I “potenziali fortunati” imprenditori dell’Insubria
8 Luglio 2014 da Emilio ContiChi mi segue sul blog (e soprattutto su FB) è a conoscenza delle mie frequenti scorribande luganesi. Ebbene, in quella città sono in distribuzione gratuita diversi giornali, sia quotidiani che settimanali (c’è pure quello della Lega ticinese che a leggerlo giudicheremmo la nostra Lega un fulgido esempio di democrazia 😳 ). In particolare, quello che a me piace di più (ed è veramente un bel settimanale) si chiama “il caffè” ed esce la domenica, ma rimane nei distributori per alcuni giorni successivi.
Ieri era appunto il giorno di una delle suddette scorribande e, naturalmente, la prima cosa che faccio, appena arrivato, è impadronirmi dei giornali di cui sopra. Scorro l’inserto economico de “il caffè” e mi imbatto in un titolo che mi incuriosisce parecchio: “C’è un Eldorado oltre confine, basta sfruttarlo” (il caffè – 6.07.2014) che, prendendo spunto dal libro La banca Ticinese e l’impresa del Nord Italia, autori Chopard René e Garofoli Gioacchino, risulta essere un invito rivolto alle banche svizzere, ma soprattutto a quelle ticinesi, a sfruttare il fatto che, purtroppo, le banche italiane non stanno affatto aiutando le nostre imprese per quanto concerne il credito, e non solo, e a intervenire nell’economia imprenditoriale del Nord Italia, ma in particolar modo quella della c.d. Insubria (territorio che non coincide con l’Insubria storica – qui si fa riferimento solo alle provincie di Varese, Como, Lecco, Novara e Verbano-Cusio-Ossola) che conta un bacino di ben 25.000 imprese.
Avete capito bene, mentre da noi le banche non scuciono un quattrino (sia alle famiglie che alle imprese), quelle svizzere hanno capito benissimo l’opportunità che hanno di fronte (infatti l’articolista parla di “Eldorado”). Esiste però un grosso problema: per far credito a un impresa, sia di cassa che leasing e factoring, è necessaria la “valutazione del rischio” e qui diventa fondamentale la Centrale Rischi presso la Banca d’Italia, alla quale, però, guarda te le coincidenze, le banche elvetiche (straniere?) non hanno accesso.1 Se poi aggiungiamo com’è regolato il falso in bilancio in Italia, capite molto bene come funziona la lobby bancaria italiana.
Riassumendo: il banche italiane non fanno credito alle imprese; quelle svizzere capiscono che si tratta di un bel business, ma, di fatto, viene loro impedito! E chi ci va di mezzo? E poi si lamentano che la ripresa non c’è: ovvio il motivo è piuttosto evidente.
Per concludere in bellezza. Giro per Lugano e mi fermo davanti a un grande manifesto che pubblicizza l’acquisto in leasing di un’auto di una nota casa automobilistica tedesca (Mercedes – costo ca. 35.000 CHF – ca. 28.000 euro). Leggo il tasso d’interesse applicato e strabuzzo gli occhi 😯 : 2,90%!!! Adesso vi lascio con un compitino da svolgere: andate sul sito di una qualsiasi banca italiana e andate a verificare a quanto concedono un leasing.
- Questo però sarebbe un bell’atout che il Governo federale svizzero potrebbe giocarsi nella trattativa in corso per il rientro dei capitali; trattativa a cui tiene particolarmente (a parole?) il nostro governo. [↩]
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