Stavolta sto con Belpietro
20 Luglio 2011 da Emilio ContiPrima di incominciare a rifilarmi del voltagabbana alla Fabio, aspettate almeno di leggere il post.
Chi mi conosce bene sa in che pessima considerazione io tenga la stampa di destra. In modo particolare detesto cordialmente due quotidiani: il Giornale e Libero. C’è una cosa però che detesto ancor di più ed è la censura e i tentativi di intimidazione, sempre da parte di alcuni poteri politici, verso coloro che esprimono le proprie idee. Quello che sta succedendo alla Rai ormai è noto: fuori Santoro, fuori Saviano, adesso pare vogliano far fuori anche la Gabanelli, la Dandini in pericolo, e tutta la satira praticamente scomparsa: via i fratelli Guzzanti, via Paolo Rossi, eliminato da un bel po’ Luttazzi, scomparsi Fo e Grillo, ecc. Adesso pare che si incominci con la carta stampata. Avrete già saputo, forse, che Belpietro, direttore del quotidiano Libero (uno di quei giornali che detesto) è stato accusato per “Vilipendio a Capo dello Stato” per una vignetta pubblicata ieri sul suo quotidiano raffigurante in caricatura Bersani, Fini, Calderoli e Napolitano apparecchiati davanti a una pizza a forma d’Italia con il titolo: “Assedio ai papponi di stato” (la potete visualizzare cliccando qui).
La si può giudicare come si vuole (io, ad esempio, avrei aggiunto anche Berlusconi, ovviamente ): volgare, brutta, immorale, bella, stupenda, ecc. Sarebbe diritto di critica. Ma arrivare addirittura al Vilipendio mi sembra che sia una bella forzatura che nasconde, a mio parere, una forte pressione censoria a futura memoria. Soprattutto se risultasse vero ciò che afferma Belpietro nel fondo di oggi, e cioè che “L’irritazione deve essere salita così in alto da arrivare fino alla Procura di Milano”. E per questo motivo, pur “non amando” Libero e il suo direttore, mi schiero per la libertà di stampa, di critica e di satira per TUTTI, Belpietro compreso.
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