Italia, paese “informato”
21 Settembre 2009 da Emilio ContiE’ ormai arcinoto che nella nostra triste nazione esiste un problema “informazione” piuttosto importante. Sabato scorso era prevista una manifestazione a Roma contro il tentativo, ormai più che palese da parte del nostro primo ministro, di assoggettare la stampa libera.
Collaterale a questo enorme problema ne esiste anche un altro che, seppur meno importante del precedente, non fa che peggiorare ulteriormente le cose. Vale a dire che molto spesso gli “operatori dell’informazione” non si accorgono (fingono? In alcuni casi penso, però, si tratti di vera e propria mancanza di professionalità) che ci sono dei fatti di grande interesse e che meriterebbero di essere portati alla conoscenza dei cittadini. Ci troviamo nella paradossale situazione dove le notizie frivole, per non parlare del gossip, riempiono i nostri telegiornali e giornali, mentre quelle importanti, che farebbero riflettere la gente, vengono relegate in trafiletti nascosti (nel caso della carta stampata) o semplicemente ignorate.
E’ il caso del Quaderno dei prezzi, uno studio del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, tra l’altro, contierne una interessante tabella (Tavola I.4) che evidenzia la variazione percentuale dei prezzi, nel periodo di dodici anni dal 1996 al 2008, di una trentina di beni comparata con la media europea e quella dei quattro più importanti paesi europei (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito). Il confronto, in alcuni casi, è addirittura sconvolgente. In fondo trovate una tabella riassuntiva.
La prima evidenza guardando all’indice generale è che nel nostro paese in dodici anni il prezzi sono aumentati più della media europea. Primo bel risultato. Secondariamente occorre precisare che le variazioni dei prezzi della Spagna non sono molto significativi a fini comparativi perché le variazioni sono giustificate dal boom di cui quel paese è stato protagonista e per questo motivo non verranno considerati. In terzo luogo si constata che tutti i beni di prima necessità, tranne poche eccezioni, sono aumentati di più che negli altri paesi di riferimento. Addirittura nell’abbigliamento, calzature e mobili abbiamo avuto aumenti eccessivi e ingiustificati perché stiamo parlando di categorie di cui il nostro paese è un grande produttore. Clamoroso il caso del Regno Unito dove i prezzi di Abbigliamento e Calzature sono DIMINUITI del 48,5% e del 35,5% rispettivamente! Ce la caviamo un po’ meglio per quanto riguarda Gas ed Elettricità. E per finire,. giudico semplicemente vergognosi i dati riguardanti le Assicurazioni (+125,1%) e i Servizi finanziari (+84,3%).
In questa analisi, però, manca il cosiddetto convitato di pietra: di quanto sono aumentati gli stipendi netti e le pensioni nette in questi paesi? Sono sicuro che anche in questo caso troveremmo dei dati molto interessanti!
Non credete che questi argomenti siano di interesse per i cittadini italiani? Essere consapevoli di essere la maglia nera in Europa per quanto riguarda la dinamica dei prezzi? Avete assistito a qualche trasmissione televisiva che vi abbia informato di ciò? A me non risulta e son sicuro che neanche ne vedremo. Ma, forse, è esattamente quello che vogliono: mantenerci nell’ignoranza.
Sul pallone, però, inteso come calcio, di trasmissioni idiote ce ne sono a iosa!
