrorobecchi.it/

Tema: siamo soli nell’universo? Svolgimento. Magari! E invece, porca miseria, c’è pure la Gelmini che ci dà ‘sti temi del menga. Cos’avranno pensato mezzo milione di giovani seduti ai banchi della maturità una volta lette le tracce? Come minimo che qualcuno ha sciolto dell’acido nei rubinetti del ministero. Prima, un’annata di bocciature senza precedenti, i cinque in condotta, gli scrutini severi. Poi, per i sopravvissuti, tracce al limite della follia. Prendete quella su Primo Levi. Interessante, per carità: se hai già fatto la tesi di laurea su Primo Levi potresti persino affrontare il tema di maturità con un certo successo. Ma andarsi a infilare nell’analisi delle letture di Levi senza aver letto quell’antologia (di cui la traccia è una prefazione) vuol dire rischiare di non uscirne vivi.  Analisi del testo? Ibridismo? Ecco un modo interessante e ben congegnato per fingere di parlare di Primo Levi senza parlare di Primo Levi. Astuti come faine, eh!

Meno male che ci sono le foibe. Inteso come tema. Lì sì che si può far bene: un po’ di patriottismo, un po’ di nazionalismo, un po’ di comunisti cattivi, e il tema lo saprebbe fare pure Gasparri, se non fosse che va scritto in italiano. In ogni caso, mica semplice, perché dal trattato di Londra a quello di Osimo passano più o meno sessant’anni, che nei manuali di storia della quinta liceo (anche se non sono ancora quelli rielaborati da Dell’Utri) saranno sì e no undici righe. Uno dice: va bene, mi butto sulla ricerca della felicità. Bell’idea: nella traccia ci sono pezzi di Costituzione, quella americana, e addirittura quella italiana. E per la precisione l’articolo tre, quello con la faccenduola del tutti sono uguali davanti alla legge, ecc. ecc.. Svolgimento: ma razza di imbecilli, siete gli stessi che hanno votato il Lodo Alfano e ci date un tema sull’articolo 3 della Costituzione?  Volete prenderci per il culo? Svolgimento: sì.
Passiamo oltre. Il tema sui piaceri può intrigare un bel po’, devo dire che non è niente male. E poi, permette al candidato di sbizzarrirsi. D’Annunzio e Matisse, Picasso e Botticelli. Bello, c’è davvero tutto, anzi no. E Palazzo Grazioli? E Tarantini? E il più edonista di tutti, Silvietto nostro nel lettone di Putin? E le trecento professioniste del piacere al servizio della cricca degli appalti ce le vogliamo dimenticare? E i massaggi al Salaria Sport Village? Insomma, anche qui la traccia è insufficiente. I piaceri da Botticelli a D’Annunzio non è male. Ma i piaceri da Tarantini a Bertolaso (passando per i bagni di Palazzo Grazioli) sarebbe stato meglio.


Insomma, sembra che ai giovani non ci pensi nessuno. Anzi sì, ci pensa la traccia quattro, quella che si intitola “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica, parlano i leader”. Il primo leader che parla, questa è grossa, è Mussolini. Alquanto bizzarro che il più feroce dittatore della nostra storia finisca in una traccia della maturità sottoforma di “leader”. Le sue parole sono riportate nella traccia: “Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda”, diceva quel buontempone nel ’25. Profetico, perché il palo e la corda arrivarono vent’anni dopo, piazzale Loreto, Milano. La traccia riporta anche frasi di Togliatti, Moro e Wojtila, ma resta il fatto: su giovani e politica non si è trovato niente di meglio del duce?

Date retta, meglio buttarsi sulla musica, con tanto di citazione di Aristotele, uno che ha gli stessi anni dei Rolling Stones e quindi se ne intende. Oppure, per non rischiare, meglio affrontare il tema fantascientifico: siamo soli nell’universo? No, ma cazzo, era meglio di sì. Perché qui c’è la Gelmini, povera stella, una che teorizza la scuola selettiva e poi per passare un esame di stato ha dovuto emigrare da Brescia alla Calabria. Bei temini, comunque. Con il duce, le foibe e – per gradire – i marziani. Magari arrivassero loro a liberarci da questi dilettanti, che se aspettiamo i partigiani – stavolta – altro che vent’anni!

Il Bel Paese

19 Giugno 2010 da Emilio Conti

Da il Fatto Quotidiano di oggi:

IMPUTATO? PROMOSSO MINISTRO1

EVASORI? LA MORATTI LI FESTEGGIA2

CONVOCATO DAI PM? ISPEZIONE SUBITO3

In confronto all’attuale destra di governo, un letamaio profuma di violetta! 😳

  1. Brancher []
  2. Dolce & Gabbana []
  3. Avv. Ghedini []