Inchiesta: essere leghisti oggi (a Belgioioso e non solo)
19 Aprile 2010 da sgur_di_triI risultati della recente tornata elettorale hanno evidenziato come la Lega Nord, mantenendo saldamente il proprio consenso elettorale, non abbia risentito dell’astensionismo diffuso (che invece ha colpito tutti gli altri partiti). Ha quindi dimostrato di essere un partito solido, “radicato sul/nel territorio”, e a Belgioioso, come in tante altre località del Nord, è risultato il partito più votato. Una domanda sorge spontanea: com’è potuto accadere?
Com’è possibile che un partito senza una politica sociale (sarà colpa mia, ma non ho letto di proposte leghiste su come affrontare/superare la crisi economica), capace però di lanciare campagne strumentali (Roma ladrona, le ronde per la sicurezza, il crocefisso nelle scuole, ecc.), nonché di proporre un vago “federalismo fiscale”, continui a mantenere una così forte attrazione sull’elettorato?
Prima di “avventurarmi” in una mia personale indagine sociologica per capire il fenomeno Lega (anche nel nostro “paesello”), ho voluto ascoltare direttamente da un leghista di vecchia data (di cui non farò il nome neanche sotto tortura) le motivazioni che lo spingono ad essere sempre così “fedele alla linea”. Proviamo ad ascoltarlo.
«Prima di tutto, la Lega è Bossi!» – mi dice – «Bossi è la nostra guida, ha l’occhio “lungo” (nel senso che vede lontano). Lui conosce l’obiettivo finale della Lega e sa come raggiungerlo! Il vero leghista» – prosegue come un fiume in piena – «è colui che, senza se e senza ma, segue gli insegnamenti di Bossi. Nella Lega non sono ammesse critiche, non c’è bisogno di fronde E poi, hai visto come si è mosso Bossi in questi giorni: ha parlato di banche del nord, di Presidenza del Consiglio nel 2013, di riforme. E’ un grande!».
E sì, se stiamo ai risultati elettorali, come dargli torto. Ora però, penso io, il leghista “puro” non dovrà più credere solo alla parola del Padre (Umberto), ma dovrà credere anche a quella del Figlio (Renzo), pure lui eletto (in Regione) e ormai ombra del padre, che segue anche nelle riunioni al più alto livello.
Ma le mie domande lo incalzano: “E il programma?” – gli chiedo – “Qual è il programma del partito? Me ne puoi parlare? E come sarà il prossimo futuro della Lega dal momento che, come sembrerebbe dalle notizie dell’ultim’ora, Fini pare voglia mettersi di traverso nel rapporto privilegiato che si è instaurato tra Bossi e Berlusconi?”.
Qui il leghista mi stoppa: «Per conoscere i punti del programma puoi visitare direttamente il sito della Lega Nord, dove troverai tutte le risposte alle tue domande. Per il resto» – mi dice con sicurezza – «sono certo che Bossi saprà lui trovare la “quadra”». Alla prossima puntata.
To be continued!
Una risposta a “Inchiesta: essere leghisti oggi (a Belgioioso e non solo)”
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20 Aprile 2010 alle 14:10
Mi pare di capire che il vero padano doc non si preoccupa molto ne di dover pensare ne di fare, tanto ci pensa il capo. Modo molto “italico” di vedere le cose. Che differenza c’è quindi tra un padano e un italiano?