Si stava meglio quando si stava peggio?
12 Novembre 2012 da Emilio ContiE’ da un po’ di tempo che mi pongo la domanda che dà il titolo a questo post e sono giunto alla conclusione che forse, anche a causa del mio inguaribile pessimismo, la risposta sia positiva. Appartengo ad una generazione di nati appena dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, un generazione che è cresciuta con il mito del progresso, con l’idea che la società non poteva che migliorare, i cittadini avere sempre più peso nella vita democratica della nazione acquisendo così sempre maggiori diritti. Ma che progresso c’è stato negli ultimi cinquant’anni? Certo il computer, l’Internet e tutto ciò che è connesso alla cosiddetta “era digitale”; i telefoni cellulari; automobili sempre più accessoriate ed “intelligenti” che si vendono sempre meno; e poi? Parlando dei diritti, dopo il divorzio e la legge sull’aborto, quali novità ci sono? Staminali? Gravidanza assistita? Diritti per gli omosessuali? Ora di religione nelle scuole? Un deserto!
Non solo non si è “progredito”, ma, a volte, si sono fatti anche dei passi indietro. Ad esempio stuprando il territorio con la cementificazione selvaggia (magari al grido della “salvaguardia dell’ambiente”) e la vera e propria violenza agli edifici tipici (non necessariamente con valore artistico) cambiandone i connotati, contribuendo in tal modo a cancellare la memoria. Tutto questo è maggiormente visibile a livello locale (e su questo argomento ho già avuto modo di intervenire nel lontano novembre 2008 con il post L’ultimo angolo che è sempre attuale).
Ma è dal confronto visivo tra il prima e il dopo che si ha immediatamente l’idea del regresso avvenuto. Più sotto pubblico quattro fotografie1 del viale della stazione di Belgioioso (Via Roma). Nella prima si vede il viale come si presentava nel 1935, qualche anno dopo la piantumazione. La seconda fotografia è del 1976 e, come potete vedere, il viale è completamente integro: tutte le piante sono presenti. La terza e quarta fotografia mostrano il viale com’è oggi. Non credo ci sia bisogno di alcun commento! Un viale disastrato. Se le piante devono essere abbattute perché malate, se si vuole veramente preservare un viale, quelle abbattute vanno sostituite con altre della stessa specie. Viceversa, da noi, c’è qualcuno che non perde occasione di parlare di “difesa dell’ambiente” e poi rovina viali quasi secolari, non per far posto a un dehor, non per far posto a un gazebo, ma bensì ad un bel e mastodontico ombrellone!
Decisamente stiamo tornando indietro.
- Le prime due sono tratte dall’Album “Belgioioso ieri ed oggi” edito dalla Pro Loco nel 1976. Le ultime due sono mie. [↩]
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