Una prova compromettente?
23 Marzo 2012 da Emilio Conti“Il delitto perfetto non esiste!” Questo è quello che sentiamo nelle varie serie poliziesche televisive o che troviamo scritto nei libri gialli. Un delitto perfetto sarebbe quel delitto che non mostra nessun indizio, per cui chi deve indagare non possiede nessun elemento da cui far partire l’indagine.
Pochissimi killer, però, riescono nel non lasciare tracce. Loro ci provano, ma, come spesso accade, si accorgono in ritardo di aver lasciato degli indizi, per cui cercano di farli sparire appena possono.
Questa analogia con i polizieschi mi è venuta alla mente quando abbiamo visto con quanta solerzia e tempestività la nostra “beneamata” amministrazione si è prodigata nel far “sparire” il ceppo del tiglio abbattuto in via Garibaldi (quello che si trovava all’incrocio con via Tre Martiri); abbattimento che è diventato ormai una celebrità in città. Non sia mai, avranno pensato, che qualche “blogger arrabbiato con il mondo” mandi qualcuno a verificare se la pianta era sana: facciamo sparire ogni prova. Ancora una volta, questo comportamento è stato un richiamo ad un altro simile. Vi ricordate quando qualcuno aveva sollevato l’obiezione che la centrale elettrica che si trovava in via Trieste poteva essere considerata esempio di archeologia industriale? Bene! E vi ricordate anche cos’è successo dopo? Semplice, il manufatto è stato raso al suolo nel giro di una settimana.
Non bisogna lasciare tracce, questo è il motto degli pseudo-amanti della natura e del bello. Se avessi avuto qualche dubbio sulla salute del tiglio (ma di dubbi non ne ho mai avuti), questo episodio me l’ha fugato in un battibaleno. Mi sbaglio? Vedremo se le piante abbattute verranno sostituite con altre della stessa specie.
Comunque, ci vuole un bel pelo sullo stomaco, sempre se l’albero era sano, abbattere una pianta e rovinare un viale di più di ottant’anni. Come potete vedere, infatti, dalla fotografia scattata nel 1940 (presa da “Belgioioso ieri e oggi” edito dalla Pro Loco Belgioioso nell’aprile del 1976) quella fila di alberi era già bella rigogliosa. E’ presumibile, come si può vedere da un’altra fotografia presente nello stesso volume, che quegli alberi siano stati piantati attorno al 1930.
Bravi! E’ così che si tutela l’immagine e la bellezza della “città”! Vivissimi complimenti!
Una risposta a “Una prova compromettente?”
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24 Marzo 2012 alle 11:28
Se la piante erano veramente malate, dovrebbero essere immediatamente sostituite, senza perdere altro tempo!
Spero di essere smentito, ma temo purtroppo che così non sara!
In tal caso, dove starebbe la coerenza di un’Amministrazione comunale che tra qualche settimana, nelle sale del castello, ha previsto di aprire un Ecomuseo, cioè una mostra didattica sull’ecologia e sull’ambiente! E l’opposizione dov’è? A pettinare le bambole?