Fratelli d’Italia – Parte IV: la Massoneria Pavese
13 Febbraio 2010 da sgur_di_triLa nascita della Massoneria, a livello mondiale, si fa convenzionalmente risalire al 1717 con la formazione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra e solo pochissimi anni dopo, e precisamente nel 1732, ci sarebbero già notizie di una Loggia massonica a Pavia (come sostiene Ambrogio Viviani nella sua “Storia della massoneria lombarda”. 1992. Bastogi Ed.). Se così fosse, quella di Pavia sarebbe, se non la prima, una delle primissime Logge italiane.
Pavia ha quindi una lunga e consolidata tradizione di legami con la Massoneria, dovuta principalmente alla presenza dell’Università, antico luogo di cultura. Si capisce quindi come Pavia sia una città dove i princìpi massonici abbiano trovato terreno ideale per svilupparsi ed attrarre numerosi ed illustri adepti. E bisogna riconoscere che a Pavia i massoni hanno contribuito, non solo in termini di idee, ma anche con il loro attivismo, al concreto sviluppo della città, specialmente dalla metà dell’Ottocento al primo Novecento, attraverso l’opera di personaggi di notevole spessore, quali Benedetto Cairoli, Agostino Depretis, Alcide Malagugini, e altri.
Ricordiamo brevemente che furono massoni anche coloro che a Pavia parteciparono alla creazione della Camera del Lavoro, della Società di Cremazione, di Società di Mutuo Soccorso, della Croce Verde Pavese, come massoni furono anche alcuni dei fondatori e numerosi Direttori de “La Provincia PAVESE”, nonché giornalisti, professionisti, pittori, professori universitari, e l’elenco, credetemi, sarebbe veramente lungo (potete vedere qui un elenco di illustri massoni pavesi, tratto dal sito della Loggia “Akh en Aton 1132” di Pavia).
Per conoscere la positiva influenza che la Massoneria pavese ebbe nella vita politica e civile di Pavia di quel periodo storico, consiglio ai frequentatori del blog la lettura dell’interessante e documentato libro “Breve storia della Massoneria pavese” di Gianfranco Brusa (2005. Libreria Clup). Ma veniamo all’oggi, e scopriamo quali sono, delle tre maggiori Logge massoniche italiane, le “Officine” (Logge) attualmente attive a Pavia e Provincia:
Grande Oriente d’Italia: Gerolamo Cardano 63 di Pavia; Akh en Aton 1132 di Pavia; Giunio Bruto Crippa 979 di Pavia; Il Dovere 1084 di Vigevano; Obbedienza e Libertà 1170 di Vigevano; Agostino De Pretis 1279 di Voghera.
Gran Loggia Regolare d’Italia:1 Polaris 10 di Pavia.
Sono quindi ben 8 le Logge massoniche operative nel Pavese e, come potete vedere, il Grande Oriente d’Italia la fa da padrone con ben 6 Logge. Non sappiamo però quanti siano numericamente i massoni pavesi, né quale sia la loro estrazione sociale, in quanto le Logge non pubblicano le liste dei propri iscritti, né tanto meno forniscono nomi di Fratelli senza il loro permesso.
Le Logge massoniche, come è noto, non sono affatto società segrete (d’altra parte proibite dalla Legge n. 17 del 25 gennaio 1982, emanata all’indomani dello scioglimento della Loggia P2), ma molto semplicemente associazioni private, a cui si può accedere unicamente per cooptazione (tramite la presentazione di un Fratello, oppure dopo un contatto preventivo con la Loggia nazionale – vedi qui ad esempio quanto previsto dalla Gran Loggia Regolare d’Italia).
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Nelle prossime puntate, cercheremo di approfondire qual è il dibattito interno che oggi anima la Massoneria italiana per comprendere meglio un’organizzazione che, agli occhi del “profano”, appare ancora come un’associazione chiusa e, a prima vista, impenetrabile.
- Unica Obbedienza Massonica italiana ufficialmente riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. [↩]
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