Fratelli d’Italia – Parte VII: Spedizione dei Mille
10 Maggio 2010 da sgur_di_triSono passati 150 anni dallo spedizione dei Mille. E in questi giorni si possono seguire servizi televisivi (per la verità, pochi) che illustrano l’impresa di Garibaldi. C’è però un aspetto di quella vicenda su cui si sorvola (o di cui si fa solo un breve cenno), ed è il ruolo, secondo me non marginale, svolto dalla Massoneria.
Come sappiamo, Garibaldi si avvicinò alla Massoneria1 sin da quando era in Sud America, e inizialmente lo fece perché attratto dal motto massonico “Libertà, Uguaglianza e Fratellanza”; quando poi giunse in Italia continuò a frequentare gli ambienti massonici, anche perché da lì provenivano i più ferventi patrioti (Pisacane, Mameli, Cattaneo, Mazzini) che combattevano per l’unità d’Italia. E massoni erano anche tanti di coloro che in posti di rilievo contribuirono alla realizzazione della spedizione dei Mille. Eccone alcuni.
Nino Bixio, suo luogotenente, era massone, come lo era Giuseppe Cesare Abba (intellettuale e scrittore) e il pavese Benedetto Cairoli; erano massoni Giuseppe Finzi ed Enrico Besana che organizzarono la raccolta delle armi, come pure l’avvocato Francesco Crispi che operava in Sicilia, Antonio Meucci (l’inventore del telefono) che accolse Garibaldi quando andò in America per raccogliere fondi a favore della spedizione, fondi che poi pare fossero custoditi dal massone Ippolito Nievo, e massone era anche il Procuratore della Compagnia Rubattino, Giovanni Battista Fauchè, che diede le navi che partirono da Quarto.
Da più parti si sostiene inoltre che anche la Massoneria inglese (con cui Garibaldi pare fosse in contatto) “agevolò” (non solo finanziariamente) la spedizione dei Mille (non dimentichiamo che l’allora Re d’Inghilterra era il Gran Maestro della Massoneria inglese).
Per capire meglio, andiamo a rivisitare la vicenda dello sbarco a Marsala, così come la descrisse il garibaldino Giuseppe Bandi nel suo libro “I Mille”,2 e che di seguito sintetizzo:
All’arrivo dei Garibaldini nel porto di Marsala, la mattina dell’11 maggio 1860, c’erano anche in zona tre navi borboniche. Ma – guarda caso – proprio lì erano già ormeggiate anche due navi da guerra inglesi, a protezione – così si disse – delle botti di vino marsala, di proprietà di imprenditori inglesi, pronte per l’imbarco.
Il console inglese invitò espressamente il comandante borbonico a “non tirare vicino alla bandiera di Sua Maestà britannica” (così scrive Bandi), per cui solo nel pomeriggio, a sbarco avvenuto e dopo che le navi inglesi si allontanarono, i borboni spararono qualche cannonata, causando pochi danni, ma ormai era troppo tardi per fermare la spedizione.
Davvero una provvidenziale coincidenza la presenza delle navi inglesi a Marsala, non trovate?
Una risposta a “Fratelli d’Italia – Parte VII: Spedizione dei Mille”
Lasciate un commento
Dovete effettuare il login per inserire un commento.
13 Maggio 2010 alle 19:12
A commento di questo post su Garibaldi non potevo far mancare la canzone “In generale” che Elio e le Storie Tese hanno cantato nel programma “Parla con me” di Serena Dandini del 12.05.2010.
Un mix di motivi veramente geniale, da De Gregori ai Toto passando per Vecchioni. Da ascoltare e vedere ciccando sul seguente link: (http://www.youtube.com/watch?v=deLisgnoPZI)