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Tabella delle variazioni % dei prezzi -Periodo 1996-2008
Variazioni % | MEDIA UE | ITALIA | FRANCIA | GERMANIA | SPAGNA | REGNO UNITO |
Indice generale | 27,4 | 32,0 | 23,3 | 20,7 | 42,3 | 23,1 |
Beni | 25,3 | 29,3 | 20,6 | 21,7 | 36,0 | 3,4 |
Servizi | 31,1 | 37,0 | 27,4 | 19,9 | 55,9 | 53,8 |
ALCUNI BENI | ||||||
Alimentari | 30,1 | 30,4 | 29,0 | 18,0 | 48,0 | 28,9 |
Alimentari freschi | 31,7 | 31,9 | 31,6 | 31,6 | 53,7 | 25,8 |
Carne | 27,1 | 26,2 | 32,1 | 14,4 | 43,8 | 19,7 |
Pesce | 45,1 | 41,7 | 32,2 | 41,9 | 55,3 | 55,2 |
Frutta | 38,0 | 32,0 | 36,7 | 20,3 | 71,0 | 23,6 |
Ortaggi | 30,5 | 37,5 | 27,5 | 7,5 | 68,2 | 29,5 |
Tabacco | 89,3 | 77,0 | 111,6 | 85,6 | 102,2 | 97,3 |
Abbigliamento | 8,8 | 22,2 | 2,6 | -1,7 | 23,5 | -48,5 |
Calzature | 17,0 | 27,8 | 7,6 | 5,1 | 34,0 | -35,5 |
Mobili e arredamento | 19,5 | 29,2 | 13,8 | 11,7 | 44,7 | 8,2 |
Prodotti farmaceutici | 10,5 | 8,1 | 17,8 | 30,7 | -14,3 | 8,8 |
Carburanti e lubrificanti – trasporto privato | 84,6 | 58,3 | 82,2 | 94,9 | 90,0 | 98,4 |
Libri | 23,2 | 32,1 | 12,9 | 14,9 | 38,1 | 39,0 |
Quotidiani e periodici | 35,0 | 25,6 | 19,0 | 41,3 | 33,1 | 56,1 |
Pacchetti vacanza | 37,2 | 52,1 | 38,7 | 27,4 | 114,7 | 58,5 |
ALCUNI SERVIZI | ||||||
Affitti | 25,9 | 44,2 | 30,2 | 15,5 | 67,7 | 41,6 |
Acqua potabile | 35,4 | 55,9 | 31,1 | 24,5 | 31,8 | 64,3 |
Rifiuti | 51,6 | 60,9 | 31,1 | 37,5 | 34,1 | n.d. |
Elettricità | 26,5 | 38,9 | -4,8 | 47,6 | 4,7 | 57,5 |
Gas | 93,0 | 59,8 | 81,0 | 109,2 | 74,1 | 116,0 |
Telecomunicazioni | -26,7 | -30,9 | -20,7 | -30,4 | -10,6 | -22,7 |
Servizi di riparazione casa | 35,1 | 37,7 | 30,9 | 19,3 | 64,3 | 48,5 |
Servizi domestici | 46,5 | 46,3 | 42,7 | 15,9 | 68,5 | 84,3 |
Servizi medici e paramedici | 33,1 | 25,4 | 37,1 | 26,7 | 38,9 | 25,1 |
Manutenzione e riparazione auto | 45,3 | 51,4 | 53,00 | 28,5 | 59,5 | 94,8 |
Trasporto ferroviario passeggeri | 35,8 | 34,2 | 26,6 | 39,9 | 39,2 | 49,8 |
Trasporto passeggeri su strada | 37,7 | 37,5 | 14,3 | 34,3 | 67,3 | 67,4 |
Trasporto aereo passeggeri | 44,6 | 62,0 | 31,8 | 46,0 | 156,0 | 27,4 |
Trasporto marittimo e navigazione interna | 41,8 | 73,5 | 18,0 | 16,4 | 127,5 | 64,0 |
Servizi postali | 24,1 | 30,3 | 26,3 | 12,3 | 123,7 | 53,2 |
Cura della persona | 24,5 | 27,9 | 26,6 | 12,6 | 36,4 | 19,1 |
Assicurazioni | 32,6 | 125,1 | 15,6 | 27,9 | 62,1 | 78,6 |
Servizi finanziari | 40,0 | 84,3 | 20,2 | 28,4 | 90,3 | -22,0 |
2 Risposte a “Italia, paese “informato””
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22 Settembre 2009 alle 01:17
Il dato sulle assicurazioni è sconvolgente! Però dovrebbero essere confrontati anche i prezzi tra un paese e l’altro per avere una vione più completa.
22 Settembre 2009 alle 12:01
Il commento di Moraschini mi dà lo spunto per due precisazioni:
1 – il tema del post è la “scarsa” informazione in Italia;
2 – lo studio riguarda la “dinamica” dei prezzi e non altro. Quindi conoscere i prezzi negli altri paesi può essere interessante ma non ha alcun riferimento con la dinamica. La domanda che dovrebbe uscire dallo studio è: “Come mai il nostro paese ha una dinamica dei prezzi superiore alla media europea e, in certi casi, molto superiore ai paesi più importanti (Spagna, come è stato chiarito, a parte)? In sostanza, perché, ad esempio, gli ortaggi, noi che siamo tra i maggiori produttori e che abbiamo le condizioni climatiche decisamente migliori, sono aumentati del 37,5% contro il 27,5% della Francia, il 7,5% della Germania (!!!) e il 29,5% del Regno Unito? Dice niente la polemica sul differenziale tra prezzi di produzione e prezzi al consumo?