Il 4 Novembre e “La leggenda del Piave”.
3 Novembre 2009 da sgur_di_triLa data del 4 novembre è l’anniversario della Vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, una guerra che ha segnato, in maniera tragica, e più di quanto si possa immaginare, la storia dell’umanità.
Si è parla molto della Seconda Guerra Mondiale e di altre Guerre, più vicine a noi, che si sono succedute nel corso del secolo scorso (Spagna, Corea, Vietnam, Iraq, Israele, ecc.), ma credo che la Prima Guerra Mondiale sia stata la madre di tutte le guerre moderne.
E lo è stata per svariati motivi: per le novità che ha portato sugli scenari delle battaglie, per il modo nuovo di combattere, per le nuove armi adottate, per la crudeltà degli scontri, per le stragi di massa, per la diversa visione della vita e della morte che si è impressa in maniera indelebile sulle generazioni successive, per le conseguenze dirette ed indirette che ha avuto su ogni successiva forma d’arte (letteratura, musica, teatro, cinema, ecc.), per non parlare dell’influenza che ha avuto sulle successive vicende politiche a livello europeo e mondiale, perché sappiamo tutti che è da lì che sono poi scaturiti i nazionalismi e i regimi dittatoriali, con altre e note tragedie.
Ognuno dei motivi esposti meriterebbe un approfondimento: migliaia di libri sono stati scritti, e penso che ci sia ancora tanto da scoprire e da capire di quel tragico conflitto.
Da parte mia, per ricordare quegli eventi, vorrei riproporre ai frequentatori del blog, l’ascolto de “La leggenda del Piave” che è forse la canzone più famosa della Prima Guerra Mondiale, ancor più di altre canzoni del periodo (come, per esempio: “Ta pum”, “O’surdato ‘nnamurato”,”Gorizia”, ecc.). La canzone fu scritta nel Giugno del 1918 da Ermete Giovanni Gaeta, noto con il nome d’arte di E.A.Mario (*), quando mancavano solo pochi mesi alla fine della Guerra. I suoi versi li conosciamo tutti (“Il Piave mormorava calmo placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio ecc. ……”), hanno un impeto particolare e la canzone divenne famosa sin dal primissimo dopoguerra, ma – ed ecco il particolare che vi propongo e che ai più sfugge – una parola alla prima riga della seconda strofa della canzone aveva dovuto subire una variazione. La prima versione infatti era così:
Ma in una notte trista si parlò di tradimento, E il Piave udiva l’ira e lo sgomento, ecc. …”
(qui potete ascoltarla nella versione cantata dal Tenore Giovanni Martinelli nel 1918)
E in seguito divenne:
“Ma in una notte si parlò di un triste evento, E il Piave udiva l’ira e lo sgomento, ecc. …”
(qui potete ascoltarla nella versione cantata dallo stesso Autore E.A. Mario nel 1931)
Come vedete si fa riferimento ad un presunto ”tradimento” (poi modificato in “triste evento”), alludendo forse alle forti divisioni di parte allora esistenti tra interventisti e neutralisti, tra fronte interno e disfattisti, che, però, nell’euforia della vittoria si volevano superare, per cui, al fine di riconciliare gli animi ed eliminare ogni spunto polemico, i versi scomodi furono sostituiti. Così la canzone divenne quella che conosciamo e certamente ha contribuito a “fare gli italiani”.
Per chi ha voglia di saperne di più: Le guerre degli Italiani – Mario Isnenghi – A. Mondadori Ed. 1989
(*) Ermete Giovanni Gaeta – nome d’arte di E. A. Mario ( Napoli, 5.5.1884 – 24.6.1961) fu musicista e poeta. Scrisse tantissime canzoni, napoletane e non solo, che a volte cantava egli stesso. Oltre alla “Leggenda del Piave”, altre sue canzoni sono famosissime, quali ad esempio: “Io, ‘na chitarra e ‘a luna”, “Vipera”, “Santa Lucia Luntana”, “Balocchi e profumi”, “Tammuriata nera”, “Dduje paravise”, “Funtana all’ombra”, “Canzona appassiunata”, “Presentimento”, e tante altre ancora.
Se avete tempo e voglia, provate a riascoltare le canzoni di E.A.Mario, sono una cura salutare per le vostre orecchie.
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