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Belgioioso – Bhopal

11 Luglio 2008 da Emilio Conti

A qualcuno il nome Bhopal ricorderà certo qualcosa, ad altri forse niente. Rinfreschiamoci un po’ la memoria. Bhopal è una città dell’India dove, nel 1984, avvenne quello che è considerato il più grave incidente chimico industriale della storia. Nel disastro perirono, ufficialmente, 1754 persone. La valutazione viene considerata sottostimata e fonti non ufficiali parlano, verosimilmente, di 10.000 morti e dalle 150.000 alle 600.000 persone avvelenate. Un rapporto della BBC afferma, come se non bastasse, che fino al 2004, a vent’anni di distanza, la contaminazione era ancora attiva. Il disastro fu provocato dalla fuoruscita di un componente per la preparazione di pesticidi dalla fabbrica della Union Carbide.

Quale sarebbe la relazione tra Bhopal e Belgioioso (a parte l’iniziale dei nomi)? Quello che provocò il disastro a Bhopal fu l’isocianato di metile (MIC) una sostanza che potrebbe essere stoccata nell’area ex Dolma, se dovesse attuarsi quanto previsto dalla delibera per la riqualificazione di quell’area e nella quale più volte si fa riferimento al D.L. 334 del 17 agosto 1999 che è la legge che regolamenta le sostanze pericolose (tra cui, appunto, l’isocianato di metile).

Sento già l’obiezione: “Mica è detto che verrà conservata proprio quella sostanza!”. Certo, le sostanze elencate nell’appendice della legge sono molte. Il fatto è che una è più pericolosa dell’altra (vedi il post Bella Mossa). Per cui se non sarà l’isocianato di metile potrebbe essere qualcosa d’altro, ma la solfa non cambia.

Belgioioso come Bhopal? Pensate solo cosa resterebbe di Belgioioso dopo un disastro analogo.

Risibile poi la giustificazione di questa amministrazione che afferma che non tollererà sostanze che possano mettere a rischio l’ambiente (e la salute/vita umana?). Ma una volta che si è autorizzato la fattibilità di un impianto che prevede la gestione delle sostanze normate dal D.L. 334, come faranno poi a dire “questa sostanza va bene, quest’altra no”? Chi dovrà controllare? E a che titolo? L’imprenditore li manderebbe bellamente a quel paese (e a ragione).

Per non parlare, poi, dell’esca “200 posti di lavoro“. Ammesso che i posti siano veramente duecento, il rischio varrebbe la candela? E della salute dei duecento poveracci a contatto quotidiano con tali sostanze? Ma poi, rischi a parte, possibile che ci sia ancora qualcuno che crede alla bella favola dei “posti di lavoro”? Non vi sembra un ritornello sentito ormai fino alla nausea?

Nel post citato sopra evidenziavo sia la pericolosità delle sostanze sia i potenziali pericoli derivanti da incendi o esplosioni che dovessero verificarsi nell’area ex Dolma. Vi è anche da considerare un’altra fonte di pericolo con probabilità di verificarsi molto maggiori delle precedenti. Per essere immagazzinate le sostanze dovranno essere trasportate. Ed è noto che in Italia per il trasporto si utilizzano gli autotreni. Conseguenze: incremento del traffico pesante a Belgioioso (di cui sentivamo la mancanza) e pericoli derivanti dai possibili incidenti stradali che dovessero verificarsi con i mezzi che trasportano quelle sostanze. Una bella prospettiva. Se poi consideriamo la vicinanza dell’inceneritore di Corteolona, i diserbanti e i fungicidi usati a iosa dagli agricoltori, forse sarebbe meglio che i belgioiosini facessero le valige ed emigrassero in massa.

Ma forse potrebbe esserci una soluzione più semplice. L’anno prossimo ci saranno le elezioni: vediamo di fare emigrare questa accozzaglia di “incompetenti” (per non dir di peggio).

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