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La manovra finanziaria e la speculazione internazionale

27 Giugno 2010 da sgur_di_tri

“La manovra finanziaria? E’ l’Europa che ce l’ha chiesta! Per metterci al riparo dalla “speculazione internazionale” e non finire come la Grecia!” E’ questa, in sintesi, l’affermazione ripetuta all’infinito dagli esponenti del centro-destra per giustificare l’intervento. Come dire: se fosse stato per noi, non l’avremmo fatta! Scusateci tanto, ma abbiamo dovuto!.

Io direi di più: la manovra, oltre che necessaria, è diventata obbligata, perché difficilmente l’Unione Europea difenderebbe un Paese membro dagli attacchi “speculativi”, se quel Paese non ha posto in atto azioni incisive per il risanamento dei propri conti.

Ma chi sarebbero questi fantomatici e misteriosi “speculatori”1 che sembrerebbero avercela così tanto con l’Euro e che, senza guardare in faccia a nessuno, potrebbero “tramare” anche contro il nostro Bel Paese? Vediamo di conoscerli più da vicino.

Sotto il termine generico di “speculatori internazionali” vengono solitamente accomunati sia quegli operatori finanziari, dotati di grandi disponibilità liquide e generalmente conosciuti come “investitori istituzionali2 che cercano un buon investimento di durata medio/lunga, sia quegli operatori anonimi (alcuni li individuano nei “fondi speculativi”) che agendo nei mercati borsistici di tutto il mondo cercano di trarre profitto da situazioni contingenti.

Come potete notare, siamo in presenza di soggetti che, potendo disporre di somme ingenti, sono alla ricerca del miglior investimento, e influenzano in modo significativo i prezzi dei mercati finanziari. E’ quindi del tutto evidente che, prima di effettuare una qualsiasi operazione finanziaria, questi operatori effettuino analisi approfondite sui titoli da acquistare o vendere, per orientarsi verso titoli “solidi” onde evitare di trovarsi nel proprio portafoglio titoli “spazzatura”, come successe con la crisi finanziaria di due anni fa.

Per cui, ad esempio, quando stanno per decidere un’operazione (acquisto o vendita) su “titoli governativi”, cioè su titoli del debito pubblico di un determinato Paese (vedi qui la lista degli Stati più indebitati al mondo), sembra che non si accontentino più di rassicurazioni generiche, ma è il Paese stesso, nel suo complesso, che verrebbe letteralmente passato sotto la lente d’ingrandimento, per valutarne il reale stato di salute.

“Qual è il rapporto tra debito pubblico e PIL (prodotto interno lordo)? I conti pubblici (le entrate e le uscite dello Stato) sono in regola? Sono dati veri oppure occorre verificarli? Qual è il livello della spesa pubblica? Si sta facendo qualcosa per diminuirla? Le leggi contro la corruzione e l’evasione fiscale sono incisive? Il sistema fiscale è equo? Qual è il livello di criminalità? La politica economica che si sta attuando è congrua? Qual è lo stato generale dell’economia? ecc..

Ecco perché, a mio parere, quasi tutti i Paesi dell’Unione europea (Italia compresa), per dimostrare la loro ferma volontà di risanamento, sono corsi, ognuno per proprio conto, ad effettuare manovre finanziarie più o meno pesanti.
A questo punto però una domanda sorge spontanea: basteranno queste manovre per allontanare l’ombra di nuovi attacchi “speculativi”? Vedremo.

  1. Dal Vocabolario della Lingua Italiana Devoto/Oli. Ediz. 1971 – a pag. 2305 alla voce Speculatore s. n. e agg. 1. Persona che compie operazioni di commercio allo scopo di trarne profitto dalle variazioni dei prezzi di mercato (le manovre degli speculatori). In senso spregiativo: di chi spregiudicatamente persegue un utile personale a danno di  altri.
    2 lett. (raro) Indagatore di problemi filosofici (ad es.: massoneria speculativa)
    []
  2. Fra gli “investitori istituzionali”, oltre ai Fondi pensioni privati (americani, canadesi, inglesi, ecc.), le società assicurative e ai fondi di investimento, si fanno rientrare anche le holding familiari, i fondi “sovrani” (detti così perché di proprietà statale) dei Paesi produttori di petrolio (Paesi arabi, Venezuela, Nigeria, ecc.) o ancora dei Paesi proprietari di materie prime (Brasile, Bolivia, Russia, ecc.), o dei Paesi emergenti ad alto sviluppo economico (Cina e India) []

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